ante diem XII Kalendas Ianuarias 193 d.C.
Mentre mi immergo nella tranquillità del giardino, una lettera urgente giunge nelle mie mani. Le parole scritte narrano la fine di un'era, la morte dell'imperatore Commodo. Il mio cuore si carica di pensieri e riflessioni, e Leptis Magna, sebbene distante da Roma, non può restare immune dal turbinio degli eventi imperiali.
Le notizie della morte di Commodo mi raggiungono come una freccia scagliata dal fato. Leggo ogni parola con il cuore che batte veloce, e il peso della realtà si fa sentire. Settimio Severo avanza da lontano, vedendo il mio sguardo preoccupato. "Daphne, ho sentito delle tragiche notizie da Roma. Come stai?" chiede con sincera preoccupazione.
"Le sorti dell'impero sono cambiate, Settimio. La morte di Commodo apre la strada a un futuro incerto." Rispondo, cercando di nascondere l'ansia nei miei occhi. "Leptis Magna può non essere Roma, ma sento che il suo destino è legato agli eventi che si svolgono laggiù."
"La tua presenza qui ha portato un nuovo respiro a questa città. Non so cosa riserverà il futuro, ma so che affronteremo insieme ciò che verrà," dice Settimio, la sua mano stringe la mia con forza.
In un angolo del giardino, osservo il mare in lontananza, pregustando i cambiamenti che si profilano all'orizzonte. La storia di Roma si dipana, e ora, anche Leptis Magna sente il richiamo del destino.
La notizia della morte di Commodo si diffonde come un raggio di luce tra le colonne di Leptis Magna. Geta, il figlio di Settimio Severo, si avvicina con una mossa circospetta. "Daphne, ho sentito delle nuove circostanze a Roma. Questo cambierà molte cose," afferma con gravità. "Lo so, Geta. Il destino dell'impero è in bilico, e Leptis Magna non sarà immune dagli sconvolgimenti che seguiranno," rispondo, fissando l'orizzonte. "Ma la tua famiglia sarà al centro di questi avvenimenti."
ante diem V Kalendas Ianuarias 193 d.C.
Sotto ordine di Settimo Severino ci prepariamo per il viaggio verso la capitale. Sulle carrozze attraversiamo le strade polverose di Leptis Magna e salutano la città che li ha accolti e per un periodo ha accolto anche me.
Imbarcati su navi eleganti, solchiamo le acque del Mediterraneo, mentre la brezza marina porta con sé il profumo salmastro. Navigando sulle acque azzurre, le onde si infrangono dolcemente contro lo scafo della nave, un ritmico accompagnamento al nostro viaggio. Il cielo è dipinto con sfumature di blu e bianco, mentre il sole avvolge tutto con il suo calore.
Geta si unisce a me sul ponte della nave, e il vento scompiglia lievemente i suoi capelli scuri. "Daphne, tu sei già stata a Roma, com'è lì?" chiede con uno sguardo pensieroso. "È un regno che abbraccia culture, tradizioni e sfide," rispondo, fissando il mare infinito. "Ma anche in questa grandezza, c'è sempre una connessione con la terra, con le radici che ci rendono chi siamo."
Geta annuisce, contemplando l'orizzonte. Mentre la nave solca le acque, le nostre parole si mescolano al canto del vento e al suono delle onde, simboli di un viaggio che riflette la complessità e la bellezza dell'impero che chiamiamo casa.
Attracchiamo al porto di Roma, dove l'entusiasmo e l'ansia si fondono in egual misura. Veniamo accolti da emissari di corte, che ci guidano attraverso le intricate vie di Roma fino a raggiungere il Palatino, il cuore del potere imperiale. "Principessa Daphne, è un così grande piacere rivederla" mi sorride un senatore "Principessa Daphne," sussurra un consigliere, "le nostre condoglianze per la perdita di vostro nipote"
"Le vostre parole sono un conforto," rispondo con la grazia che il momento richiede, "Ma è pur sempre stato lui l'uomo che mi ha allontanata da casa portando via con sé anche Lucio" continuo anche se dentro di me si agita una tempesta di emozioni.
Mentre attraversiamo le sale imponenti del palazzo, i corridoi si trasformano in un labirinto di ricordi. Ricordo le risate con i miei figli e la complicità coi miei mariti che ho spesso fatto diventare grandi nel loro ruolo. Ora, il silenzio pesante riempie lo spazio che una volta era colmo di vita. "Principessa Daphne," mi chiama un servitore, "vi accompagneremo alle vostre stanze. Abbiamo preparato una residenza adatta al vostro rango."
Mentre mi allontano dagli sguardi curiosi e dai corridoi che evocano fantasmi del passato, sento il peso del lutto e dell'incertezza che giace davanti a me come una strada intricata. La mano di Geta si posa sulla mia spalla "Sembri preoccupata".
"Va tutto bene, solo qualche ricordo del passato" gli sorrido come per rassicurarlo. È un ragazzino, ma ho guidato imperatori della sua stessa età, spietati e crudeli.
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La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)