136. Nuovi amori

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Andrea era a fine turno. Aveva già timbrato il badge, ma stava temporeggiando qualche minuto, in attesa che arrivasse Clare. Si era informata con Philipe Carson, il chirurgo che aveva operato il rettore. La notte era passata tranquilla, l'uomo aveva risposto bene all'operazione, ma era ancora sedato affinché i valori cardiocircolatori andassero a regime
"Ancora qui, dottoressa Zuckerman?"
"Philipe – sorrise – sto aspettando Clare Arnold. Voglio darle aggiornamenti sul padre"
"Dovrei essere in grado di farlo, così come li ho dati a te"
"Non essere permaloso, è una mia amica e magari trova più conforto a sentirli dalla mia voce"
"Ma se le notizie sono positive, quale conforto le serve?" il dottor Carson si accomodò nel tavolo della saletta Medici a sorseggiare un caffè "Mi sembri un po' stressata, Andy"
"Andy?"
"Si, non ti piace?"
Andrea rispose piccata "A dire il vero no, il mio nome è Andrea"
"D'accordo, Andrea" scandì bene le parole; "scusami, non volevo irrigidirti"
"Tranquillo, dopo una notte in bianco, qualche risposta non proprio gentile è comprensibile. Philipe, io so veramente poco di te. Sei di Los Angeles?"
"Si, nato e cresciuto al sole della California. Tu?"
"Anche io; ma sono stata assente diversi anni"
"Come mai?"
"Un matrimonio fallito alle spalle, è una storia lunga"
"Capisco; io non ho di queste storie lunghe da raccontare?"
"Mai sposato?"
"Non ho avuto il tempo"
"Come mai?"
"Dovevo eccellere nel mio lavoro"
"Qualcuno qui ha perso di vista la modestia"
Philipe sorrise "Non c'entra la modestia. I miei non volevano facessi il medico"
"Come mai?"
"Volevano mi occupassi dell'azienda di famiglia; un vero impero economico"
"Una storia strappalacrime: il ricco rampollo che litiga con il padre perché vuole curare gli indigenti"
"Più o meno"
"E ci sei riuscito?"
"Più o meno"
La conversazione era piacevole, ad Andrea quel ragazzo cominciava a piacere.
"Sono qui ora, i miei genitori hanno accettato la mia scelta, ma ho dovuto promettere che se dovessi pentirmi della medicina, tornerei senza indugi ad aiutare mio cugino Stuart. Un emerito idiota che ora gestisce tutto"
"Stuart Carson?"
"Lo conosci?"
"Più o meno. Stava per sposare una delle mie migliori amiche. Che poi, proprio perché si è resa conto che fosse un imbecille, ha mandato a monte le nozze"
"Si, questa storia non mi è nuova. Qualcuno deve avermela raccontata; mentre lui faceva il rubacuori, io sgobbavo sui libri perché dovevo dimostrare che questa fosse la mia vera strada. Era l'unico modo per fuggire dalle grinfie della famiglia"
"Dottoressa Zuckerman?" un infermiere entrò nella saletta "c'è una ragazza che chiede di lei;
"Vuoi che venga con te?"
"No grazie, me la cavo"
"Perché non continuiamo questa conversazione a cena?"
Andrea fu stuzzicata dall'idea, quel ragazzo le piaceva sempre di più "Mi sembra una buona idea, ma non questa sera. Devo recuperare la notte di sonno mancata, altrimenti sarei una zombie"
"Come vuole lei dottoressa Z. mi faccia sapere allora"
"Non mancherò" e si diresse verso la sala d'attesa, con un sorriso spontaneo e l'allegria che le novità portano sempre con se.
Si ritrovò Clare davanti, con il viso di chi aveva appena finito di piangere.
"Clare, ma forse hai frainteso le notizie che ti sono state date ieri sera?"
"In che senso?"
"Tuo padre sta bene, l'operazione è andata bene. Anzi, ha trascorso la notte serenamente, l'intervento è quindi pienamente riuscito. È ancora sedato perché deve riposare, ma già domani potrai vederlo".
Il primo sorrise si aprì sulla faccia di Clare, da 12 ore a quella parte "Sono contenta"
"Allora perché hai pianto?"
"Steve"
"Steve cosa?"
"Niente" Clare scosse la testa
Avrebbe voluto ricominciare a piangere; avrebbe voluto gridare lo sdegno che provava per un tradimento subito, dall'uomo che amava e dalla ragazza con cui condivideva l'appartamento, perché era evidente non fosse sua amica; avrebbe voluto abbracciare l'unico uomo in grado di darle conforto, ma che in quel momento era incosciente ed attaccato a delle macchine in ospedale. Ma si ricompose e non fece niente di tutto questo.
"Nulla Andrea, sono solo molto stanca ed ancora spaventata. Un po' troppo emotiva. Ma sto bene. Grazie"
E l'abbracciò, con una stretta debole.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora