150. Decisioni antiche.

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Kel aprì la porta ancora prima che Brandon bussasse.
Si scambiarono un bacio sulle labbra. Perché era il loro modo di accarezzarsi. Lo era sempre stato.
"Grace e Sammy?" Chiese lui.
"Dormono" sorrise debole Kelly "hanno avuto una giornata stratosferica"
"Mi dispiace per oggi.." sussurrò Brandon
Kelly mise il dito indice sulle labbra di lui.
"Sei stato fantastico" gli disse "fantastico. È stato.. non so.. vederti lì. Tutti i nostri sacrifici"
Brandon le sorrise, la prese per la vita e la baciò profondamente.
Poi si accorse delle lacrime che inumidivano gli occhi di Kelly "perché piangi babe?"
"Perché sono felice" tagliò corto lei tirando via le lacrime dagli occhi umidi.
"So che abbiamo cose importanti di cui parlare ma " gli disse lui "Non ho mangiato niente oggi.. ti dispiace?" Brandon indicò  il frigo.
"Se vuoi c'è della pasta fredda"
"Pasta.. meraviglioso" sorrise Brandon.
Kelly seguì lui mentre si faceva strada verso la cucina e   si accorse che tutti i buoni propositi e i lunghi discorsi che aveva ripassato a mente durante quel pomeriggio non avevano più valore.
Percepì  anche quanto lui le mancasse. Fisicamente e mentalmente e la sua vicinanza dilatava quella sensazione.
"Vuoi qualcosa da bere?" Gli chiese.
"Una birra?" rispose lui " ma faccio solo."
Lei si sedette sugli sgabelli dell'isola mentre Brandon stappava una lattina e si versò un po' di pasta fredda.
"Ti trovo bene" sorrise Kelly "felice"
Brandon la guardò. Gli occhi suoi brillavano.
"E lo sono. Non sai che peso mi sono tolto. Ora mi possono anche cacciare. Non importa. Comunque anche tu, stai bene. La mia lontananza ti fa bene" scherzò.
"Non dire così" qualcosa saliva dentro l'anima di Kelly. Qualcosa di tremendo. L'idea che quel filo che la legava a lui potesse spezzarsi definitivamente.
"Hai l'aria strana Kel"
Brandon si avvicinò e Kelly appoggiò la testa sul suo petto.
"Sono stanca."
"Mi dispiace di non essere venuto oggi. Ti hanno fatto faticare.. magari possiamo andarcene a letto e ti faccio un massaggio e poi chi lo sa.."
Kel si sentiva morire.
"C'è una cosa di cui devo  parlarti"
Brandon corrucciò la fronte e Kelly si alzò dal suo petto guardandolo in volto.
"Una cosa bella o brutta?"
"Non lo so" rispose Kelly.
"Perché non parliamo di quando torneremo insieme  basta con questa lontananza Kel. Io ti amo e tu mi ami, perché viviamo in case separate?"
Kel sorrise "si ti amo" disse lei.
"Sono passate settimane "
"Lo so"
"Mi manchi"
"Anche tu"
"Possiamo sistemare le cose" sussurrò Bran "non voglio che questa famiglia sia divisa. Siamo capaci anche di non litigare."
"Non facevamo altro Brandon, dalla mattina alla sera".
Brandon sospirò "mi dispiace per ciò che ho detto. Io non lo pensavo. Ero frustrato e arrabbiato. Tu eri sempre più lontana ed io avevo questa cosa in ballo. E brutte voci dal lavoro. Mi dispiace per ogni cosa. Kel, questo modo di affrontare le cose mi sta distruggendo, ci vediamo di nascosto,  poi stiamo separati. Sono stanco di questo gioco Kel"
"Almeno è servito?" gli  chiese lei "avrai  la promozione? Insomma l'arresto del senatore è  un bel colpo"
"Devono ancora decidere" rispose Bran.
"Comunque neanche  io ti sono stata di aiuto" ammise lei.
"Voglio vivere con i bambini e con  te. Voglio tornare a casa."
"Oh Bran" disse lei baciandolo  improvvisamente. E il bacio si fece molto più profondo e disperato.
"Kel..."sospirò lui che avvertiva qualsiasi sensazione proveniente da lei "ma cosa hai?"
"Devo dirti una cosa e tu mi stai rendendo le cose difficili, non so come reagirai. Quindi prima di parlare del tuo ritorno penso che dovrai ascoltare quello che ho da dire."
Brandon sembrava spaventato. E sprofondò ancora di più quando vide le lacrime di lei che ormai non avevano più freni.
"Cosa è successo?" si avvicinò e la strinse a sè togliendole con le dita le lacrime che ormai rigavano le guance.
"Hai parlato con Andrea ultimamente?"
"Non di recente. Perché?"
"Questo pomeriggio è venuta a casa"
Brandon la seguiva con gli occhi.
Kel lo guardò un attimo e poi proseguì "Brenda e Dylan stanno facendo degli esami, penso che questo tu lo sappia, per provare ad avere figli"
"Mmmhh" annuí Brandon.
"È saltato fuori che anche Dylan ha problemi di fertilità, probabilmente dovuti all'incidente del 1994 o comunque a qualche tipo di infiammazione mal curata."
"Bhe difficile non vuol dire impossibile avete avuto Sammy."
Kel strinse gli occhi e sentì mancarle il respiro, non c'era modo di uscirne fuori senza dolore, per cui decise di rovesciare tutto, spargerlo come sale, su quel tavolo che avevano di fronte. Senza scelta. Disarmata.
"Bran, Dylan potrebbe non essere il padre di Sammy"
"Cos.. che significa. Come?"
Kel non aveva forza per rispondere. Lo guardò senza coraggio.
"Vedevi qualcun altro?"
"No" rispose lei.
"E allora chi è il padre?"
Di nuovo silenzio,  uno sguardo appena accennato di Kelly,  finché la mente di Brandon fece i conti a ritroso. I giorni indietreggiarono fino a quando l'aveva vista apparire sulle scale di Washington. La bufera di neve. La maratona dei film horror. La tavola apparecchiata. Le risate. I passi di Kel che la portavano fino a lui. Il suo aereo per Roma e quello di lei verso Los Angeles.
"Vuoi dire che potrei essere io?"
Kel fece mezzo sorriso debolissimo e doloroso.
Bran appoggiò rumorosamente il bicchiere sul tavolo.
"Da quanto tempo lo sai Kel?"
"Da oggi pomeriggio" rispose lei evitando la vera risposta.
"Da quanto tempo lo sai Kel?" ripetè lui.
"Non ero sicura. Io ero tornata a Los Angeles. Tu eri a Roma. Non sapevo dove trovarti. La mia vita era qui. Ed ero tornata con Dylan, dopo una settimana dal mio viaggio a Washington. Credevo fosse suo. Io non lo sapevo."
Brandon era evidentemente arrabbiato.
"Non lo sapevi o non volevi che il padre fossi io?"
"Questo non è vero" rispose lei trattenendo la disperazione e piantandogli gli occhi addosso "Tu te ne eri andato. Te ne eri andato Brandon"
Brandon fece qualche passo indietro e la voce si ruppe in piccoli frammenti.
"Tu non hai idea di quanto io sia stato male quando ho scoperto che eri tornata con lui e che aspettavate un figlio. Di quanto tu sia mancata a me. È il solo motivo per il quale ci ho messo così tanto tempo a tornare. Solo questo. Nessun altro."
"Mi dispiace" disse Kelly con la voce rotta.
Brandon si voltò di spalle  in uno scatto di ira che si disperse nell'aria. Cercò di calmarsi.
Si teneva al bancone della cucina stringendo i pugni per trattenere la rabbia. Era di spalle a lei. Non riusciva a guardarla.
"Dylan lo sa?"
"Non ancora"
"Io non ci posso credere. Tu come hai potuto...come hai potuto farmi questo."
"Ero spaventata, volevo dirtelo Brandon, ma più il tempo passava più si creava una voragine."
"Mi hai tolto cinque anni della sua vita e probabilmente tutta la sua vita se non fossi tornato. Non mi riconosce  come suo padre"
"Non avevo la certezza Bran."
"Ora cosa è cambiato? Che il tuo piccolo segreto è stato scoperto? "
"La mia vita è stata un tale casino per così tanto tempo " Kel piangeva.
Brandon stava con la testa china. Faticava a tenere a bada il dolore al petto. Faticava a ritmare il respiro.
"Andrea vorrebbe fare i test di paternità con il vostro consenso".
"È quello che vuoi?"
Kel fece cenno di si con la testa.
"Ci penserò su, ma credo che tu debba dirlo a Dylan prima, perché è ovvio che se non è uno è l'altro".
"Bran" sussurrò lei.
Lui la guardò.
"Io vorrei solo sapere perché" le chiese.
"Pensavo di fare la cosa giusta. Avrei voluto dirti del dubbio, parlarne a Dylan ma avevo paura di rimanere sola. E non sapevo dove trovarti. Il tempo è passato"
"Io sarei tornato, avrei fatto la cosa giusta".
"Lo so" rispose lei. Cercò di afferrare la mano di lui.
"Cinque bh  anni Kel. La gravidanza, il parto. Mi hai tolto tutto."
"Ero terrorizzata"continuava a ripetere lei "non ho mai detto a Dylan del mio viaggio a Washington"
"Ma hai preferito far credere a lui di essere il padre, questo non ti terrorizzava?"
"È diverso"
"In cosa è diverso?"
"Lui regge il dolore tu no"
Brandon si fermò e la fissò in modo grave.
"Hai ragione, non lo reggo.  Contenta ora?".
Tolse le mani dalle sue.
"Bran.."
"No è quello che volevi Kel? Sono già fuori dalla tua vita. Non ti sarà difficile andare avanti.  Ci vediamo Kel" disse lui aprendo la porta senza guardarla.
"Bran.. " sussurrò lei ad un uomo che non voleva più ascoltarla.
Bran sbatté  rumorosamente la porta alle sue spalle. Kelly poté solo sentire il motore della sua macchina accendersi e fuggire via.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora