127. Nuovi inizi.

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"Allora come è andato il colloquio?" le chiese Brenda mentre provava un altro vestito.
Kelly e Donna aspettavano fuori. Erano tornati i tempi delle lunghe chiacchiere. Delle confidenze sui propri mondi.
"È oggi pomeriggio alle 15"
"È una grande occasione" esclamò Donna.
"Si" disse Kelly sommessamente.
Brenda sentì il tono e apparve dal camerino.
"Che ne pensate di questo?"
Indossava un lungo abito nero senza spalline che soddisfaceva in pieno Kelly ma meno Donna.
"Non lo so" disse Donna "dovresti essere alta almeno 1 metro e 80 per metterti un vestito del genere"
"Grazie tante Donna" sorrise Brenda guardandosi allo specchio. Brenda diede un'occhiata a Kelly "insomma mi dici qual è il problema?Non è ciò che volevi?"
"Si" disse lei "ma mi sembra che questa faccenda costi troppo sacrificio, ai bambini, a Brandon, e se non resistesse? E se questa mia assenza portasse dei problemi. Conosci Brandon, sai quanto tiene al suo lavoro."
"Scusa" la riprese Donna "ma non è stato lui a proportelo?"
"Si, ma non vorrei che lo avesse fatto perché mi ha visto triste e sempre arrabbiata"
"O forse perché vuole davvero che tu sia realizzata nel tuo lavoro" le rispose Brenda con uno sguardo severo "è solo una estate, non parti certo per una guerra".
Kelly non rispose direttamente alla domanda e cercò di deviare il discorso"E tu?"
"Io cosa?"
"come è andata in Thailandia?"
"Benissimo" sorrise Brenda "è stata una vacanza straordinaria, avevo paura che Dylan non volesse figli, ma era una paura che mi ero montata io nella mia testa, lui vuole solo che non diventi una ossessione. Anche io ho un appuntamento importante oggi pomeriggio. Vado da Andrea. Mi accompagnerà da uno specialista."
"Allora oggi è pomeriggio di grandi incontri".
"Già" rispose allegra Brenda.
"E per il Peach? Novità?" chiese Kelly.
Brenda scosse la testa sistemandosi il busto del vestito.
"No" disse Brenda " e Dylan non vuole fare la parte del cattivo ma non può gestirlo e non può chiuderlo. È davvero in una gabbia."
"Credo che quel posto funzionasse perché Nat era li. Non so se funzionerebbe con qualcun altro" sospirò Donna malinconica.
Brenda uscì fuori con un vestito più corto color argento.
"Questo?"
"Fantastico" disse Donna approvandolo in pieno.
"Bene" sorrise Brenda "io credo che tu abbia ragione, quel posto funzionava per Nat ma non possiamo mollare così, non è giusto, sarebbe come lasciarlo andare un'altra volta"
Quella frase intristì le ragazze.
Si abbracciarono.
"Prendo questo" disse Brenda armeggiando il vestito argento.
"Passo più tardi a portarti Sammy e Grace" la avvertì Kelly "Brandon  ha promesso di tornare il più presto possibile" Kelly roteò gli occhi in aria "ma comunque credo che finirò abbastanza presto anche io."
"Non c'è problema" rispose Brenda "adoro passare il tempo con loro e anche Dylan".

Ufficio di Brandon
"Se posso permettermi Brandon" disse Betty "non la credevo capace di rinunciare al lavoro per la famiglia"
"Questa tua sfiducia Betty non mi consola"  le rispose ironico Brandon.
Betty rise "voglio dire, vedo quanta passione mette nel suo lavoro e il fatto che prenda una aspettativa per agevolare sua moglie, è bello, lo trovo dolce."
A Brandon non sfuggì il fatto che Betty avesse definito Kelly "sua moglie". In effetti la considerava tale, mancava solo quel si che certificasse ciò che di fatto erano già.
Non ne avevano più parlato con Kelly dal momento che si era trasferita a casa Walsh. Era come se l'idea di essere in quella casa avesse trasformato direttamente loro nella nuova versione dei Walsh.
"Ti ringrazio Betty" rispose Brandon "credimi non è una decisione facile per me, ormai mi conosci ma qualche volta bisogna fare delle scelte. Prendere delle decisioni. Kelly lo fece per me anni fa, ora penso di restituire ciò che lei ha donato a me".
"Capisco" annuì Betty " solo che è un momento così particolare. Giù al magazzino hanno mandato via parecchie persone.
"Oh" fece Brandon
"E se la devo dire tutta su vocifera che Claudia Galwing abbia ottimi rapporti con la proprietà spifferò" Betty.
"E che altro si spiffera?"
"Che cadranno teste" tutto qui.
Brandon assunse un'aria preoccupata "comunque  mi mancherà direttore Walsh"
Brandon si avvicinò all'orecchio di lei "dovrai comunque lavorare per me Betty, farmi sapere tutti i movimenti qui dentro, non mi fido di questi squali. Soprattutto di Claudia."
"La signorina Galwing?"
"Già" sospirò lui "ha le stesse mie chances ma non ha figli e può lavorare 24 ore su 24 e poi la vedo troppo vicino ai capi e se tira una brutta aria avvertimi subito. Forse hai ragione" Brandon cominciò ad essere preoccupato "non è il momento migliore per andarsene."
"Sono scelte" rispose Betty "ad un certo punto bisogna fare una scelta. È una questione di priorità. "
"Già" sospirò Brandon "ho passato anni in giro per il mondo, senza casa e senza meta, ho percorso migliaia di chilometri solo per vedere quanto fossi solo."
"Nei momenti difficili è proprio questo che dovrà ricordarsi"disse Betty mentre sistemava alcuni faldoni.
Brandon fece di quel consiglio un piccolo dono. Chiuse la valigetta e salutò tutti. Quando uscì dallo stabile sospirò. Un leggero vento lo accarezzò in viso. Chiamo un taxi con una mano e lo prese al volo. Era ora di tornare a casa.

Grace dormiva nel lettone di Brenda e Dylan e lei la guardava con una estrema dolcezza. Osservava quelle ciglia lunghe che nascondevano nel sonno gli occhi blu di suo fratello. Quella comunanza e vicinanza che aveva scorto da subito. Era una Walsh. Ne osservava i margini. Ascoltava il respiro. Era affamata dalla presenza di Grace.
Quel pomeriggio era stata da Andrea, con Dylan. Aveva ripetuto test ed esami. Erano stati consigliati altri medici. È tutto a posto le ha detto. Ma lei sentiva che qualcosa non andava.
Per un attimo ebbe paura che mai a lei sarebbe toccata la sorte di un amore così grande e incondizionato. Eppure lei se ne sentiva traboccante.
Dylan si affacciò in quel momento.
"Bren, è arrivato tuo fratello"
Brenda non si voltò, gli rispose che sarebbe arrivata subito e sembrò davvero convincente nel tono della voce tanto che Dylan se ne andò quasi subito.
"Hei" la salutò Brandon non appena la intravide.
I suoi due uomini preferiti erano in cucina con Sammy a preparare dei panini al formaggio.
"Vuoi uno zia Brenda?"
"No" sorrise lei "non so neanche come facciate a mangiare quella roba".
"Perché?" chiese Sammy " è buonissimo"
"Già" gli fece da sponda Dylan.
Brenda osservó Dylan e suo figlio per qualche secondo e la crepa di qualcosa di molto lontano le fece sentire una fitta che cercò immediatamente di seppellire.
"Vuoi il caffè allora?" chiese dolcemente Dylan.
Brenda annuì.
"Notizie di Kelly?"
"Pare che il colloquio sia andato benissimo. Le hanno già organizzato due conferenze. Sembra quasi che non si aspettassero un no come risposta. Le hanno già affidato una stanza e un nuovo corso da organizzare" rispose Brandon "credo che farà tardi".
"E tu?" gli chiese la sorella " tu sei sicuro di quello che fai?"
Brandon si fermò un attimo e appoggiò il coltello che maneggiava sul tavolo da lavoro "perché siete tutti convinti che io non ce la possa fare."
"Non è questo lo sai" rispose Dylan " ma sappiamo quanto ci tieni al tuo lavoro e dovrai occuparti di Grace a tempo pieno e di Sammy con il mio aiuto. Insomma non è una cosa da niente."
"È solo per pochi mesi"
Si sentì Grace piangere. La piccola si era svegliata.
"Vado io" disse Brandon sfilandosi dalla cucina per raggiungere la camera da letto.
Brenda osservó suo fratello con in braccio sua figlia e poi Dylan impegnato ad imbottire i panini con Sammy.
Sentì il crepitio di qualcosa che si stava avvicinando. Era sconosciuto e pericoloso. Ne fiutò l'odore salmastro.
Si alzò di scatto "devo andarmi a preparare per la serata" disse e scivoló verso la camera.
Dylan la guardò preoccupato.
"Tutto bene?" chiese Brandon guardando il suo amico.
"Si" rispose lui riportando la sua mente alla realtà. Tutto bene.

Quella sera Kelly rientrò quando i bambini erano già addormentati. Trovò Brandon a letto intento a scrivere sul suo laptop.
"Hei" disse lei sfilandosi le scarpe e sdraiandosi vestita vicino a lui.
Lo baciò dolcemente e appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Immagino che sia stata una grande giornata"
"Vuoi la verità?" Chiese Kelly.
"Voglio sempre la verità"
"È stata meravigliosa, non ho neanche mangiato. Sono stata travolta da strette di mano, complimenti. Domani comincio il mio corso e venerdì vado a San Francisco per una conferenza"
"Wow, cominci alla grande"
"Già" sospirò lei "mi dispiace solo che non sono riuscita a vedere e salutare i bambini svegli".
"Non ti preoccupare" le rispose Brandon "domani mattina avrai tutto il tempo."
Kelly gli sorrise e lo baciò più profondamente.
"Grazie" gli disse " se non fosse stato per te, dalla scrittura del libro in poi".
"Se tu sei felice lo sono anche io" rispose lui mettendogli un braccio intorno alla spalla e lasciando che lei si accomodasse meglio con la testa.
"Vuoi che ti preparo qualcosa da mangiare mentre vai a fare la doccia?"
"Lo faresti?"
"Certo" disse lui.
"Meriti proprio un premio" sorrise lei.
"Si lo credo anche io" si baciarono profondamente e lei infilò la mano sotto le lenzuola.
Brandon staccò il bacio.
"Prima che mi dimentico. Tra qualche settimana Sammy ha la festa di chiusura della scuola, l'ho già detto a Dylan. Mi raccomando"
"Ci sarò" rispose Kelly riprendendo il bacio più intenso "promesso".

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora