Capitolo 68. Famiglia.

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Brenda e Dylan si erano addormentati tardi. Avevano giocato nel letto come bambini. Dylan cercava di disinnescare l'ansia di Brenda per la prima di quella sera. E alla fine era crollato e lei insieme a lui. Come due adolescenti al primo amore, si erano tenuti stretti come se la notte potesse strapparli via da un momento all'altro. Come se la notte potesse fargli del male.
Non sentirono subito il campanello suonare.
Bussarono più forte e Brenda aprì gli occhi.
"Che ore sono!? Sarà JT."
"Vado io" disse Dylan scivolando giù dal letto. Si infilò le mutande e una maglietta. Brenda si rigirò dall' altra parte.
Dylan teneva ancora gli occhi chiusi quando aprì la porta convinto di trovarsi davanti JT con un paio di cornetti italiani e un'aria di festa.
"Arrivo" disse.
Il click della porta gli mise davanti Jim e Cindy. Allegri e colorati. A seguire Brandon, Kelly, Sammy e Steve. Ci fu un attimo di silenzio.
"Oh Dio" disse lui "ma non dovevate arrivare oggi pomeriggio?"
"Sorpresa!" cinguettò una Cindy allegra come sempre. Non fece caso al fatto che Dylan non era neanche vestito.
"Papà!" Sammy sbucò da dietro l'angolo e si avvinghiò alle sue gambe. Questo ferì un po' Brandon. Non si avvinghiava mai alle sue. E come avrebbe potuto? Lo vedeva la sera. Sgattaiolava via la mattina presto. Sammy parlava con lui ma quella vita a metà non gli permetteva di conoscerlo e di farsi conoscere. Lui non era il padre. Il padre era Dylan. E questo non sarebbe mai cambiato. Brandon assaporò per un momento un ricordo lontano a cui aveva pensato spesso. Quel figlio mai nato che si avvinghiava alle sue gambe. Kelly era una madre. Era appagata dal suo essere madre. E loro vivevano in appartamenti diversi. E altre milioni di cose. Brandon voleva suo figlio. Sua figlia. Voleva essere padre. E se ne accorgeva ogni volta che vedeva Sammy stringersi a Dylan.
Quell'affastellamento si perse quasi subito dalla mano di Kelly che inconsapevole si strinse alla sua.
Dylan disse che Brenda stava dormendo. Li invitò ad entrare.
Sarebbe andato a svegliarla.
"Era JT?" chiese lei quando lo sentì rientrare in camera.
"Non proprio."
Brenda alzò la testa scapigliata dal cuscino "e allora chi è?"
"Una sorpresa" la baciò nella luce del mattino " ma ti conviene vestirti, tutto quello che vuoi, mettiti quello che capita, ma non andare nuda in salotto".
Brenda non decifrò il sorrisetto cretino di Dylan. Infilò una tuta sulla pelle nuda e uscì facendosi una coda al volo.
Quello che vide fu il suo mondo concentrato nel suo appartamento.
Non era sicura di vederli davvero anche perché nessuno di loro si muoveva. Tranne Sammy che stava mettendo le mani ovunque.
"Dylan?" chiese Brenda.
"Si?"
"Vedi anche tu chi vedo io? Intendo sono anche nel tuo campo visivo?"
"Intendi tua madre, tuo padre, tuo fratello, Steve, Kelly e Sammy?"
"Si"
"Si" rispose lui ridendo " li vedo anche io."
"O mio Dio!" Brenda scoppiò in un pianto liberatorio e corse ad abbracciare soprattutto Jim e Cindy. Suo fratello. La sua famiglia. Insieme nella sua casa. Baciò Steve e Kel. Salutó Sam.
Kelly la guardava muoversi dentro il suo appartamento, la sua vita. Era dunque quello il posto in cui Brenda si era nascosta mentre scontava il suo dolore. Erano quelli gli oggetti che toccava, ciò che vedeva dalla finestra. Era lì che muoveva i suoi passi solitari. Non si era mai fermata veramente a pensare a come fosse la vita di Brenda lontana da BH. A quanto il suo finale di fatto fosse vincente. Se ne era andata. Aveva trovato coraggio e forza. Da sola. Per se stessa. Come aveva provato a fare lei ma solo anni e anni dopo.
Kel salutò Dylan sotto gli occhi attenti di Brandon. Lasciò che Sammy travolgesse il padre. Era un po' che non si vedevano. Ormai Sammy aveva maturato una certa consapevolezza sulla figura del padre. Qualcosa che altri bambini non avevano l'onere di dover creare.
JT arrivò davvero con due cornetti italiani e rimase a bocca aperta, brandendo il sacchetto e il caffè caldo.
"Il famoso JT" disse Cindy.
"Non ce ne è per tutti" disse lui scatenando l'ilarità generale.
"Siamo solo venuti a salutarti" disse Jim abbracciando forte la figlia "torniamo in albergo e ci vediamo più tardi".
JT teneva gli occhi su Brandon. Lo trovava estremamente attraente e osservò molto da vicino la famosa Kelly. Dunque era così che era fatta. Era questa la forma che aveva. Era molto bella. Un misto di una antica tristezza e di una nuova luce.
Salutò energicamente Steve con il quale scambiò piacevoli battute.
Steve stesso si sentiva un pesce fuori d'acqua, che ci faceva lui li? Con loro? Cosa c'entrava?
Il suo disagio montava finché non venne spezzato proprio da JT. Era un tipo gentile. Allegro. Dalla battuta pronta. Proprio come lui.
Forse quei giorni non sarebbero stati così terribili. E poi era a Londra. Forse qualche bella ragazza l'avrebbe conosciuta. Bastava anche meno di qualche ora. Doveva trovare qualche bar. Chiese a JT.
"Vuoi sapere se conosco qualche locale?" JT rise "ah voi americani."
Steve non capì subito ma quel ragazzone lo metteva a suo agio, chissà perché gli piaceva. Non ci mise molto a registrare come osservava Brandon e a capire il resto del bagaglio che si portava dietro JT. Fece training per non dire battute imbecilli che in altri tempi avrebbe sciolto nell'aria.
"Ci vediamo dopo" dissero corali mentre uscivano dall'appartamento.
Jim e Cindy ancora si tenevano per mano e questo non passò inosservato né a Brenda né a  Brandon. Li fece sorridere, li fece sentire di nuovo una famiglia.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora