30. Nerone

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ante diem II Kalendas Novembres 54 d.C

Mi dirigo verso il cuore di Roma, attraversando le intricate strade che mi conducono al maestoso Palazzo Reale. La residenza degli imperatori si erge imponente, con colonne di marmo che testimoniano la grandezza di un impero.

Mentre varco le porte del palazzo, gli sguardi curiosi mi scrutano. La mia presenza non passa inosservata, e mi avventuro nei corridoi decorati, alla ricerca di chi possa indirizzarmi nella mia nuova vita a Roma.

Cammino con passo sicuro attraverso i corridoi sfarzosi del Palazzo Reale, un consigliere imperiale, vedendomi, si avvicina con una smorfia di stupore. "Chi sei tu?" domanda con una certa diffidenza. "Sono Daphne, amica di Ottaviano," rispondo con voce ferma. "Lui come sta?" chiedo. Il consigliere imperiale abbassa lo sguardo. "Mi dispiace, signoria. Ottaviano è morto quarant'anni fa. Ora il nostro imperatore è Nerone." La notizia mi colpisce come un fulmine, ma cerco di nascondere la mia sorpresa. "Mi dispiace sentire della sua morte. Spero che Nerone possa ricevermi e ascoltare la mia richiesta di asilo."

Il consigliere mi osserva attentamente prima di annuire. "Vieni, parliamo con l'imperatore. Vedremo cosa può essere fatto per te."

Mi conduce attraverso intricati corridoi fino all'ampio salone del trono, dove l'imperatore si siede su un trono dorato, circondato da consiglieri e cortigiani. "Chi è questa straniera?" chiede l'imperatore, il suo sguardo freddo su di me. "Io sono Daphne, fuggita dalle terre dei Quadi. Cerco asilo a Roma," rispondo, mantenendo la compostezza. "Spero che la tua clemenza possa garantirmi protezione nella città dov'è ho vissuto" espongo con rispetto. L'imperatore alza un sopracciglio, valutando attentamente la mia richiesta. "Parlami delle tue intenzioni e di ciò che offri a Roma, Daphne," ordina con autorità. "Ho attraversato molte terre e ho visto le sfide che minacciano il vostro impero. La mia volontà è di servire Roma con dedizione e saggezza. In cambio, chiedo solo asilo e protezione, chiedo di poter tornare nella mia dimora."

L'imperatore, dopo un momento di riflessione, annuisce. "Accetterò la tua richiesta ma a una sola condizione, resterai nella mia corte".

"Vi ringrazio, imperatore" sorrido con un inchino. In una delle sontuose sale della corte imperiale, mi trovo circondata da nobili e dignitari romani. Un consigliere anziano si avvicina con un sorriso formale. "Daphne, mi ricordo di te dai tempi di Marcus, non sembri cambiata affatto".

"Saranno i continui viaggi" sorrido incerta. "L'Imperatore ti ha accolto nella sua corte, e questo ha destato curiosità e interesse," continua il consigliere. "Ti consiglio di essere astuta, molti qui cercano l'opportunità di avanzare le proprie ambizioni."

L'imperatore, osservando dalla sua posizione elevata, sembra attendere con pazienza. La notte cade sulla città eterna, e delle dame mi accompagnano nella stanza che mi ha riservato l'imperatore Nerone.

La stanza è adornata con drappi di seta dai colori ricchi e arredi sontuosi. Il letto, imponente e decorato con intagli intricati, occupa il centro della stanza. Le pareti sono ornate da pitture raffiguranti scene mitologiche, mentre lampade a olio diffuse una luce soffusa.

Con grazia, mi avvicino al letto e osservo il soffitto decorato. Le dame mi offrono una veste leggera e delicata per la notte. Dopo essermi spogliata degli abiti che mi aveva offerto quella donna, indosso la veste notturna e mi distendo sul letto, cercando di trovare conforto in quell'ambiente lussuoso.

ante diem XV Kalendas Aprilis 63 d.C

Tornata a Roma non ci è voluto molto per riadattarmi agli intricati meandri della corte imperiale. Nerone mi ha preso nelle sue grazie e sua moglie, Poppea, è diventata la mia migliore amica. Insieme, abbiamo condiviso segreti, riso e pianto di fronte alle sfide della vita a corte. Poppea e io abbiamo sviluppato una connessione profonda, cementata dalla comprensione reciproca delle pressioni che gravano su di noi.

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