Capitolo 44. Mala Suerte.

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Il fortino di Perreira era più sorvegliato del solito. I suoi scagnozzi erano piazzati anche sui tetti. Fumavano come ciminiere cattive.
Buttavano le cicche. Ne riaccendevano altre.
Tutti antichi sciuscià, figli della fame e della disperazione, pagati a peso di pugni, ossa rotte, sguardi intimidatori. Brutta gente. Portatori di suerte avversa e impietosa.
Vigilavano su qualsiasi pessima idea potesse venire a Brandon, a Dylan ed allo stesso Perreira. 
B e D furono  malamente perquisiti all'ingresso e questo innervosì parecchio Dylan.
Brandon cercò di rimanere calmo per provare a tenere le redini dello spirito irrequieto di Dylan ma era complicato anche per lui. Molto più di quanto volesse.
"Signor Mckay!" esclamò Perreira scendendo le scale del suo forte. Si avvicinò tenendo stretto tra i denti un sigaro smezzato e allargando le braccia per accoglierli in una presa nefasta.
Dylan si trattenne a fatica dal prenderlo a pugni. Voleva solo che Sammy tornasse a casa e finché non aveva questa certezza qualsiasi suo movimento era una miccia accesa che avanzava e si consumava.
"Dove è mio figlio?"
Perreira rise "sta bene, lei ha qualcosa che io voglio, io le restituisco ciò che suo".
"Avevamo un accordo" rispose Dylan.
Perreira cominciò a ridere e i suoi denti gialli di tabacco si fecero avanti come torvi e affilati soldatini.
"È vero" gli rispose Perreira " ma i soldi me li doveva dare subito io, non devo aspettare lei, signor Mckay".
"Eccoti i soldi" disse Dylan indicando con il mento la valigetta che teneva in mano "io voglio la certezza che mio figlio sia a casa".
"Ma il prezzo è cambiato" disse quello.
"Il prezzo è quello giusto" rispose Dylan che aveva contabilizzato la proposta originaria di quella bestia. Due dei suoi galoppini si avvicinarono alla borsa ad un cenno di Perreira. L'aprirono. Diedero un sguardo dentro. Cominciarono a contare. Lentamente. Erano sfiancanti.
"Dove è mio figlio" disse Dylan che si trovava  sull' argine del non ritorno. Provò ad alzarsi  di scatto ma un plotone semiautomatico di calibro 38 e 9 apparve davanti a lui.
Perreira era divertito.
Brandon osservava intorno a lui gli sguardi pesanti che li sorvegliavano. Vide le armi luccicare sotto il riflesso di un sole impietoso.
Improvvisamente un lampo lo colpì all'altezza della guancia destra. Uno rovescio di Perreira mirato sul viso di Brandon che gli sconquassò la vista, il labbro e l'equilibrio. Cadde faccia a terra sotto gli occhi attoniti di Dylan.
Fu un movimento rapido. Preciso. Tagliente.
Brandon sputò una mescolanza di sangue e saliva. Si asciugò il labbro con la camicia strisciandola di rosso vivo, l'occhio gli pulsava. Sentiva il rumore dei capillari rotti che si aprivano.
"Tu non dai ordini a me McKay" disse Perreira durissimo "quando i miei avranno finito di controllare e contare avrai tuo figlio".
Brandon si rialzò in piedi. Il labbro  era tagliato e sputava fuori rancore.  Lo aveva colpito per il solo gusto di farlo. Non c'era stato un motivo.  Brandon non aveva risposto. Non aveva parlato. Non era più alto o più basso degli altri. Era solo il primo che gli era capitato davanti.
Un gesto malvagio.
I due scagnozzi terminarono di contare e controllare i soldi. Tutto regolare. Non erano segnati.
"Meglio così " rispose Perreira poi fece un rapido cenno ad uno dei suoi uomini che si avventò al telefono.
"Intanto che aspettate, gentili ospiti volete una tazza di te?".
Dylan non rispose, Brandon fece cenno con la testa di no. Il labbro aveva cominciato a gonfiarsi  ed annerirsi.
Aspettavano seduti uno di fianco all'altro. Non avevano scampo, quei tizi potevano ammazzarli anche all'istante e prendersi i soldi, ma nessuno di loro voleva Sammy e comunque nel loro codice non si poteva fare del male ad un bambino; né volevano dover smaltire i cadaveri di due americani morti che probabilmente un giorno  qualcuno avrebbe cercato.
"Come va il labbro?" gli chiese Dylan.
"Quale labbro?" rispose Brandon "non ce l'ho più il labbro".
Dylan accennò un sorriso per la battuta "Questa Brandon è la cosa più folle che tu abbia fatto per me" lo guardò con occhi onesti "grazie".
"Un giorno lo racconteremo ai nostri nipoti" sorrise Brandon "se ne avrò mai.. di nipoti" poi si fece più serio "scusa se sono stato lontano" gli disse. 

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora