148. Indistruttibili.

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"Bren.."
Kelly si era affacciata nella camera da letto degli ospiti dove Brenda si era sistemata per la notte. Lei era seduta sulla sedia e guardava fuori dalla finestra. Un sole accecante che aveva già riempito la stanza.
Avevano guardato il film e poi parlato fino a tardi. A Kelly era piaciuto  averla intorno. Era speciale. Ora che le armi erano state deposte e che ognuna di loro aveva incanalato la propria vita. Kelly pensò che le sarebbe piaciuto condividere con lei gli anni dell'università nella casa sulla spiaggia. Che forse le cose avrebbero potuto sistemarsi molto prima. Sapeva bene il perché lei aveva avuto tanta fretta di andarsene. Conosceva a menadito la storia di cui era stata protagonista.
"È qui, vero?"
Kelly fece cenno di si con la testa. Dylan era di sotto.
"Io vado a portare i bambini al Beach Club" disse Kelly afferrando Grace e dando la mano a Sammy "così avete il tempo di stare soli".
"Brandon ti aspetta li?"  chiese Brenda prima che la stessa si allontanasse.
"Ha detto che oggi doveva fare qualcosa di importante. Non verrà" disse Kelly con una espressione triste.
"Oh, magari è importante davvero" cercò di puntualizzare Brenda.
Kel le sorrise "qui non si parla di me ma di te, cerca di parlarci. Ok?"
"D'accordo" sospirò Brenda "in fondo non posso nascondermi per sempre".
Brenda si alzò e  si legò i capelli con un coda.
Scese Kelly e dietro di lei Brenda.
Appena la vide Dylan le regalò un debole sorriso di speranza.
Sammy  salutò il padre velocemente allegro per la giornata al mare.
"Ciao Buddy" gli rispose Dylan accarezzandolo sulla testa.
"Ciao Kel" salutò anche lei "ti serve una mano?" chiese Dylan vedendola imbrigliata nel trasporto delle infinità di cose utili per andare in spiaggia.
"Si ma non quello che pensi tu " rispose Kelly "levamela di torno" disse scherzando verso  Brenda e strizzandole l'occhio.
Non appena Kelly fu uscita, Brenda completò la discesa delle scale mentre un Dylan consumato da una notte insonne l'aspettava con le mani nelle tasca e una espressione malinconica.
"Mi dispiace Bren, per quello che è successo".
"Lo so" rispose lei "so che ti dispiace e so che sei spaventato" disse Brenda "ho avuto una lunga conversazione con Kelly questa notte, lunghissima, dalla rivelazione della gravidanza al fatto che sei andato e venuto dalla vita di Sammy praticamente continuamente."
"Io e Kelly eravamo tornati insieme solo da poco più di una settimana quando è rimasta incinta. Non è quello che accadrà a noi. Però vedi, io non ho mai avuto una famiglia. I miei amici sono stati la parvenza di quella famiglia che mi è mancata ma poi sei arrivata tu. Non so come gestire la cosa, e se tornassi a scalciare e a volermene andare? E se perdessi te? Sono solo queste le domande che io mi pongo."
"Dylan" Brenda prese una pausa per scegliere accuratamente le parole "avere un figlio da te, per me sarebbe il coronamento di questo sogno d'amore, e di questo matrimonio, io lo desidero perché ho desiderato sempre una famiglia, perché conosco cosa sia una famiglia, e so che non è una cosa che distrugge ma che fortifica. Ci si può adattare a tutto se si vuole ma è questo il punto devi volerlo. Possiamo rinunciare a qualcosa per avere qualcosa d'altro? Possiamo? Io e te siamo abbastanza forti?"
"Io e te siamo indistruttibili" così le rispose Dylan "ti prego perdonami, torna a casa".
Brenda lo guardava con sguardo serio.
"Dimmi che cosa vuoi davvero, non nascondermi mai più niente".
"Voglio che rimaniamo un pochino soli io e te. Potremmo andare nella tua vecchia stanza":
"Oddio è la stanza degli ospiti adesso".
"Bene, perché noi siamo gli ospiti d'onore di questa vita".
Brenda rise mentre lui le cingeva la vita "e poi?"
"E poi possiamo provare ogni volta che vogliamo ad avere questo figlio"."
"Non dirlo se non lo pensi".
"Lo voglio"
"Dylan..."
"Lo voglio. Lo voglio. Lo voglio" ripetè tre volte lui.
Si baciarono profondamente. Casa Walsh era silenziosa e piena di sole mentre loro due si appoggiavano sul letto che era stata la culla di Brenda in una notte tremenda. Ma aveva imparato ad andare oltre. Lei sapeva andare oltre.
"Abbiamo appuntamento alle undici con Andrea"
"Alle undici? Allora abbiamo un sacco di tempo"
"Bene" rise lei.
Chiusero la stanza  a chiave, chiusero tutto il mondo fuori a chiave. Era una gestualità. Un rito. Un simbolo.

Andrea era nella sala pausa  con il Dottor Carson. Condividevano un caffè, qualche occhiata maliziosa. Lei si sentiva rinata. Quel ragazzo cresciuto e brizzolato, pareva avere una visione totale di lei. Non era scontato. Era intelligente. Spiritoso. Certo, non poteva buttarsi totalmente in una storia, ma in realtà Andrea aveva voglia di tentare, di provare ad innamorarsi. Lei aveva già fatto tutto quello che doveva fare con Hannah, era una ragazza cresciuta, un po' troppo sarcastica ma se la cavava e in fondo lei sapeva che sua figlia le voleva bene e che voleva per lei la felicità. Sulla compagna di Jessie aveva solo da dire male ma sapeva che Hannah ambiva alla felicità del padre e quindi anche della sua.
Il Dottor Dawing si affacciò proprio mentre Carson stava mettendo un ciuffo di capelli dietro l'orecchio di Andrea.
"Ah scusate!"
"No" Andrea era fortemente in imbarazzo "vieni Maurice, stavamo solo prendendo un caffè" disse cercando di ricomporsi.
"Ne vuoi un po'?" chiese Carson.
"Si grazie"
Carson si alzò e prese una delle tazze. Versò un po' di caffè per il collega.
"Sono arrivati i risultati degli esami dei Mckay" disse Dawing ad Andrea.
"La situazione della signora non è così drammatica" Dawing mostrò le carte che aveva in mano ad Andrea che inforcò gli occhiali per leggere attentamente "vedi? Si ha il problema della tuba chiusa, ma l'altro ovaio risponde benissimo alla stimolazione".
"Ah bene"
"Guarda i risultati del signor Mckay.."
Andrea prese la cartellina di Dylan e cominciò a leggere tra le righe di quei numeri, e riferimenti, e problemi che gli esami portavano.
Andrea tolse gli occhiali "no, non è possibile, il signor Mckay ha avuto un figlio. Ha quasi otto anni adesso".
Dawing "bhè difficile non vuol dire impossibile. È stato  un vero miracolo. So che il signor Mckay ha avuto un incidente stradale nel 1994"
Andrea era sopra pensiero e ancora con le carte dei risultati di Dylan in mano.
"Andrea?" la risvegliò Carson che la fissava attentamente.
"Si si" sorrise "ha avuto un incidente nel 1994. È stato in coma. Era ricoverato qui tra l'altro."
"Infatti sono andata a prendere la sua cartella clinica" rispose Darwing.
Andrea prese in mano la cartella clinica risalente all'incidente di Dylan "trauma testicolare grave"
"Questo potrebbe aver causato una infiammazione e di conseguenza la poca motilità degli spermatozoi. A meno che non fosse una cosa pregressa".
"Ma anche Brenda era rimasta incinta prima dell'incidente"
"Te l'ho detto, non è impossibile è solo difficile. Anche se due figli nel corso di una vita sono tanti nelle sue condizioni".
Andrea rimase in silenzio.
"So che hai appuntamento alle 11 con loro vuoi che io sia presente?"
"No" scosse la testa Andrea. Ci penso io".

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora