Capitolo 4. Messaggi in segreteria.

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Los Angeles
Peach  Pit
La serata di lavoro per mister Busicchio volgeva al termine. Poca affluenza al locale, persino per un giorno infrasettimanale. Da un pochino di anni non era più la stessa cosa. Ancora qualche tavolo da liberare e sarebbe potuto rincasare. Tra questi uno era occupato da una coppia ben nota al Peach Pit, ingarbugliata in una conversazione sulla scelta del nome dell'imminente nascituro. David proponeva il nome del padre, Mel, mentre Donna, che già immaginava le infinite discussioni con Felice alla quale il dentista non era mai andato a genio, avrebbe voluto chiamare il figlio Ethan; semplicemente gli piaceva quel nome. In ogni caso, erano molto eccitati all'idea di diventare genitori, dopo anni di tentativi finalmente il coronamento di un sogno.
"Ragazzi, perchè non chiamarlo Nat? Il nome per una buona forchetta, quale sarà il piccolo Silver!" Sorriso a 32 denti, Nat si era parato innanzi a loro con una soluzione che, a dire il vero, era stato accolta in maniera tiepida.
Donna, con un po' di imbarazzo: "Ehm, si Nat, ci penseremo, ma grazie per il tuo contributo".
"Già, ci penseremo" disse David distogliendo lo sguardo " promesso";
Nat colse il sarcasmo, ma quelli erano sempre i suoi ragazzi "Nathan è un gran nome"
Si spalancarono le porte ed entrarono a passo lesto Steve e Brandon.
"Busicchio presto, due hamburger al tavolo 8, ben cotti!". Nat avrebbe riconosciuto quella voce tra un milione. Non riusciva a crederci, né  alle sue orecchie nè ai suoi occhi, gli sembrò che tirassero un brutto scherzo. Ma si arrese ai fatti quando vide David schizzare in direzione del nuovo entrato ed abbracciarlo con affetto "Brandon! Che ci fai qui? Che bella sorpresa!" e Donna, munita di pancione, con fatica si tirò su dalla panca "ragazzi, ma vi sembra modo di comportarvi? Giocare con le emozioni di una donna incinta in questo modo" e si sciolse in un sorriso, sostituendo il marito tra le braccia di Walsh.
Steve mise una mano sulla spalla di Nat, ancora senza parole e con gli occhi lucidi "riprenditi amico, non è un fantasma; è Brandon, ricordi il ragazzo del Minnesota che serviva ai tuoi tavoli?".
"Ma certo che me lo ricordo, vieni qui ragazzaccio, fatti abbracciare!!".
Brandon era felice come credeva di non essere da tempo, forse anni. Alcuni degli amici più cari di sempre lo circondavano ed inondavano di affetto, all'interno del luogo che era stato per lui una seconda casa. Non avrebbe voluto essere in nessun altro posto in quel momento; ebbe la sensazione di essere proprio al centro del mondo. Il suo mondo. "Quanto ti fermi?" chiese con una piccola smorfia di dolore Donna.
"Solo 3 mesi; sono qui per lavoro".
"Solo 3 mesi?" esclamó  Nat "Ma è un'eternità, non so se sono pronto a sopportarti nuovamente tutto questo tempo....vieni qui, fatti abbracciare di nuovo" e tutti risero, si presero a gomitate, fecero ammiccamenti. Dopo un tempo che sembrava infinito, il gruppo (o meglio, una parte) si era ricompattato attorno quello che per anni ne era stato il perno. E che ora tornava a reclamare il suo posto. Anche se ancora non ne era pienamente consapevole.
Brandon diede una rapida occhiata a Donna. Sapeva che in pochissimo tempo Kelly sarebbe venuta a sapere del suo ritorno in città e si pentì per non averla chiamata. Cosa era successo davvero? Da quando il suo orgoglio non permetteva di prendere un telefono in mano? Fare un saluto? Avvertire gli amici?

Londra
JT aspettava nel salotto di Brenda
"Facciamo tardi" sbuffó sonoramente
"Lo so... lo so.. ho fatto"
Il telefono squillò "lascia rispondere la segreteria" tuonó Brenda dal bagno "sarà mia madre a quest'ora"
Tre squilli. "
Ciao sono Brenda Walsh non sono in casa lasciate un messaggio vi richiamerò appena possibile"
"Ciao straniera, sono Dylan" si sentì solo una piccola pausa imbarazzata "non ci sentiamo da molto lo so. Volevo dirti che sono in città per qualche giorno. Ecco magari avevi voglia di prenderti un caffè con me. Chiamami al 75989023" si sentì il bip finale che fu come una lama per Brenda.
JT temeva quello che avrebbe visto sul viso di Brenda non appena fosse uscita dal bagno. Aveva conosciuto Dylan nei due anni che aveva vissuto con Brenda. Era un tipo simpatico, un po' lunatico e sfuggente ma poteva ben comprendere cosa affascinasse tanto Brenda.
Non avevano più parlato di lui da quando era sparito. Brenda non ne aveva parlato e lui non aveva chiesto.
Brenda uscì dal bagno con una faccia da funerale. Era assurdo come quella voce risalisse come schiuma dalle viscere della sua anima e divorasse ogni cosa. E lei era sempre senza difese.
Si avvicinó alla segreteria telefonica dove lampeggiava il numero 1. Un messaggio. Premette il tasto di cancellazione.
"La segreteria non contiene messaggi"
"Andiamo" disse a JT.

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Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora