49. Leptis Magna

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ante diem VI Nonas Januarias 188 d.C

Allontanata da corte, mi ritrovai in una sorta di esilio involontario. Lontana dai corridoi di potere, cercai rifugio tra i ricordi delle mie avventure passate, delle passioni vissute e delle tragedie che avevano segnato la mia vita.

Camminando tra le rovine maestose di Leptis Magna, la mia anima, ormai stanca delle intricazioni della politica e dei giochi di potere, cercava un rifugio tra le antiche pietre di questa città romana lontana da Roma. I raggi dorati del tramonto tingevano il cielo di tonalità calde, e la brezza del Mediterraneo portava con sé il profumo salato del mare.

Camminando tra le strade di Leptis Magna, il mio sguardo si incrocia con quello di un uomo la cui presenza irradia saggezza e serenità, vestito con la toga del potere, si avvicina con un sorriso gentile, e i suoi occhi riflettono la vastità dell'esperienza vissuta. "Cosa ci fa una così bella ragazza sola tra queste strade?" mi chiede smontando da cavallo.

"Sono qui per cercare un po' di serenità lontano dal caos di Roma. Leptis Magna sembra il luogo ideale per riscoprire la quiete." rispondo con un sorriso. L'uomo annuisce "Hai scelto saggiamente. Questa città offre un rifugio dalla frenesia del mondo, un'oasi di storia e tranquillità. Ad ogni modo, mi chiamo Settimo Severino" sorride. "È un piacere conoscerla, sono Daphne".

Mentre parliamo, il sole del pomeriggio scintilla sulle rovine circostanti, e il suono lontano delle onde del mare aggiunge un sottofondo rassicurante. "Se hai bisogno di guidance o compagnia, sono qui," offre Settimio Severo con sincerità. "A dire il vero, se non sembro troppo indiscreta, avrei bisogno di un posto dove stare" confesso.

Settimio Severo sorride con gentilezza. "Sei benvenuta nella mia casa, Daphne. Troverai pace e conforto qui." Attraversiamo le strade polverose fino a giungere a una sontuosa residenza. La casa, circondata da giardini verdi e fontane tranquille, riflette lo splendore di un uomo di potere.

Entrando, mi colpisce l'architettura raffinata: pavimenti di marmo fresco, pareti ornate da affreschi che narrano storie di antichi miti e mobili pregiati che emanano un profumo di legno esotico. "Questa sarà la tua dimora finché desideri, Daphne. Spero possa portarti conforto," afferma Severo con un gesto accogliente.

Ci sediamo in uno degli eleganti giardini interni, dove la brezza porta con sé i profumi dei fiori circostanti. Il suono dell'acqua che scorre nelle fontane crea una melodia rilassante

Mi ritiro nella stanza assegnatami da Settimio Severo. Le pareti sono decorate con tessuti ricamati e le finestre lasciano filtrare la luce argentea della luna. Una leggera brezza profuma l'aria di salmastro, portando con sé il richiamo distante del mare.

Dopo una giornata ricca di emozioni, mi immergo nella serenità del momento. Indosso una veste leggera di tessuto pregiato, sentendo la morbidezza del lino sulla mia pelle. La luce tremula di una lampada a olio crea un'atmosfera avvolgente mentre mi preparo per la notte.

"Farete visita ai vostri sogni," commenta Severo con un sorriso, rassicurandomi della sua gentilezza. "Dormite bene, Daphne."

"Vi ringrazio per la vostra ospitalità," rispondo, chiudendo gli occhi mentre la stanza si riempie dei suoni notturni di Leptis Magna.

ante diem V Nonas Januarias 188 d.C.

Il mattino a Leptis Magna si schiude con la delicatezza di un petalo al primo raggio di sole. Mi sveglio nella stanza ospitale di Settimio Severo, avvolta dalla quiete dei primi raggi di luce.

Faccio colazione in giardino, dove il profumo dei fiori si mescola al sapore dolce delle datteri freschi. Una giovane donna si avvicina a me. "Benvenuta a Leptis Magna, Daphne," mi saluta indossa abiti dai colori vivaci che sembrano riflettere la ricchezza e la diversità del suo mondo. I suoi capelli scuri cadono morbidi sulle spalle, e gli occhi profondi raccontano di esperienze che abbracciano imperi e culture "Mi chiamo Giulia Domna" continua con un sorriso caloroso. "Mio marito, Settimio, mi ha raccontato della tua storia, e sono lieta di averti qui con noi. afferma Giulia Domna che osserva il panorama circostante con uno sguardo contemplativo. "Mi auguro che il nostro soggiorno qui possa portarti pace e rinascita."

"La tua gentilezza è una cura per l'anima," rispondo con gratitudine. "Le avventure a Roma mi hanno portata lontano."

Giulia sorride, toccando il mio braccio con affetto. Mentre il sole inizia a salire nel cielo, le nostre parole danzano tra le foglie degli alberi e i fiori che ornano il giardino di Settimio Severo. Settimo Severino si avvicina a noi "Sono felice che vi siate conosciute" sorride "Daphne, vorrei parlarti di una questione di famiglia" afferma con serietà. Annuisco alzandomi dalla panca di marmo "Sarei lieto se tu sposassi mio figlio, Geta. Avete su per giù la stessa età e sarei grato di averti in famiglia".

Il mio sguardo incontra quello di Settimio Severo, e una sensazione di profondo rispetto permea l'aria. "Onorerò la tua proposta, Settimio Severo. Accetto con gratitudine la possibilità di condividere la vita con tuo figlio, Geta. Che questo passo possa portare gioia e prosperità alle nostre famiglie."

Settimio Severo organizza un incontro formale tra Geta e me nella sontuosa sala da pranzo di casa sua. L'atmosfera è carica di aspettative e rispetto, mentre entrambi ci avviciniamo con una certa solennità.

Geta, con l'abito formale che lo rende ancor più imponente, mi rivolge uno sguardo gentile. "Sarà un onore chiamarti mia moglie, Daphne," dice con sincerità. "Spero che questo incontro possa segnare l'inizio di una connessione profonda tra noi."

Rispondo con un sorriso caldo. "Il piacere è tutto mio, Geta. Spero che insieme possiamo costruire un futuro ricco di felicità e comprensione."

Le parole, cariche di significato, si perdono nell'eleganza della sala da pranzo, mentre il destino intreccia ulteriormente i nostri cammini.

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