130. Catalina

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Brandon era seduto sulle sedie preparate nel giardino della scuola insieme a Dylan e Brenda, in mezzo agli altri genitori. Tutti fieri ed emozionati. Teneva in braccio la piccola Grace prossima al sonnellino. Era evidentemente teso. Kelly non era ancora arrivata, il telefono non raggiungibile. Ultimamente era diventata un'impresa poter parlare con lei. A mano a mano che i giorni erano passati la vedeva più distante, e in fondo al cuore cominciava a farsi spazio qualche crepa nella resistenza. Temeva che si formasse qualche tipo di distanza. Non voleva perdere Kelly. Forse era la prima volta che se lo doveva chiaramente.
Di fianco a lui la sedia vuota riservata a Kelly. Aveva promesso di arrivare in tempo. Brandon tirò un sospiro. C'era anche il problema in ufficio. Claudia aveva messo a segno un colpo non da poco, una intervista con  i Kennedy,Dannazione se era brava quella ragazza. Forse se lo meritava il posto direttivo. Forse avrebbe svolto quel lavoro meglio di lui.
I ragazzini entrarono in una fila ordinata. Sammy era vestito da indiano d'America e sorrise alla sua famiglia allargata. Il viso disteso, un veloce saluto con la mano.
Brandon sentì una veloce presenza accomodarsi vicino a lui. Sentì il profumo di lei. Si girò e sorrise appena vide il volto di lei. Era contento che avesse fatto in tempo. Era contento di averla li. Bella con il suo tailleur chiaro.
"Mi sono persa qualcosa?" chiese sottovoce prendendo Grace fra le braccia.
"Ancora no" sussurrò Brandon "è appena cominciato" le disse mentre lei afferrava la mano di lui. Come le era mancato. Si era tormentata in quelle settimane così frenetiche. Era felice della bufera di cose che le stavano accadendo, ma la sera quando tornava a casa sentiva la terribile mancanza della quotidianità con la sue famiglia. Lei per prima che conosceva la mancanza di un genitore. Si ripeteva che era ancora per poco, che era una grande occasione, pregava che Brandon resistesse. Lo guardava dormire a fianco a lei. Capiva il sacrificio. E mentre lo guardava in un secondo il suo viso si incendiava e non riusciva a trattenere le lacrime.
Kelly fece un veloce saluto a Dylan e Brenda che ricambiarono il sorriso.
La recita andava avanti con canti e balli dei piccoli rappresentanti dell'esercito americano e degli indiani.
Furono improvvisati balli e canzoni. Sammy aveva una sola battuta " la libertà è nel cuore degli uomini" . L'aveva provata per giorni con Brandon e zia Brenda che era una attrice e quindi più brava di chiunque. Lo aveva raccontato Brandon a Kelly, la sera dopo che tornava e si sdraiava vicino a lui e Kelly assorbiva tutti i racconti di Brandon. Tutte cose che normalmente Sammy avrebbe fatto con lei.

"La libertà è nel cuore degli uomini!" recitò il piccolo indiano Sammy. Lo disse un po' urlando perché tutti sentissero bene. Forse troppo.
Kelly si commosse. Grace si svegliò per gli applausi.
"Ci penso io" disse Kelly a Brandon e si spostò in fondo al giardino per calmarne il pianto.
Vide passare ed uscire Dylan alzatosi velocemente per rispondere al telefono.
Una telefonata breve e che regalò a lui un sorriso. Kelly lo osservò per poco mentre Grace si addormentava di nuovo sulla spalla della madre che la dondolava in una litania che potevano sentire solo loro due.
Quando la recita finì si incamminarono tutti insieme verso l'uscita.
Sammy teneva ancora il suo completato da indiano. Dylan pensó che probabilmente non lo SHe e è tolto più.
"Come è andata con l'offerta del McDonald?" chiese Brandon.
"Ho rifiutato" rispose Dylan sicuro che la cosa avrebbe fatto piacere a tutti "ma ho appena ricevuto una telefonata interessante, pare che finalmente ci sia una offerta seria di un privato per acquistare il Peach."
"Davvero?" Chiese Kelly " e chi è?"
"Non lo hanno detto" rispose Dylan scuotendo la testa "ho appuntamento domani mattina."
Si avvicinarono alle rispettive auto.
"Che ne dite se andiamo a mangiare fuori insieme? Finalmente ho Kelly a casa per cena" disse stringendole la vita.
"Veramente" disse Brenda avvicinandosi al fratello e prendendo la piccola Grace dalle braccia di Kelly "so che hai già un impegno questa sera."
"Davvero?" chiese Brandon corrucciando la fronte.
"Già" rise Brenda allontanandosi con Sammy, Dylan e Grace "ti assicuro che andrà tutto bene. Ci vediamo domani mattina."
Brandon e Kelly rimasero da soli. In mezzo al prato della macchina.
"Che succede?" chiese lui guardandola sorpreso.
Kelly gli mise le mani intorno al collo e lo avvicinò a sè.
"Sono state settimane difficili e ne arriveranno altre, ho pensato che ci meritavamo una pausa. Per cui" disse stringendosi un po' di più e baciandolo sulle labbra "ho affittato una barca per fare un giro a Catalina. Passeremo la notte li. Senza ritardi. Senza interruzioni. Senza bambini che cercano di sfondare la porta. Solo io e te. Possiamo fare il bagno. Possiamo mangiare. Possiamo fare tutto quello che vogliamo" lo ribaciò più profondamente " torniamo domani pomeriggio e proviamo ad andare avanti. Che ne pensi?"
Brandon sentì la sua ragione per sorridere, la percepì chiaramente farsi viva. Bruciare. Tirarlo in mezzo. Quel viaggio insperato era esattamente quello di cui aveva bisogno. Per togliere ogni pensiero. Chiudere gli occhi. Stringersi a lei. Sentirne la pelle. Ritrovarsi. Solo lui e lei. Recuperare il tempo e il sacrificio a cui stavano sottoponendo quel "noi" che in mezzo al mare resisteva nella promessa di un tempo migliore. Di aria nei polmoni.
Kelly lo prese per mano, si voltò e gli sorrise mentre il sole del pomeriggio le illuminava i capelli biondi. Brandon pensò che probabilmente quell'immagine l'avrebbe portata nella memoria per sempre.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora