Capitolo 17. Il prezzo delle cose.

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Brandon sprofondava nelle carte. Barret gli aveva dato un paio di notizie alle quali stava lavorando. Aveva ancora qualche domanda da fare a Johnson. L'ultima volta gli era parso molto intimorito quasi pentito di essersi rivolto a lui e Brandon non ne capiva la ragione. Ancora non aveva parlato ai capi di New York su cosa stava lavorando. Voleva tirarlo fuori a pacchetto concluso. Una bomba a mano che avrebbe potuto avere ripercussioni anche sul giornale. Un gioco rischioso.
"Signor Walsh" Betty interruppe il suo lavoro dall'interfono.
"Dimmi Betty"
"C'è la signora Kelly Taylor"
"Me la passi" Brandon diede un'occhiata al suo cellulare forse non aveva sentito la telefonata.
"No è qui, la faccio entrare Signor Walsh?"
"Si, certo"
Era sorpreso. Perché Kelly era venuta fino in ufficio?
Betty fece strada e buttò un'occhiata maliziosa a Brandon.
"E così questo è il tuo regno"  disse lei guardandosi intorno.
Brandon la baciò sulla guancia e Kelly lo apprezzò parecchio. C'era sempre stata quella sottile tenerezza fra di loro, quella parvenza che le affievoliva il veleno di tanti giorni passati a pensare di essere solo una bambola o di dover raggiungere la perfezione che la sfiancava.
"Vieni" disse lui.
Osservò gli sguardi incuriositi nell'open space e li fulminò con lo sguardo.
"Sei ufficialmente invitato al secondo barbecue a casa mia in pochi giorni, una specie di festa di benvenuto per Valerie"
Brandon rise " ma dai, Steve ti ha convinto"
Kelly lo guardò alzando il sopracciglio "conosci Steve"
"Già" rise lui.
"Ma" Kelly aveva uno spirito ragazzino mentre parlava con lui "non sono qui per questo"
"Ah no?"
"No" Kelly sorrise  e si alzò in piedi; guardò l'open space fuori dalla porta vetrata "e così era questo che sognavi tu?"
"Più o meno Kel, ma era questo"
"Mi viene in mente quando ricevevi no su no ai tuoi invii di curriculum. E invece" Kelly si voltò "eccoti qua"
Brandon la fissava con i suoi occhi blu e sorrise appena, mentre lei gli regalò un sorriso molto più ampio "ce l'hai fatta"
"Non è tutto oro quello che luccica mia piccola Kel. Quello che vedi ha avuto un prezzo" ora la bloccava con lo sguardo "Quando torni nel tuo appartamento di Washington da 4.000 dollari al mese e trovi i piatti da lavare della colazione del giorno in cui sei partito, all'inizio non ti fai domande; poi cominci a fartele" rise.
"Tutto ha un prezzo Bran" disse lei, perché anche Kel sentiva il peso  delle sue scelte "andiamo per lo più a tentativi, nel momento in cui quella cosa ci sembra la cosa migliore"
"Già" rispose lui" ma non ti ho mai ringraziato"
"Per cosa?" rispose lei muovendo appena il naso in una smorfia che B conosceva molto bene.
"Per avermi lasciato andare"
"Tutto ha un prezzo Bran... comunque" si risedette con eleganza "vorrei fare un seminario di giornalismo di guerra per la scuola e..."
"Oh no Kel!"
"Ti prego ti prego... ripensa a te da ragazzo, immagina: un seminario del genere, saresti impazzito dalla gioia"
Brandon si portò entrambe le mani incrociate davanti alla bocca, è vero, sarebbe impazzito dalla gioia, e come era bella Kel mentre cercava di portare un pò di luce e una guida, di tracciare una strada per quei ragazzi.
Brandon accennò ad un mezzo sorriso "sono una mammoletta davanti a te, sappilo"
"Si" rispose lei.
"Dobbiamo organizzare per questo mese, se ci riesci. Perché poi tornerò a Washington"
"Lo so" rispose lei tenue, tanto sottile da colpire Bran dritto al centro e lei si riprese subito "niente di bello è durato per sempre per me".
"Hai un sacco di cose belle intorno a te, hai Sammy, hai  una bella casa, hai un lavoro che adori; a volte Kel, perdiamo tempo a sognare ciò che non abbiamo  e non riusciamo a vedere quello che ci circonda, perdiamo il senso, la strada. Non sai quante volte è successo a me, sempre questa foga di arrivare, di emergere, questo non farsi domandi, questo essere sordo ad ogni cosa, avanti come un ariete" Bran fece mezzo giro sulla sedia girevole e uscì dallo spazio della scrivania " e lo sai un'altra cosa bella che hai?"
"Cosa?"
" Un aiutante per il Barbecue"
"Davvero? Chi?"
"Un tipo che conosco, tale Walsh, un po' rigido, sempre con la testa sui fogli, noiosissimo,  ma sa fare delle ottime patate al Whisky?"
"Ah si? "
"Si, si"
" E che altro sa fare?"
"Sa porgerti il braccio" e Brandon le porse il braccio al quale Kel si aggrappò " e se hai due minuti ti porta a pranzo fuori e ce ne andiamo nel nostro posto preferito"
"Quale sarebbe?"
"Quello in cui mi hai mollato ...La spiaggia, grandi ricordi" disse lui con  una espressione buffissima.
Si incamminarono verso l'uscita dell'ufficio.
" E che cosa facciamo in spiaggia?"
"Non lo so .. tipo sesso sfrenato davanti a tutti? No?" Kel lo guardò con aria divertita e Brandon riprese la camminata fiera con lei al braccio "d'accordo a mezzogiorno non è una grande idea..  ma forse ripiegheremo con un ristorante di pesce, due ottimi bicchieri di vino bianco, e il sole. Tanto di quel sole Kel, che ci  verrà da ridere. A che ora devi tornare a scuola?"
"Per le tre"
"Alle tre" ripetè lui.
Continuò con quella voce ridicola e buffa anche verso Betty.
"Betty? Sono fuori a pranzo con la mia bellissima ragazza"
Kel rise.
"Come vuole signor Walsh" rispose Betty allegra.

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Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora