Capitolo 21. Sotto la pelle.

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Ecuador

Brenda e Dylan tornarono dal surf intorno a mezzogiorno. Le vecchie abitudini rimanevano sotto la pelle. A Brenda era sembrato di tornare indietro nel tempo, a quel loro viaggio in Messico, l'ultimo dei momenti felici fra di loro. Questo ricordo seppur felice portava con sé un bagaglio di inquietudine, perché Brenda non aveva dimenticato cosa era successo dopo quel viaggio, come la sua vita fosse cambiata, come i suoi progetti avessero deviato definitivamente.
Non poté fare a meno di chiedersi come sarebbe stata la sua vita se non fosse mai partita per Parigi, ma la risposta la conosceva da tanto tempo, probabilmente  il risultato sarebbe stato lo stesso ma ci avrebbe messo più tempo... Chissà se avrebbe mai potuto fermare quello scempio del suo cuore, chissà se avrebbe mai potuto riprendersi Dylan durante quelle dure stagioni della sua vita.
"Tra due settimane torno a Los Angeles" le disse Dylan in macchina "è il compleanno di Sammy"
"Si" rispose lei "immaginavo"
"Vorrei che tu venissi  con me, vorrei fartelo conoscere"
Brenda non era sorpresa dalla richiesta di Dylan, in fondo ci sperava, ma non era sicura di voler tornare a Los Angeles. Non ci tornava da anni. Da quando la sua famiglia aveva concluso la diaspora intorno al mondo. Non aveva mai sentito davvero l'esigenza di tornare.
"Non lo so, io dovrei tornare a Londra"
"Andiamo, puoi prenderti altri giorni."
Brenda scelse bene le parole. Sapeva che per Dylan era importante, ma si era ripromessa di non farsi trascinare nella sua vita in quel modo. Dylan entrava sempre a gamba tesa e spesso non si rendeva conto delle conseguenze e del dolore delle sue azioni .
Lui le strinse la mano cercando di interrompere i suoi pensieri. Sapeva che lei aveva paura e non poteva biasimarla.
"Tuo fratello è lì. Gli amici anche. Dopo di che torneremo a Londra"
"Torneremo? Plurale?
"Torneremo" ripetè lui.
Quando arrivarono notarono subito quattro uomini di fronte al cancello di ingresso. Indossavano grandi occhiali neri e uno di loro aveva un codino. Sorrisero al loro passaggio, Sorrisero in un modo maligno, tanto che Brenda sentì l'esigenza di stringersi al braccio di Dylan. Per protezione. Per farsi più grandi.
"Signor McKay!"
Uno di loro fermò Dylan quando ormai era oltre il cancello.
Non avevano più dubbi, erano venuti a cercarli. Erano gli uomini di Perreira.
"Che succede?" Rispose Dylan.
Xavier si era fatto più vicino al cancello. Aveva gli occhi sbarrati e la paura in corpo.
"Ci fa accomodare?"
"Che succede?" ripetè Dylan
Si aprì la portiera della macchina e ne scese un uomo robusto. Stempiato. Gli occhi vivi. Fumava una sigaretta che si accendeva tanto quanto si accendevano i suoi occhi.
"Lei ha qualcosa che ci appartiene signor McKay. Noi lo rivogliamo indietro. Niente di personale"
Dylan era nervoso, ma aveva assunto quella faccia da duro  che sfoderava sempre.
"Non ho niente che vi appartenga, non so neanche chi siate"
"Hei signor McKay non si innervosisca.. vogliamo solo i nostri ragazzi, la nostra gente per aiutare le famiglie"
"Questi ragazzi non hanno una famiglia"
"Siamo noi la loro famiglia"disse lo stempiato aprendo le braccia.
L'uomo si avvicinò alla faccia di Dylan "non si metta contro qualcosa che è più grande di lei. Don Perreira rivuole le sue ragazze e i suoi ragazzi. Gli stai facendo perdere un sacco di soldi"
Dylan non retrocedette di un millimetro "se no che succede?" rispose.
L'uomo sbottó a ridergli in faccia.
"Tempo una settimana. I ragazzi di Santa Cruz devono tornare ai laboratori e le ragazze ad allietare i nostri clienti, signor McKay. Non creda che non sappiamo chi lei sia. Don Perreira non ha pazienza. E neanche quelli sopra Don Perreira."
Uno degli scagnozzi cominció a versare della benzina mentre gli altri tre si avventarono su Dylan.
"Se non sa chi sia Don Perreira può chiedere al suo amico Xavier. Se non sa chi c'è sopra Don Perreira chieda al suo amico Xavier. Noi siamo abituati ad avere ciò che vogliamo. Anche un sassolino se lo vogliamo. Lei se ne andrà, signor McKay ma questi ragazzi resteranno".
Buttó la cicca sulla benzina che prese fuoco immediatamente .
Juan e Xavier afferrarono delle vecchie coperte per cercare di spengere il fuoco mentre i cinque si allontanavano a gran velocità.
L'incendio era circoscritto e ridotto.
"Dobbiamo dare i ragazzi di Santa Cruz" disse Xavier mentre si rialzavano con le coperte in mano.
"No" rispose Dylan.
"Cosa credi di fare? Tu andrai via, noi resteremo. Sono  quindici ragazzi. Non possiamo vincere"
Dylan si voltò di scatto verso di lui "come fai a pensare una cosa del genere?"
"E tu come fai a non pensarci? Ci sono un. centinaio di ragazzi qua dentro. Che hanno un futuro. Finalmente hanno qualcosa. Glielo vuoi togliere? Noi restiamo qui, Dylan, ogni singolo giorno avremo a che fare con loro".
"Se cediamo .. vorranno altri ragazzi. Altre ragazzine da avviare alla prostituzione"
"Si.. perché qua funziona così. Non siamo negli Stati Uniti. Se non cediamo ci ammazzano tutti"
Dylan non rispose e non notó lo sguardo di Brenda che lo osservava. Aveva ancora i capelli bagnati e il costume che cominciava a formare un alone di acqua sui pantaloncini. C'erano ombre scure all'orizzonte.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora