Capitolo 84. Castelli di sabbia.

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Quella domenica mattina il Beach Club organizzava l'appuntamento che da anni intratteneva gli ospiti della spiaggia: la rassegna dei "Castelli di sabbia". Chiamarli in questo modo era abbastanza riduttivo; alcune strutture erano delle vere e proprie opere d'arte. La giornata era soleggiata, ma non soffiava il benché minimo alito di vento, il ché portava i presenti a fare frequenti capatine in acqua per cercare un po' di refrigerio. Steve si era presentato al club alla buon'ora, accompagnato dalla sempre più presente Maddy. Janet lasciava ampio spazio a padre e figlia, lei poteva godersi l'estate in libertà e Steve provava a recuperare il tempo perso. Forse a discapito del lavoro, ma il ragazzo era un impulsivo, un sentimentale e aveva deciso che in questa fase della sua vita doveva essere un buon padre e non fare quattrini o simili. Era arrivato in spiaggia da solo, visto che Brandon trascorreva sempre più notti in casa Taylor; aveva sistemato le loro cose nella cabina ed aveva guadagnato la piazzola che l'organizzazione aveva assegnato al suo gruppo per quella che sarebbe stata l'opera dell'anno. O almeno queste erano le sue intenzioni. Il giorno prima, dopo accesi dibattiti al chiar di luna, la sua proposta l'aveva spuntata su quella degli altri due contendenti: Sanders voleva ricreare un unicorno impegnato ad attraversare un arcobaleno (per la felicità della piccola Maddy), David voleva riprodurre un giradischi gigante ed Andrea aveva intenzione di ergere un mini Empire State Building. La proposta di Donna, che in onore dei vecchi tempi voleva ricostruire la torre Eiffel, come nell'ultima ed unica competizione a cui aveva partecipato, non fu presa neanche in considerazione.
"Tu sei completamente pazza" l'aveva apostrofata Kelly, il cui ricordo di quelle giornate bastava per metterla di malumore e farle tornare in mente il triangolo con Brenda e Dylan, l'opera teatrale, i documenti da non firmare e la conversazione che da lì a poco sarebbe stata costretta ad affrontare senza la minima voglia. Un volo pindarico che Donna non colse, ma che Brandon aveva ben chiaro.
Steve stava stendendo il poster che avrebbe fatto da ispirazione quando il pianto di Ethan annunciò i coniugi Silver. Maddy, che adorava i bambini piccoli, si precipitò da loro "Zio David, zia Donna!"
"Ciao tesoro", la salutò il ragazzo, mentre la mamma con il piccolo avanzavano già accaldati, nonostante il sole non fosse ancora molto alto.
"Abbiamo sistemato i nostri bagagli nella cabina ed eccoci qui"David era sorridente, nonostante la frecciata appena scoccata nella sua direzione dalla moglie.
"Certo, tu verresti con l'asciugamano, tanto di tuo figlio me ne occupo io."
"Ssssi, dunque Sanders, ti stai dando già da fare vedo....sarà una schifezza."
Sarà meraviglioso" rispose Steve senza neanche guardarlo, preso dall'accatastare la sabbia utile a cominciare i lavori. Come una furia il piccolo Sammy arrivò dalle retrovie e si lanciò sulla buca che il ragazzo stava scavando "Ti aiuto io zio Steve!"
"Oooooh, ben arrivati piccioncini, ciao Andrea"; Brandon, Kelly ed Andrea si unirono al resto del gruppo.
"Dov'è Hannah?" domandò Donna.
"Ha raggiunto il padre, trascorreranno una settimana al mare in Florida."
"Ah, non ne avevi parlato."
"Ma come – s'infilò nel discorso Brandon – sono settimane che non parla di altro."
"Devo essere nuovamente stanca" osservò la Donna. Kelly, nel frattempo, indugiava con lo sguardo tra Steve ed Andrea, cercando di notare anche la minima reazione alla prospettiva di avere casa Zuckerman disponibile senza incursioni per un'intera settimana. Ma Steve sembrava fagocitato dall'arcobaleno che si accingeva a costruire ed era totalmente assorto dal progetto; o comunque questo era ciò che lasciava trasparire dal momento che Andrea aveva cominciato a parlare. Kel era quasi certa che fosse un'ostentazione di disinteresse; il chè avvalorava la sua ipotesi che tra i due scorresse del tenero da un po' di tempo. Cosa che non la lasciava tranquilla. Ci si poteva far del male.

Flashback della Serata precedente in  Casa Taylor
"Brandon, leggi qui", la sera prima aveva richiamato l'attenzione del ragazzo su una mail appena ricevuta "Dimmi..
"La scrive Claire, dice che tra un paio di settimane sarà a Los Angeles per una conferenza all'osservatorio e ne approfitta per fermarsi  e stare un po' con noi."
"Grandioso, Steve lo sa?"
"Non saprei, qui non dice molto altro. Io gli avevo promesso di invitarla. Andrà a casa del padre, che in questo momento non ospita nessuno; e le farebbe piacere rivederci; ora le rispondo che abbiamo uno spazio al Beach Club e possiamo ospitarla in spiaggia quando vuole."
"Buona idea; ci vuole un po' di pepe nella nostra compagnia" Kelly si alzò dal pc e sorridendo lo abbracciò.
"Noi non ne mettiamo abbastanza?" Chiese Brandon.
"Direi di no, o almeno non quel tipo di pepe, abbiamo il nostro. Personale" e lo baciò.
"Personalissimo" sussurrò lui ricambiando il bacio "e quindi Andrea?"
"La nostra è solo una sensazione, che si basa tra l'altro su una frase buttata lì da un'adolescente in crisi."
"Tu ci credi? Voglio dire, reputi plausibile che Steve ed Andrea stiano condividendo la propria solitudine nell'intimità del talamo dei single? Comunque a casa non traspare niente e non credo che lei vada quando io non ci sono"
"Talamo dei single?"
"Mi è venuta così" fece spallucce Brandon "a volte non so cosa dico.." rise.
"Quanto sei affascinante – disse Kel e lo baciò di nuovo – si, credo che sia possibile. Ma in questo momento mi interessa di più il talamo del piano di sopra"
"Sammy?"
"Dorme da quaranta minuti."
"Ho pensato che domani mattina possiamo partire insieme da qui" disse lui baciandola piano sul collo.
"Questo mi renderebbe davvero felice"
Lui le diede la mano "andiamo su".

Lo squillo del cellulare riportò Kelly al presente. Dylan. Ma non era il suo apparecchio a squillare, bensì quello di Brandon, che lo aveva riposto nella sua borsa.
"Credo sia per te" visibilmente infastidita.
"Grazie, pronto? Ciao bro. Si....ok.....a che ora? Bene, ci vediamo stasera".
Ridiede  il telefono a Kelly.
"Arrivano alle 20.30 da Londra, li vado a prendere all'aeroporto."
"Stupendo – disse Kel, riponendo il cell con rabbia nella borsa – Steve, diamoci da fare; l'unicorno deve essere molto realistico, magari mi aiuta a svignarmela, Steven Spielberg e Robert Zemeckis vogliono circuirmi."
"Chi sono, mamma?"
"Niente tesoro, la mamma sta scherzando". L'atmosfera si era appesantita, almeno per Kel. I bambini erano impegnati a schizzarsi e a giocare. Lei li osservava ma non li stava guardando davvero.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora