Capitolo 58. Betty.

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Dylan e Kelly perfezionarono un loro equilibrio nel gestire il menage di Sammy. Avevano trovato una linea retta da seguire. Lei andava a lavoro, lui si occupava di Sammy, dei suoi affari, di niente. Dormiva a casa del padre quando ne aveva voglia. Il padre dormiva accanto a lui da Kelly quando il piccolo lo desiderava.
Kelly era contenta che Dylan avesse deciso di restare e non infliggere al figlio la stessa punizione immeritata che era costata ad entrambi un sacco di cicatrici sul cuore. Non sapeva quanto sarebbe durata. Quando Dylan avrebbe ripreso a scalciare sulla vita. Di fatto si accorse che Sammy non avrebbe avuto la stessa infanzia che entrambi avevano vissuto. A differenza di suo padre e di Jack, Dylan era un padre meraviglioso. Sapeva inventarsi sempre cose nuove. Giochi da fare. Campeggi. Dylan entrava a gamba tesa nella vita delle persone, così come era entrato nella sua anni prima, e sapeva riempire gli spazi.
Ma Kelly conosceva lo sguardo di lui e sapeva che, come lei, Dylan stava sacrificando qualcosa. Soffriva per qualcosa.
E quei margini  lei poteva toccarli e riconoscerli. Facevano finta di niente e si raccontavano un'altra verità. Continuamente. Ogni giorno.
Quella connessione che fra loro esisteva aveva preso una forma diversa. Familiare. Era come se dicesse a se stessa, se può rinunciare lui posso farlo anche io. Una partita a scacchi con le pedine inamovibili. Accampava a se stessa altre frasi indecenti su cosa volesse dire rinunciare ad andare oltre. Troppa paura su quel confine dell'oltre. Troppi soldati morti. Troppe ferite.
Qualche volta lui rientrava con Sammy e la trovava in giardino. Era bella Kelly, lo era sempre stata, ma sembrava infelice. Interrotta in qualche punto. Una specie di malattia cronica. Ci aveva provato lui. Non ci era riuscito. Stavano meglio da separati e non era colpa di nessuno. Alcune persone sono così. Si incastrano male. Si spengono insieme ma riescono comunque a trovare un incastro che gli permette di andare avanti paralleli. 
" Giornataccia?"
"Non più del solito" rispose lei "vuoi del te?"
"Perché no".
"Che avete fatto?"
"Siamo stati al parco, un po' in giro, agli allenamenti".
"Resti a cena?"
"Si certo".
Kelly fece un mezzo sorriso. Un po' perso. Disperso.
"Vorrei andare in Ecuador la settimana prossima se a te non dispiace. A vedere un po' come è la situazione".
"Certo" rispose lei automaticamente "a Londra non vai?"
"Kel.." soffiò lui sulla tazza.
"Secondo me dovresti" Kelly gli aveva piantato gli occhi addosso che Dylan sentiva.
"Non voglio trattenerti qui".
"Non mi stai trattenendo qui".
"Tu soffri, io ti conosco" rispose Kelly.
"Stai parlando di me o di te?" rispose lui più duramente.
"Di te" gli rispose. Di me. Di tutti e due, pensò.
Suonarono alla porta. Sammy andò ad aprire prima ancora che Kel potesse alzarsi dalla poltroncina.
"Mamma... è una signora".
"Salve signora Taylor, non so se si ricorda di me".
"Certo Betty come no, si accomodi entri".
Condusse Betty in giardino, dove Dylan si alzò come un galantuomo. Fecero le dovute presentazioni e poi Dylan scivolò via richiamato dalla voce del figlio.
"A cosa devo la visita?"
"Ecco" rispose lei "non vorrei disturbarla, ma il signor Walsh prima di partire mi ha dato questo da spedire. Ha detto di aspettare un po', quindi io sto contravvenendo agli ordini, dato che sono passati solo pochi giorni, ma penso sia importante e non volevo affidarlo alle poste. Insomma .." Betty le porse il pacchetto che Brandon le aveva dato in consegna prima di tornare a D.C..
Kelly lo prese fra le mani. Immaginò per qualche secondo il contenuto. Gli occhi di Brandon che avevano depositato dentro qualcosa con cura. Riuscì a vederne il contorno. La smerigliatura della concentrazione di lui.
"Grazie Betty" rispose lei.
Betty sorrise "le auguro buona fortuna Kelly"
"Anche a lei Betty".
Dylan riscese.
"Che è successo?"
"Un pacco di Brandon"
"Non lo vuoi aprire?"
"Ho paura" rise.
"Vuoi che resti con te?"
"No" scosse la testa lei "puoi tenere Sammy occupato. Vorrei tempo".
Dylan la guardò. Fece sciocchiate la lingua.
"Sì capo" gli rispose lui.
Risalì le scale. Hai tutto il tempo che ti serve Kel.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora