91. Nato morto

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17 aprile 998 d.C

Il tempo scorre lentamente nei corridoi di Hogwarts, carico di tensione e incertezza. Mi ritrovo sulle tranquille coste del Lago Nero, osservando la superficie scura che riflette il cielo serale. Il suono leggero delle onde accompagna i miei pensieri mentre il vento freddo accarezza il mio viso.

All'improvviso, una presenza familiare emerge dall'ombra. Salazar Serpeverde si avvicina, il suo sguardo penetrante rivolto verso di me. "Emyris mi ha parlato del bambino," afferma con voce pacata, rivelando la conoscenza che ha acquisito da Merlino. I miei occhi incontrano i suoi, cercando di nascondere l'angoscia che si annida nel mio cuore. "Che ci fai tu qui?," chiedo innervosita dalla sua presenza. Salazar sorride leggermente, la sua figura imponente rispecchia un misto di saggezza e preoccupazione. "Merlino mi ha informato, e sentivo il bisogno di parlarti," risponde con calma, cercando di dissipare la tensione nell'aria. "Come sta Seraphina?"gli chiedo. "Nostra figlia sta crescendo bene e mostra già i segni della sua magia," risponde Salazar con un tono paterno. "Mi manca" affermo. "Manchi anche a lei" afferma accarezzando il mio viso "E a me".

"Potrò mai rivederla?" gli chiedo. "La porta è sempre aperta, sta a te entrare" mi risponde Salazar. Annuisco, ma improvvisamente, il suono di ali battenti cattura la mia attenzione. Merlino appare con Anacleto, il gufo, posato maestosamente sulla sua spalla. Il bianco dei suoi capelli e il blu profondo degli occhi creano una presenza eterea mentre si avvicina.

"Daphne," mi chiama con voce gentile. "Ho pensato che forse vorresti parlare con Salazar" afferma. "Non cambierò la mia idea. Ho già preso la decisione e la porterò a termine" affermo con fermezza. Merlino ascolta con attenzione le mie parole, il suo sguardo riflette comprensione mista a preoccupazione. "Daphne, capisco che sia una decisione difficile," dice con tono rassicurante. "Ma forse, parlarne con Salazar potrebbe darti una prospettiva diversa. Non è mai troppo tardi per cercare un accordo o trovare una soluzione insieme." Anacleto, il gufo, inclina la testa come se approvasse le parole di Merlino. "Salzar deve pensare alla figlia che ha, non a me e non a un propronipote che nessuno vedrà mai vivo" dico con freddezza. "Daphne, capisco che il tuo pensiero è rivolto a nostra figlia, anch'io penso a lei ma non posso non pensare a te" mi dice Salazar prendendomi la mano. "No tu non capisci, non puoi capire, nessuno qui può" affermo mentre i miei occhi iniziano a bruciare trattenendo le lacrime "Ho perso mariti, amanti e figli, li ho visti tutti morire senza che io li volessi perdere. Nessuna madre vive bene sapendo di aver perso un figlio ma ormai ho perso il conto di quanti sono nell'Ade. Vivere in eterno è una maledizione e questa volta, per una dannata volta in vita mia, ho deciso di perdere questo figli ancor prima di fargli emettere il primo respiro".

Prima che uno dei due possa ribattere scappo via, rifugiandosi tra le mura di Hogwarts. Le lacrime scorrono silenziose lungo il mio viso, mentre cerco rifugio nei corridoi familiari. Tra le lacrime che offuscano la mia vista, appare una figura avvolta da un'aura di maestosità. Gli occhi di Afrodite, carichi di saggezza e gentilezza, si posano su di me. "Daphne, mia dolce figlia," sussurra con voce eterea, avvicinandosi a me. "Non sei sola. L'amore può essere una forza incredibile, e forse c'è un modo per accogliere questo nuovo capitolo senza sacrifici così dolorosi."

Mi abbraccia con delicatezza, e la sua presenza divina porta una consolante calma nel mio cuore ferito. "Nella vita e nell'eternità, l'amore può essere la luce che guida il cammino," afferma, i suoi occhi riflettendo una comprensione profonda. a, madre, non posso rischiare di perdere ancora," dico con voce sommessa.

Afrodite si siede accanto a me, creando un'atmosfera di divina serenità. "L'amore è un'arte complicata, ma può anche essere la nostra più grande forza. Non temere di amare e di essere amata, anche nell'eternità" afferma ma lentamente sento il suo calore svanire e petali di rose avvolgermi. Rimango sola nella camera di Serpeverde, con il peso di una decisione che hanno definito crudele ma anche ciò che è capitato a me può essere definito tale, eppure nessuno è andato a rinfacciarlo.

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