110. Andarsene.

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"Qual è il problema? Ti lascio l'appartamento Steve pensavo fossi contento di non dovertene cercare uno " gli disse Brandon.
"Sono contento ma mi piaceva averti qui intorno con me"
"Lo so, ma siamo grandi e tu hai bisogno del tuo spazio e io di allontanarmi un po'.."
"Si ma dove andrai.."
Brandon si fermò qualche istante poi capì che nascondersi serviva a poco o niente, Steve era il suo amico, uno dei pochi sui quali poteva contare e aveva sempre potuto contare.
"Ho comprato Casa Walsh, torno lì, ma" si interruppe "preferirei che questa cosa rimanesse fra di noi, intesi?"
"Sul serio? E quando l'hai comprata?"
"Prima di partire per l'Italia. Era una sorpresa. E invece è implosa" Rise amaramente "comunque voglio tornare lì, prendermi il mio spazio."
Steve era sorpreso ma mentre osservava i movimenti di Brandon capì che davvero ne aveva bisogno.
"E quando ti trasferisci?"
"Per ora vado a riprendere le mie cose da Kelly e poi piano piano me ne andrò e ti lascio le chiavi del regno che sarà sempre meglio che vivere al Beat."
"E così vai da Kelly."
"Già" rispose tristemente.
"Vuoi che ti accompagni?"
Brandon scosse la testa "prima o poi è una cosa che devo fare e la devo fare da solo. E poi volevo salutare Sammy."
"Come vuoi."
"Spero che non sia troppo devastante per nessuno" sospirò Brandon che non era sicuro di come sarebbe stato per lui, per lei. Avrebbe evitato se avesse potuto. Avrebbe lasciato tutto lì.
Brandon prese la macchina nuova e guidò senza accendere la radio. Rimase ad osservare la casa di Kelly per un bel po'. Tutte le sue giornate ad attraversare quel vialetto, la voglia di raccontare a lei tutte le sue giornate, le punte degli alberi che fissava dalla loro camera da letto quando rimaneva sveglio con lei addormentata.
Scese dall'auto e tiró un sospiro.
"Ciao, scusa per il ritardo" le disse appena lei aprì la porta.
Kelly era dimagrita. Aveva l'aria un po' stanca. Un filo di trucco ma era comunque bellissima.
"Vieni" gli disse.
Non aveva tolto niente dagli armadi, Kelly aveva inscenato una specie di protesta tacita perché lui passasse più tempo in quella casa. Solo loro due.
"Sammy non c'è?" Chiese Bran.
"No è a scuola" gli rispose lei " e volevo evitargli questa scena".
Bran incassò il colpo ma aveva una strada tratteggiata e voleva percorrerla fino infondo.
"Possiamo parlare Bran?"
"Preferirei di no" gli rispose lui freddamente "posso salire a prendere le mie cose?"
Kelly fece strada con il braccio e lo seguì per le scale.
Quando si ritrovò di fronte alla camera da letto di Kelly una scia di rabbia lo prese con sé. Ricordò la scena. Lo shock. Il senso di perdita.
E improvvisamente accelerò quello che doveva fare per non sentire il dolore avanzare senza tregua.
Entrò e cominciò ad aprire i suoi cassetti. Tirò via le maglie, i pantaloni, le cravatte.
"Ho degli scatoloni in macchina, vado a prenderli". Si tirò su ma Kel si mise davanti alla porta.
"È tutto finito Bran?"
"Non so cosa tu pretenda da me Kel, davvero."
"Non è successo niente"
"Si Dylan me lo ha detto" disse tristemente.
Kel intuiva che lui non credeva ad una sola parola.
"Non puoi buttare tutto così."
"Lo hai già fatto tu Kel"
"Perché non mi credi."
Dio solo sa quanto Kel gli mancasse e quanto avrebbe voluto crederle, ma le parole di quella mattina gli rimbombavano nella testa.
Soprattutto quello che aveva detto Sammy e quello che era successo a sua sorella. Lo devastavano. Lo ammutolivano.
"Kel" le disse guardandola negli occhi "io non ci riesco a vivere così. A vivere con il dubbio che chiunque guardi me pensi che tu in realtà voglia qualcun altro".
"Ma non è così."
"Si che lo è e finché tu non risolvi questa cosa io non posso stare accanto a te. Ora per favore, devo andare a prendere gli scatoloni in macchina".
Kel lo fece passare mentre qualcosa in gola stava velocemente risalendo. Lacrime, il senso della fine, l'incredulità.
Quando lui tornò in camera era evidente che aveva gli occhi arrossati come lei del resto.
Cominciò a posizionare le sue cose lentamente.
"Sammy chiede di te."
"Si lo so" disse Brandon sorridendole "speravo fosse qui per salutarlo e per spiegargli".
"Spiegargli cosa?"
"Kel.."
"Scusami" disse lei mordendosi le labbra.
"Tu cosa gli hai detto?"
"Che nelle ultime settimane ti avevano mandato a Washington e ho fatto finta che chiamavi quando dormiva, gli ho raccontato un sacco di avventure inventate. Bugie."
Brandon provava tenerezza per lei. Per come anche il suo mondo era irrimediabilmente cambiato. Perché rifiutava di dire a suo figlio la verità perché la verità non la voleva sentire neanche lei.
"Se vuoi possiamo farlo venire qui e dirgli le cose insieme" propose Brandon "che non stiamo più insieme ma che può chiamarmi quando vuole".
"Può?"
"Certo che può."
"E io?"
"Kel.."
"Brandon mi manchi da non riuscire a respirare, io ti amo, non è successo niente, si è solo addormentato con me tutto qui. Sammy aveva insistito."
"Non lo voglio sentire."
"Bhe dovrai sentirlo perché è per questo che stai buttando tutto via."
"Sembra una specie di Karma."
"Che cosa vorresti dire"
"Ricordi quando lui ti propose un viaggio e io il matrimonio?"
"Si?"
"Hai buttato tutto via".
Kel si zittì.
"Il dubbio me lo porto da parecchio Kel."
"E da te che io sono sempre tornata. Sempre. È dietro la tua porta che mi trovavi. Quando ti aspettavi qualcosa da me io ero lì a prenderti tra le mie braccia. Tu mi hai cambiato la vita ed io la tua e ora pretendi che non sia successo niente."
Lui non riusciva a fermare il dolore e lo sentiva arrampicarsi dentro di lui... "Dimenticavo" disse Brandon frugando nella tua tasca "ho finito il libro, devi solo riguardarlo per correggere la tua parte."
"L'hai finito?"
"Si"
"Perché?"
"Perché te lo avevo promesso" disse lui con tristezza e chiudendo il primo scatolone "e, questa è la mia liberatoria".
Le porse un foglio che Kel prese in mano "rinuncio a tutti i diritti" disse lui.
"Perché?"
"Perché va bene così, era qualcosa che volevo fare insieme a te e per te, ma ora ha poco senso",
"Io ti amo" disse lei "e so che tu ami me".
Bran non rispose. Guardava in basso e fingeva una misera difesa che si concretizzava nel mettere via le sue cose.
"Lascia stare quei vestiti, guarda me."
Kelly aveva la voce che tremava.
"Kel non lo dico per ferirti, davvero" rispose Bran "ma in questo momento preferisco stare lontano da te perché non sono sicuro di cosa provo per te."
Quelle parole aprirono una voragine in Kelly.
"Non è vero".
"Si invece, e se non sono sicuro di restare dopo aver passato del tempo insieme allora non vale la pena neanche cominciare. Io ti guardo e rivedo sempre la stessa identica scena. Più e più volte. E sono stanco."
Kel aveva la testa bassa.
"Vorrei solo che mi dicessi qual è la cosa migliore per Sam, e io voglio aiutarti in questo".
Kel non rispondeva.
"Kel?"
Lei si riprese. Scosse la testa "Non è un tuo problema Bran".
Brandon abbassò la testa. Fini di portare via l'ultimo scatolone.
Kelly lo guardò aprire la porta. Avrebbe voluto fermalo. Riportarlo a sé. Ma ora aveva qualcosa a cui pensare, Sammy, se stessa, la sua vita che stava di nuovo cambiando.
"Abbi cura di te" le disse lui guardandola.
Kel non rispose, non poteva, mentre lui se ne andava la sua vita stava crollando togliendole il fiato.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora