Capitolo 74. Aereoporti.

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Arrivarono tutti alle partenze dell'aereoporto di Heatrow con un certo anticipo. Il volo era lungo e intendevano godersi ogni momento insieme. Jim e Cindy andavano in giro per l'area duty free con Sammy. Provavano profumi. Cioccolata italiana. Sapori di ogni parte del mondo. Dylan, Brenda, Steve, Kelly e Brandon rimasero seduti alla caffetteria. Per motivi diversi nessuno dei cinque aveva passato la notte dormendo. Si sentivano stanchi.
"Dormiremo sull'aereo" disse Steve "tanto sono ore e ore di volo".
"Già. Tutte con il sole sul volto" completò Brandon "allora cosa avete fatto tu e Clare?"
I quattro fissavano Steve che non sentì alcun imbarazzo.
"Abbiamo parlato un po'."
"Sul serio?" chiese Dylan malizioso.
Steve fece una giocosa faccia di sufficienza "guardate che ci so parlare con le donne io".
"Non abbiamo dubbi Steve" rispose Brenda sorridendo.
"E come siete rimasti?" chiese Brandon.
"Niente di che. Non siamo andati né avanti né indietro. Magari se qualcuno qui presente volesse invitarla per l'estate a L.A., giusto Kelly?" Steve la guardò ma Kelly non stava badando molto a quello che lui le chiedeva "Kelly?"
Kelly si svegliò dai suoi pensieri "dimmi".
"Dicevo" ripetè Steve "non è che qualcuno ha voglia di invitare Clare per l'estate? Non so in nome vecchi tempi?"
"Certo perché no" rispose lei con sufficienza rimmergendosi in qualunque cosa atttraversasse la sua mente. Era davvero distante. Brandon ogni tanto tagliava con occhi la sua figura. Gli sembrava che volesse fuggire da un minuto all'altro. Cercava di sfiorarla, di tenerle la mano. Di sostenerla. Di convincerla a procrastinare il momento della resa dei conti.
"Che programmi avete per l'estate?" chiese Steve a Dylan.
"Penso che andremo un po' in Ecuador se riusciamo".
"Cosa ve lo impedisce?" chiese Brandon.
Brenda e Dylan si guardarono e poi decisero di rivelare quella breve verità "sembra che la Fox sia interessata a fare del nostro musical un telefilm. Ad acquistarne il format".
"Hei è magnifico!" rispose Brandon dando il cinque a Dylan e a sua sorella.
"Si è magnifico, voglio dire dobbiamo ancora parlarci eccetera, comunque la prima è  andata bene chissà le altre date, chi lo sa magari sarà un flop e nessuno vorrà più acquistare l'idea" precisò Brenda.
"Non dire scemenze" puntualizzò Steve "lo spettacolo è magnifico. La vita reale ha molta più fantasia di noi".
"Comunque" riprese Dylan "abbiamo un sacco di progetti, cose da fare insieme."
"Dovresti venire a trovare tuo figlio" sbottò Kelly facendo voltare tutti verso di lei.
"Certo che vengo" la guardò Dylan con aria irritata.
"Davvero? Quando?" gli rispose Kelly "prima dell'Ecuador? Dopo? Quando?" Kelly stava per tracimare gli argini.
"Mi dici che problema hai?" le chiese Dylan infastidito.
"Vuoi sapere che problema ho? Sentiamo, per impersonare la vita di personaggi reali non vi serve il consenso delle persone da cui traete ispirazione?" Kelly teneva uno sguardo di fuoco.
"Perchè che problema c'è?" chiese Brenda destabilizzata.
"Io non vi do nessun consenso" rispose Kelly togliendo velocemente la sua mano dalla presa di Brandon.
"Per quale motivo?" chiese Brenda sorpresa.
"Perchè non mi piace il tuo spettacolo. Io non sono la persona che hai rappresentato ma intendo esserlo adesso. Per cui se serve il mio consenso non lo avrete mai e anzi mi rivolgerò ad un avvocato".
"Kel" sospirò Brandon preoccupato. Ne avevano parlato tutta la notte. Sapeva che quella personificazione, quella scrittura l'aveva infastidita e quasi ferita ma credeva di aver trovato un equilibrio.
"Davvero Kelly?" chiese Brenda furiosa.
"Certo. Tu vuoi portare questo spettacolo in tutto il mondo. Alla FOX. A destra, a sinistra" la voce di Kelly era tremante di rabbia "quanto tempo credi che ci mettano a risalire a me? Io ho una posizione. Ho una famiglia."
"Stai esagerando Kelly" sbottò Dylan.
Kelly era risoluta e lo fulminò con gli occhi. Stringeva i pugni. Si era alzata in piedi. La voce le tremava. Era evidente che stave trattenendo le lacrime.
"Ti vergogni di cosa esattamente?" chiese Brenda.
"Non mi piace il mio personaggio. Cosa le fate dire. Quello che fa".
"É esattamente quello che è successo" le rispose maliziosa Brenda.
"Ok" Brandon cercò di intervenire "adesso basta".
"Sei la solita invidiosa" Brenda era ancora più furiosa di lei e incedeva "quando creo qualcosa di bello devi venire a togliermelo in qualche modo" ormai Brenda era fuori controllo.
"Basta" anche Dylan capì che non potevano andare oltre.
"Credo che per me sia arrivato il momento di andare agli imbarchi, vado a cercare Sammy" Kelly afferrò la sua borsa in fretta e si allontanò. Brandon cercò di fermarla. Gli altri tre potevano vederli discutere da lontano, Brandon che provava ad arrestarne la corsa, lei che si allontanava veloce.
"Per favore ti vuoi fermare?" le chiese Brandon che la seguiva da vicino.
"Lasciami in pace Brandon."
"Kel" Brandon riuscì ad afferrarla per un braccio "che ti succede?"
Lei non rispose, guardava un punto indefinito e ormai le sue lacrime avevano superato la barriera.
"Andiamo torniamo indietro, chiariamo questa cosa."
"Non voglio chiarire niente, me ne voglio solo andare."
"D'accordo" sospirò Brandon " almeno salutiamoli e facciamo venire anche Steve".
"Sono stanca del tuo mediare continuamente. Stanca Brandon, vai tu, io voglio solo trovare mio figlio e andarmene."
Brandon la guardava dritta negli occhi ma lo sguardo di Kel non era su di lui. Improvvisamente vide Sammy in lontananza con i Walsh. Andò a prenderlo. Salutò Jim e Cindy con calore e cercando di nascondere quello che era appena successo.
Per tutto il volo Kel parlò a malapena e si forzò ad occuparsi quasi esclusivamente di Sammy.
"Ho preso una cabina al Beach Club" le disse improvvisamente Brandon cercando di avere la sua attenzione e un minimo di conversazione "ho pensato che potremmo passare l'estate lì, quando esco da lavoro possiamo lavorare al tuo libro e poi quando Dylan verrà a prendere Sammy, potremmo fare un viaggio".
"Un viaggio dove?" chiese Kel.
"Scegli tu. Non mi importa. Ma io lavorerò per quasi tutta l'estate e quei giorni liberi, non so" rispose Brandon "potremmo passarli io e te da qualche parte. Dove ti piacerebbe andare?"
Brandon avrebbe avuto tutte le ragioni per essere arrabbiato con lei o infastidito. Più volte aveva cercato di fermarla e lei non lo aveva neanche ascoltato. Lo aveva insultato con lo sguardo. Ferito. Avrebbe potuto tirare fuori l'argomento sull'aereo ed imbastire una discussione invece gli offriva un viaggio romantico. Qualcosa solo per loro due.
"Che ne pensi dell'Italia?" chiese Kelly.
"Italia sia" rispose Brandon disteso.
"Bran?" Kelly sentì l'improvvisa voglia di spiegare ma Bran la fermò molto prima "non sull'aereo Kel, magari a casa ne parliamo".
"Quale casa?" rispose Kel.
"Che vuoi dire?" disse Brandon.
"Bran" Kelly si fermò un attimo e scelse bene le parole "é quasi un anno che siamo insieme. Abbiamo questa formula delle case separate. Sembra che tu non voglia vivere con me".
"Questo non è vero Kel" rispose Brandon "credevo che fossimo d'accordo per Sammy. Di non andare di fretta".
"Già" rispose lei sopra pensiero "a volte penso che tu abbia paura" concluse Kel.
"Paura di cosa?"
"Paura di me. Di come sono. Dei miei colpi di testa. Delle mie indecisioni."
"Non è così" rispose Bran.
"E allora cosa?"
"Kel" sospirò breve Brandon "le due volte che io ti ho chiesto di sposarmi l'ho fatto con buone intenzioni ma per i motivi sbagliati. Per trattenterti. Perchè non sapevo come affrontare i miei errori. Senza contare che ci siamo lasciati tutte e due le volte " Brandon strizzò un occhiolino malizioso che fece ridere Kelly, finalmente un sorriso "ecco forse è solo di questo che ho paura, che appena facciamo un passo in più per qualche motivo le cose non vadano bene".
Kel rimase in silenzio poi scosse la testa improvvisamente.
"Cosa?" chiese Brandon.
"Niente".
"E poi" disse Brandon "onestamente non mi piace essere in questa situazione con mia sorella. Possiamo trovare il modo di aggiustarla?"
"Non hai sentito quello che mi ha detto?"
"Ho sentito."
"E non hai niente da dire?"
"Avrei voluto dirlo ma non hai voluto ascoltarmi."
"Sei tu che non ascolti" gli rispose lei.
"Kel non voglio litigare con te."
"Sai cosa Brandon? Forse è meglio che non viviamo insieme" la rabbia di Kelly era rimontata di nuovo da un posto recondito e lontano e mieteva sul suo terreno l'unica persona ancora in piedi cioè Brandon che si sentì ferito da quella frase.
"Sai cosa Kel?" disse Brandon arrabbiato "forse hai davvero ragione".
Quando scesero dal volo Kel parlava a malapena. Ripresero la macchina e l'accompagnò a casa con Sammy.
Non lo guardò neanche in faccia, salutò Steve mentre Sammy che aveva capito la tensione salutò calorosamente Brandon .
"Ci vediamo amico" gli disse lui sorridendogli.
"Ciao Kel" aggiuse ma lei non rispose.
La guardò allontanarsi velocemente verso casa.
"Si prevedono tempi terribili Brandon" rise Steve.
"Già " gli rispose Brandon triste e rimettendo in moto.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora