Steve salì sul treno per Greenwich insieme a lei. Non gli pareva possibile che le distanze si fossero azzerate in quel modo.
La sua vita si trovava in un momento così duro e così solitario. Cento volte aveva pensato di non andare a Londra. Si sentiva fuori dal mondo e invece la virata della vita l'aveva riportato davanti a lei: Clare.
Non era cambiata molto, i tratti erano ammorbiditi, la voce anche più tonda e più calda. I modi eleganti.
"Io non posso ancora credere di averti qui davanti"
"Onestamente neanche io Steve"
"E dire che non stavo neanche venendo a Londra"
"Ah no?"
"No. Immagino di dover ringraziare la mia buona stella."
"E chissà qual è" rispose lei nella sua competenza astrale.
"Davvero non lo so. Ma so che c'è".
Clare sorrise.
"Raccontami un po'"
"Donna sta bene. È con David e il bambino. Ha una piccola casa di moda tutta sua. Insomma se la cava. Andrea è tornata da poco. Fa il medico rianimatore al Cedars-Sinai. Ha divorziato come me. Ha una figlia come me. Brandon lo hai visto.. è vice capo settore della sezione notizie per la CBS West coast. Sta con Kelly, vogliono vivere insieme ma non se lo dicono. Come se non fossero passati già sette anni e hanno altro tempo da perdere" e le strinse l'occhiolino.
Clare rise "Dylan è qui con Brenda, Brenda l'hai vista" chiuse Steve " ma parliamo di te".
"Di me?"
"Di te" ripete Steve.
"Ho preso un master a Parigi in fisica astronomica. Ho girato un po' di osservatori. E mi sono stabilita qui."
"Tutto qui?"
"Tutto qui" confermò lei.
"Ti sono mai mancato?"
"Sono andata avanti " disse lei tergiversando " ma sapevo che ti eri sposato, che avevi una bambina, e onestamente sono andata avanti anche io" Clare sorrise " ora sto con un collega.".
"Ah si?" chiese Steve.
"Eh già" Clare.
"Una cosa seria?"
"Non lo so" rispose Clare che non lo sapeva davvero.
Dai finestrini filtrava la notte britannica. Piccole luci in lontananza.
Il treno li lasciò sulla banchina e sfilò via con un fischio deciso.
"Ti accompagno a casa" disse lui "a meno che non ci sia qualcuno ad aspettarti" chiese preoccupato.
"No. Non c'è nessuno ad aspettarmi, almeno non questa sera."
Si incamminarono vicini di cuore e di corpi.
Lui si sentiva quasi impacciato in quel mondo parallelo e incredibile che il destino aveva confezionato per lui. Cosa poteva dirle? Poteva chiederle di camminare fino in Italia e ritorno?
"Vorrei avere più tempo di questa notte" disse Steve.
"Perché?" chiese lei.
"Perché a me sei mancata Clare. E mi sembra che la mia vita vada a rotoli e tu ora sei qui. Non lo so".
"Non voglio che tu riponga in me speranze. Non sono io responsabile Steve. Non ne voglio il peso."
Clare era onesta e Steve lo sapeva.
"Si scusa"
"Non c'è nessuna congiunzione astrale magica. Nessun destino. Io ho comprato un biglietto per uno spettacolo teatrale e tu eri lì".
"Non pensi di essere troppo dura Clare?"
"E tu Steve? In questi anni nessuna chiamata. Nessun biglietto. Nessuna telefonata. Tu non sei stato un po' duro Steve? Che mi dici di te?"
"Credevo che avessimo deciso insieme".
"Già" disse lei guardando il basso "ma ha fatto male lo stesso" Clare si guardò intorno "comunque non voglio parlare di rimpianti che non possiamo risolvere" lo guardò "è bello vederti".
Steve la prese per stringerla a se "non voglio che questa notte finisca".
"Possiamo camminare ancora un po'"
" e se io salissi da te?"
"Non credo sia una buona idea."
"Posso anche resisterti sai?"
Clare alzò il sopracciglio "non credo"
"Perché non mi metti alla prova?"
"Lo sai che quando mi stuzzichi io cedo alle sfide".
"Lo so".
Si diressero verso l'appartamento di Clare e Steve pensò che forse poteva provare qualcosa di diverso e tentare di non fare dell'assalto sessuale una sua priorità.
Aveva voglia di passare la notte con lei, anche solo per sapere in che direzione andavano le loro vite. Che cosa fosse successo. Gli mancava una amica. Janet era stata la sua amica a lungo ma ora era andata via, Kel era in un periodo troppo particolare con Brandon, il figlio, non poteva gettarle addosso anche i suoi problema. Kelly non ne poteva sostenere il peso.
Clare era stata anche una sua amica. Molto spesso. Molto più di quanto sapesse.
Si accomodarono sul pavimento colmo di cuscini e cominciarono a parlare con una tazza di tè in mano. Una inquadratura strampalata si allontana da quella stanza in una carrellata in uscita.
Lei era tornata. Vuoi per fortuna, vuoi per gioco. E lui si sentiva parte di qualcosa.
STAI LEGGENDO
Oltre la fine. Beverly Hills 90210
FanfictionFanfiction su una delle serie più amate degli anni 90 BeverlyHills90210. Una finestra su cosa è successo dopo la fine della famosa serie tenendo in considerazione le dichiarazioni degli scrittori, attori, e le interviste rilasciate. È una fanfiction...