159. Autonomia.

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Steve armeggiava in cucina, fischiettando mentre preparava un caffè.
"Buongiorno Steve" David entrò con gli occhi semichiusi.
"Buongiorno Silver, già sveglio?"
"Ho dormito male, ma ormai è un'abitudine. Tu, invece? Mi sembri di ottimo umore"
"Già, lo sono. Con Clare le cose hanno ricominciato a scorrere per il meglio, sul lavoro non mi posso lamentare, vedo mia figlia senza limitazioni. Diciamo che in questo momento non potrebbe andare meglio"
"Ed a casa c'è più spazio. A proposito, ora che Brandon torna a vivere con Kelly ho pensato di prendere esempio ed andare anche io"
"Bene, dormirai nella stanzetta con Grace e Sammy"
"Spiritoso. Intendevo che prenderò un appartamento; ti lascio casa"
"Grazie, ritorno padrone in casa mia"
"Veramente è di Walsh"
"Dettagli. Comunque, dove vai?"
"Ancora non lo so, l'ho deciso stanotte. Ora che il lavoro sembra ingranare, voglio autonomia totale, anche nell'ambiente domestico"
"Vuoi?" Steve offrì il caffè all'amico, che rifiutò con un cenno del capo; prese uno sgabello e cominciò a sorseggiarlo. "Com'è andata ieri sera?"
"Il concerto molto bene, non salivo su un palco da un secolo, mi piace ancora molto. Il dopo è stato un po' turbolento"
"In che senso?"
"Valerie"
Steve lo guardò con molto interesse "Cos'ha combinato?"
"Prima mi ha baciato, poi mi ha detto che tra di noi c'è più che un'amicizia. La conversazione è iniziata al locale ed è finita a casa sua"
"Nuovamente David? Hai ancora il letto che condividi con Donna caldo..."
"Non farti strane idee Sanders. È terminata a casa sua, ma sul patio, con una chiacchierata. Non è successo nulla. Ma ci siamo detti che ci vogliamo bene, che in effetti tra di noi c'è più che un rapporto platonico, ma che per il momento è meglio soprassedere. Proprio per il letto con Donna..."
"E cosa intendi fare?"
"Steve, lavorare fianco a fianco, tutti i giorni e tutte le notti, di certo non aiuta"
"Immagino"
"E non posso non andare al lavoro. Cercherò di fare la cosa giusta. Ma so già che sarò trascinato dagli eventi. Steve, come si fa a resistere a Valerie Malone?"
"Ne so qualcosa. Lo so, sembra ancora più bella di prima. È come un buon vino, migliora con il tempo"
"non ho tempo per la poesia, Steve. Mi vado a preparare e vado a sistemare il locale. Ieri sera, per seguire Val, ho lasciato il palco in disordine. Ci vediamo dopo"
"A dopo Silver" e prese il telefono recuperando dalla rubrica il nome di Clare e chiamando.
"Cucciolorso!"

La serata all'After Dark era stata piuttosto fiacca. Dopo due concerti, il tabellone non prevedeva alcun evento. Il locale ne aveva bisogno per rifiatare e per mettersi alla prova senza eventi particolari. Il risultato non era stato dei migliori. David, nel suo ufficio, guardava il soffitto, sdraiato su divano, ed analizzava la serata
"Non crucciarti più di tanto David"
Scattò a sedere, come un criminale beccato sul fatto "Valerie"
"C'è bisogno di tempo. Abbiamo aperto da tre giorni, il primo è stato dei nostalgici, il secondo dei curiosi, stasera la curiosità si era evidentemente esaurita"
"Si, al terzo giorno" disse con rammarico il ragazzo
"David bisogna avere pazienza. E poi tu dovresti essere forse più contento"
"Perché?"
"Il tuo lavoro qui dentro diventa ancora più importante, se non possiamo permetterci di non avere ospiti ed appuntamenti vari. Sei o non sei il direttore artistico?"
David reagì come se avesse appena ricevuto una buona notizia, quando in realtà la ragazza non aveva detto nulla di nuovo "In effetti non l'avevo letta in questo modo"
"Vedi, basta poco a farti sorridere. Mi faccio portare una birra, ne vuoi?"
"Perché no, festeggiamo questa serata mediocre"
La birra arrivò dopo un paio di minuti
"Senti Val, a proposito di ieri sera"
"David, non c'è bisogno che ne parliamo o che ti senti in dovere di supportarmi in qualche modo"
"In verità, in questo momento quello che ha bisogno di supporto sono io"
"Ma tu non ti sei sciolto in lacrime"
"Questo lo dici tu"
"Sei una mammola, Silver?"
"Solo quando sono ad un passo dal divorzio"
"Come va con Donna?"
David sorrise, la birra ne stava sgonfiando la tensione "Domanda interessata?"
Anche Valerie sorrise "Non lo so, potrebbe"
"L'ho sentita poco nelle ultime 48 ore. Mi ha detto che avrei ricevuto notizie dal suo avvocato, ma sino ad oggi non ne so parlare"
"Meglio così" Valerie gli presentò la bottiglia sotto il naso per tintinnare e brindare; David si comportò di conseguenza
"Valerie, io andrei a casa, se non ti dispiace. Vorrei provare a dormire un po'"
"Non c'è problema" e si alzò; David si alzò contestualmente. I due si trovarono l'una di fronte all'altro a pochi centimetri di distanza. Si guardarono silenziosi negli occhi. Sino a quando Valerie non fece un passo indietro e si voltò.
"D'accordo David, va pure. Anche io sono stanca..."
"Val"
"...penso che andrò anche io..."
"Val"
"...Devo solo chiudere la cassa, recuperare i contanti..."
"Val"
"...non so se lasciarli in cassaforte come ieri o portarli con me come..."
Valerie non riuscì a finire la frase, David la voltò con imperio, la trasse a sé e la cominciò a baciare con foga. La ragazza lo fece fare, abbandonandosi tra le sue braccia
"Che significa David?"
"Non lo so Val, sono confuso. Il mio matrimonio è praticamente finito, non so cosa aspettarmi da domani, probabilmente finirò in pasto agli avvocati. È il peggior momento per imbarcarmi in una storia nuova – Valerie lo ascoltava in silenzio, ancora cinta dalle braccia del ragazzo – ma non siamo in grado di controllare tutto e tutti. Non possiamo determinare tempi ed emozioni. In questo caso io non controllo proprio nulla. So solo che mi piaci, tanto"
Valerie sorrise "Anche tu mi piaci, David Silver", le piaceva scandire il suo nome completo. "Che facciamo?"
"Non lo so, credimi Val, avevo voglia di baciarti e l'ho fatto. Vorrei vivere la mia vita senza grossi programmi, non al momento. Non posso farli"
"Lo capisco. Ma ti prego, non giocare con i miei sentimenti. Non voglio essere un tasto che accendi e spegni in base a come ti senti o a cosa ti serve"
"Non lo farei mai, socia"
Valerie sorrise e gli diede un bacio morbido. "Ora è meglio che vada, ci vediamo domani"
David pensò che potevano passare la notte insieme. Ma forse era meglio così. Forse era il caso di far procedere il tutto con estrema lentezza e vedere come si mettessero le cose. Ed era Valerie che sembrava incoraggiare quella strada. Sembravano lontani i tempi in cui la Malone era un tornado che entrava nella vita degli uomini spazzando via tutto e monopolizzando l'attenzione del compagno di turno. E questo piaceva a Silver, in un certo senso lo confortava.
"Si Val, ci vediamo domani", le diede un bacio in fronte, che la ragazza apprezzò molto, e lasciò prima la stanza e poi il locale.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora