Capitolo 85. Anime sole.

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Andrea era appena uscita dalla doccia e stava asciugando i capelli. La giornata era trascorsa piacevolmente. Le seccava ammetterlo, ma non avere Hannah per qualche giorno le permetteva di prendere fiato. L'adolescenza era un'età difficile, specie all'inizio. E per la figlia il  trasferimento in una città nuova aveva complicato tutto così come la lontananza del padre. Le mancava, non poteva negarlo; ma non doversi confrontare con una polemica costante e sterile per qualsiasi cosa 24 ore su 24, non le dispiaceva affatto. Aveva chiacchierato con le ragazze tutto il giorno, cercando di evitare l'argomento spinoso del rientro di Brenda, che per Kelly rappresentava una prova abbastanza fastidiosa. Il suo contributo alla gara delle sculture di sabbia non era stato "fondamentale"; com'era nelle sue corde, aveva provato a coordinare i lavori, ma si era arresa alle resistenze di Steve. L'idea era sua, il progetto pure e non era disposto a cedere lo scettro del comando. La Zuckerman, quindi, aveva ripiegato sul relax più assoluto. Rientrata a casa prima degli altri, aveva chiamato Hannah e, dopo avere ammirato il tramonto, che dal suo patio offriva uno spettacolo niente male, si era premurata di lavarsi e cospargersi di crema rigenerante. Stava attraversando una fase vanesia e la liason in corso aveva contribuito a renderla più decisa. Erano le 21.30, a quest'ora Dylan e Brenda dovevano già essere in compagnia di Brandon. Non invidiava affatto l'amico, stretto nella morsa tra l'amore fraterno per il ragazzo e sua sorella, e quello passionale per Kelly. Non voleva schierarsi, ma veniva tirato in mezzo ora dall'una ed ora dall'altra parte. Non voleva dare ragione ad alcuno, ma una posizione da prendere le sembrava inevitabile. Immersa in questi pensieri, sentì il campanello. In accappatoio, andò alla porta e trovò Steve con una vaschetta di gelato ed un sorriso a 32 denti.
"Maddy è con Janet, è il momento del dolce."
"Il mio momento preferito", sorrise Andrea, che lo tirò dentro dal bavero e lo baciò con passione. Passione che Sanders ricambiò senza smettere di sorridere.
"Ho dovuto faticare non poco per non baciarti in spiaggia", disse il ragazzo entrando.
"E come sbraitavi quando ti davo i miei consigli – replicò la ragazza – forse un po' più del necessario." "Non essere suscettibile, so calarmi nella parte come un grande attore."
Ah si? – mise il gelato nel frigo – a me non sembrava recitassi; anzi, eri molto geloso della tua opera d'arte. A che posto è arrivata? Ultima?"
"Terz'ultima – Steve guardava fuori – ma è colpa di Walsh che non applicava correttamente le mie direttive."
"Come no; mi metto qualcosa addosso."
"Non credo sia necessario, è una perdita di tempo" la prese da dietro attirandola a se.
"Stai buono – disse, ma non oppose grande resistenza – Steve, credo che dobbiamo parlare di questo nostra...cosa. Che stiamo facendo? Stiamo insieme? Affoghiamo la solitudine nelle braccia dell'altro? È una cosa seria? Un gioco? Cosa vogliamo?"
"Andrea, mi sta montando il mal di testa. È necessario porsi tutte queste domande? Non possiamo vivere questa cosa, come la chiami tu, in maniera spontanea e senza preconcetti o aspettative?" Andrea si irrigidì e fece un passo indietro.
"Ovvio, nessuna responsabilità, nessun impegno; la comodità più assoluta."
"Andrea, non ho detto questo."
"Ma è questo che vuoi."
"Perché tu vuoi altro?"
Lei ci pensò su "no" rispose "credo di no. Vado a vestirmi, aspettami qua". E si allontanò velocemente verso la camera da letto. Steve sbuffò e si afflosciò sul divano. Prese il telecomando e cominciò a fare zapping senza cercare nulla in particolare.
"Ho sentito Brandon – alzò la voce per farsi sentire – la coppia inglese è rientrata; e l'atmosfera era tutt'altro che rilassata."
"Immagino", si sentì dall'altra stanza. Andrea tornò nella stanza in maglietta e jeans, prese il gelato, due cucchiai e si sedette accanto all'uomo.
"Non vorrei essere nei panni di Brandon, sinceramente".
"Già, Kelly non firmerà mai."
"Dici?"
"Dico, crede che il suo personaggio la metta alla berlina, mentre assolve pienamente Dylan; tu credi sia andata come descritto da Brenda?"
"Sinceramente? Io credo che entrambi abbiano avuto una responsabilità in quanto è successo; ma sono passati tanti anni, cosa importa? Kelly sta montando un caso che non esiste. Eravamo tutti adolescenti; sta dando troppo peso a tutto. Si deve rilassare e farsi una bella risata."
"Quanta saggezza, Zuckerman; una cosa che mi eccita non poco" Steve si avvicino alla ragazza.
"Stai lontano da me, non mi è ancora passata."
"Ma cosa?"
"Steve, sai di cosa parlo. Tu non hai alcuna intenzione di definire il nostro rapporto; semplicemente ti senti solo e vuoi sfogare la tua solitudine sul mio corpo."
"E ti dispiace? Non è ciò che fai anche tu?"
Andrea sorrise ed affondò le sue labbra su quelle di Sanders. Passarono la notte sul divano, fecero l'amore più volte, alternando il sesso a qualche spuntino. Erano questo, divertimento irresponsabile. Nessuna conseguenza, nessun fine. Volevano semplicemente appagarsi. Coscienti, comunque, che quel periodo avrebbe lasciato dei segni indelebili su entrambi. Ma al momento, sembravano non interessati all'argomento.
"C'è una cosa che devi sapere" le disse Steve ad un certo punto.
"Perché sento che non mi piacerà" gli rispose Andrea.
"Tra qualche settimana sarà qui Clare."
"Clare la tua ex fidanzata?"
Steve fece un breve cenno di assenso con la testa "proprio lei."
"Oh!"
"Rimarrà per poco" si affrettò a giustificarsi Steve.
"Steve, non abbiamo una definizione ma abbiamo regole chiare. Nessun impegno."
"A volte mi lasci a bocca aperta" rispose lui.
"Perché? Perché sdogano il sesso?"
"Ehh"
"Steve io mi sono sposata a 18 anni e poco dopo ho avuto una figlia che, non so se lo hai notato, mi odia a morte. Ho fatto sempre quello che gli altri si aspettavano che facessi. Prendere buoni voti. Comportarmi bene. Bhe.. sono stufa di fare quello che vogliono gli altri. Viene Clare? Divertiti Steve. Se e quando tornerai forse ci sarò, forse no. Voglio però che tu sia onesto con me e questo sempre, perché senza l'onestà non siamo più nulla."
"Non so cosa dire".
"Non dire niente"rispose lei.
Al mattino il telefono di Steve squillò isterico. Janet. "Pronto?"
"Ciao Steve, dormivi?"
"No, dimmi."
"Maddy reclama il suo papà".
Sanders guardò Andrea che ancora dormiva "Certo, dammi mezz'ora e la vengo a prendere; ok, ciao". "Era Janet?" farfugliò Andrea, ancora con gli occhi chiusi;
"Si, devo andare a prendere mia figlia."
"Steve; io tra un po' devo essere in ospedale. Stasera ceniamo insieme?"
"Certo!" Steve sorrise;
"Dobbiamo capire cosa vogliamo; Hannah sarà qui tra qualche giorno e non voglio giocare a nascondino, a quasi trent'anni."
Steve s'incupì "Si, hai ragione; ci vediamo stasera". Recuperò i suoi vestiti e si apprestò a recuperare Maddy. Capiva Andrea, questo rapporto aveva bisogno di un nome.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora