Capitolo 99. Allarmi.

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Si prega di notare che le procedure mediche o le informazioni in questa storia sono puramente un'opera di finzione. Qualsiasi somiglianza con gli eventi della vita reale è una coincidenza che non vuole assolutamente ferire nessuno se succede ce ne scusiamo. Dal nostro punto di vista è e rimane una scrittura di una storia.

"Dottoressa Zuckerman!" la chiamò veloce il chirurgo. Lei affrettò il passo. E aprì la basculante con la schiena.
"Dott. Ferguson" salutò velocemente.
Insieme entrarono per lavarsi e vestirsi.
"Cosa abbiamo?"
"Donna, 28 anni, peso circa 50 kg, in stato di gravidanza, circa 9 settimane dalle misurazioni con ecografia, ha plurimi traumi, facciali, toracici e addominali da incidente stradale, trovata incosciente, pressione 50/80 stabile."
Presero il sapone e le infermiere la aiutarono a infilarsi il camice annodandolo alla vita.
"Quindi sicuro c'è una emorragia massiva" disse Andrea.
"Non sappiamo dove" confermò il Dott. Ferguson "ora apriamo e vediamo, non possiamo fare altro".
L'infermiera aiutò Andrea ad indossare i doppi guanti e ad allacciarsi la mascherina chirurgica.
Andrea entrò in sala operatoria e salutò l'equipe presente. La strumentista. L'aiuto chirurgo.
Ferguson volle un po' di musica classica lo aiutava a concentrarsi e onestamente ad Andrea non dava fastidio. Era un buon chirurgo, divorziato, non bello, uno studioso. Un vero studioso della chirurgia toracica. Chiunque fosse sul tavolo operatorio poteva considerarsi fortunato.
Si posizionò dietro la testa della donna con il volto tumefatto e gonfio a causa dei traumi subiti.
"Coraggio tesoro puoi farcela" le disse accarezzandole la testa.
Andrea ne controllò i parametri vitali, e cominciò la prima somministrazione di anestetico, battito regolare, pressione stabile, prese la cartella per inserire la somministrazione appena effettuata. Nome della paziente: Brenda Walsh.
"Oddio" esclamò Andrea.
L'intera equipe si girò verso di lei.
"Tutto bene dottoressa? Qualche problema?" chiese Ferguson.
Andrea ebbe un attimo di smarrimento, conosceva la paziente ma non erano parenti, oddio Brenda. Lo sguardo di Andrea si annebbiò del tutto. I rumori si attutirono per qualche secondo. Poteva nettamente sentire il suo battito cardiaco insieme a quello di Brenda.
Andrea riprese il controllo.
"Dottoressa Zuckerman?" Ferguson aspettava una risposta.
"Nessun problema, scusate, prima somministrazione effettuata possiamo cominciare".
Si avvicinò all'orecchio di Brenda "non mollare, sono qui, ma tu non mollare, perché non potrei vivere con un peso del genere. Ti prego Bren".
Non ci volle molto ad Andrea per accorgersi che la situazione era critica, Brenda aveva continui crolli pressori e aritmie.
"Il bambino è perso" disse brutalmente Ferguson.
Andrea chiuse gli occhi riaprendoli immediatamente. Diede un'occhiata ai parametri. Sufficienti.
"Ha una lesione all'utero e continua a perdere sangue. Deve esserci qualcosa d'altro, continuate ad aspirare" ordinò Ferguson.
Il brano di Chopin diffuso all'interno della sala cominciò ad essere un vero incubo. Andrea si era persa all'interno di quelle note disperate. Doveva dirlo a Brandon. Doveva chiamarlo. La stavano cercando ovunque.
Ripensò all'immagine di Brenda che correva per le scala di casa Taylor. Lei che apriva la porta. Dylan che la supplicava. Kelly stravolta e travolta da se stessa. Brandon una maschera.
Improvvisamente la pressione cominciò a precipitare. I campanelli di allarme suonarono ininterrotti. Il battito cardiaco rallentò bruscamente fino a stopparsi in una atroce linea continua.
Non mollare Brenda.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora