Capitolo 72. Resta.

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Prima ancora che lei bussasse, Brandon aprì la porta della sua stanza d'albergo. La sentiva arrivare. Ovunque si trovassero. Lui la sentiva arrivare. Nè percepiva i movimenti ed i pensieri, i nastri irrequieti intrecciati dall' anima che disegnavano nuove traiettorie.
Sapeva anche che la pièce di Brenda in qualche modo l'aveva ferita, era scritto ovunque sul suo volto. Le aveva tenuto la mano. Aveva cercato di sorriderle più volte. Aveva provato ad agganciare lo sguardo di lei. E Kel aveva risposto ad intermittenza. Era piena di assicurazioni e rassicurazioni che non era niente, che stava bene. Nessuna vera. Quella visione di lei messa in scena da Brenda l'aveva mortificata.  Non era lo specchio in cui lei credeva e che aveva attagliato su di lei. Per sopravvivenza.
"Hey Babe."
"Sammy dorme?"
"Si" sospirò Kel "non credo che si sveglierà, ha avuto una giornata pesante, notizie di Steve?"
"No. Nessuna. Ma il ragazzo è grande se la caverà. Incredibile aver trovato Clare."
"A volte accadono miracoli" proseguì lei.
"Le persone si ritrovano" finì lui porgendole la mano per farla entrare e dandole un bacio sulla guancia.
Lei si sfilò quasi subito dalla sua presa  ferendolo.
"Si lo so" disse lei sedendosi sul letto.
Brandon si accorse subito che qualcosa di schiumoso e ruvido voleva rovesciarsi al di fuori di Kelly. Che lei ne sentiva l'urgenza.
"Cosa c'è che non va."
"Niente" rispose lei.
"Kel.." si avvicinò lui " sono io".
Quegli occhi blu bastardi e potenti la colpivano sempre.
"È per lo spettacolo di tua sorella".
"Non ti è piaciuta la tua descrizione.." concluse lui.
"Per niente"
Brandon si sfilò la camicia "perché.. " le chiese.
"Perché sembro una viziata, fregafidanzati, una specie di stronza egoista."
"Questo non è vero" disse Brandon mentre si  infilava  la t-shirt continuando a fissarla , non era certo di cosa lei volesse sentirsi dire. Di cosa volesse da lui. Per cui procedeva senza scossoni guardandola negli occhi.
"A volte è  successo, mi sono sentita così.  Mi ci hanno fatto sentire gli altri. Io mi ero solo innamorata" rispose lei.
"Esattamente" concluse lui "ti eri innamorata."
"Tu cosa pensavi di me e di quello che era successo all'epoca?"
"Kel, io non pensavo. Lei è mia sorella. Io l'ho vista da vicino mentre tu e Dylan stavate insieme. Io ho persino scelto di non schierarmi mentre tu e Dylan stavate insieme. Ma ho visto lei in quei giorni e per tutti questi anni, le azioni hanno delle conseguenze e tu lo devi accettare. Non sempre veniamo capiti. Soprattutto quando provochiamo dolore. Un dolore atroce. Lo devi accettare."
"Non ci posso credere, sono stata una stronza di egoista anche per te o cosa?"
"Sei ingiusta."
Kel gli si fece sotto il viso.
"Ah sarei ingiusta."
"Non sono io qui il problema" disse Brandon reggendo il suo sguardo.
Kel sembrava infastidita dalla non risposta "bene, la stronza egoista se ne va" Kel andò verso la porta che Brandon fermò  con un braccio impedendole di aprire.
"Fammi andare" sospirò un Kel con la voce rotta poi si arrese e si lasciò cadere sulla cassa panca all'ingresso.
Kel abbassò lo sguardo e Bran si inginocchiò davanti a lei  e le prese il volto tra le mani.
"Devi smetterla di volere il controllo su tutto. Sei una persona molto lontana da quella. A volte piaci, altre volte sbagli, ma non saremmo qui oggi se il messaggio non fosse che possiamo andare avanti, che le persone possono andare oltre".
"Hai ragione".
"Sarà che io mi sono innamorato della Kel originale e so cosa c'è davvero dietro quegli occhi, sarà che ti volevo baciare dal primo momento che ti ho vista. Io vorrei che tu ti vedessi come ti vedo io. Gli altri fanno male nella misura in cui tu glielo permetti. Ma credo che tu ti debba perdonare. Parla con mia sorella" la baciò vicino alla bocca.
" E poi" cominciò a tirargli giù le spalline del vestito scoprendole il seno nudo "non mi piace parlare di te che amavi qualcun altro. Raccontami del giorno che hai cominciato ad amare me" le disse tirando giù il vestito e baciandola ovunque.
"È tutta la sera che penso a te" gli disse lei passandogli le mani fra i capelli. Un sorriso nascosto fece capolino sul volto di lui.
La spogliò sfilandole del tutto il  vestito. Non c'erano difese. Un corpo meraviglioso e arreso a lui, che lo guardava dritto negli occhi. Che lo baciava con foga. Eccitato. C'era qualcosa in lei di cui lui sembrava aver bisogno. Continuamente. Quella sottile disperazione che l'accompagnava giorno dopo giorno. La sessualità che condividevano insieme. La baciò dall' esterno verso l'interno coscia tanto da persuaderla facilmente  a sdraiarsi sul letto e chiudere gli occhi per indovinare i movimenti della bocca e delle dita  di lui che si spostarono verso il centro del suo corpo, del suo mondo, di quella stanza, di loro due.
Lui avrebbe voluto bastarle. Acquietarla in qualche modo. Essere brezza e non tempesta. Essere tempo e non fretta. Voleva non sentire più questo passato ingombrante come un ostacolo ma come qualcosa su cui salire sopra e prendere il volo.
Lasciò che lei si aggrappasse al suo collo, tanto da alzarsi in piedi e lasciare che le gambe di lei si incrociassero dietro la sua schiena. Fecero l'amore così in piedi contro il muro.
Accoglieva Brandon perché egli sapeva calmarla. Voleva tirare via quella paura  e insicurezza che l'attanagliava.
Lei non pensava più a nulla, godeva della pelle di lui, degli illegittimi occhi blu. Di lui che la riempiva e la faceva traboccare.
E cancellava con semplici gesti tutto quello che  occupava la sua mente. Lo desiderava. Quando ormai B. si era addormentato scivolò via dal letto di lui. Rivestì il corpo infilandosi il solo vestito. Sperò che Sammy non si fosse svegliato. Dunque era  così che si sentiva Brandon ogni volta che andava via dalla sua casa. Sentiva la mancanza. Dolorosa. Kel la sperimentò e non le piacque. Ne sentiva la pungente definizione. Voleva ritornare nel letto. Stare con lui. Dormire con lui. Sentire il cuore battente.
"Kel?" la chiamò lui dal fondo del buio.
"Devo andare" sussurrò lei.
Brandon si tirò su  e si avvicinò a lei. Erano viso a viso.
"È troppo doloroso quando te ne vai" le disse.
Le toccò le spalline e il vestito tornò giù con un gioco di dita.
"Resta."

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora