151. La verità.

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"I dottori dicono una serie di stronzate lo sai anche tu" Dylan trafficava nervosamente con la sua moto. Non si sapeva esattamente cosa facesse vicino agli ingranaggi ma per lui era una specie di terapia dello stress. Ogni volta che era di cattivo umore usciva nel patio e metteva a posto la moto anche se non aveva nulla da mettere a posto.
"Dylan non è un problema, Andrea ha detto che si può risolvere o comunque che può migliorare" Brenda lo osservava appoggiata alla porta.
Egoisticamente si sentiva quasi sollevata dall'idea di non essere la causa di tutti i mali. Sapeva che non doveva pensarlo, ma lo pensava.
"Non ho nessun problema i dottori si sbagliano".
Si sentì suonare alla porta e Brenda osservò Dylan di pessimo umore non tradire nessuna intenzione di andare ad aprire.
"Ok vado io"
Fu una sorpresa quando se la ritrovò davanti.
"Kelly"
"Ciao Brenda"
Brenda la osservò e notò subito che qualcosa non andava. Il viso era contratto e aveva dei lineamenti stanchi. Gli occhi rossi.
"I bambini?"
"Sono con Erin. Avevo bisogno di venire a parlare con voi"
Brenda contrasse le sopracciglia per il dubbio.
"E per Brandon, avete litigato? Che è successo?"
Kelly evitò la domanda e chiese immediatamente se Dylan fosse in casa.
"È  di la, sta aggiustando la moto. Ti avviso è di pessimo umore".
Kelly entrò e attese che Brenda le facesse strada.
"Dylan è Kelly"
Dylan si alzò dal sua posizione e si pulì le mani sporche di grasso con un panno rosso.
"Tutto bene Kelly?" disse appena la vide.
"No" rispose lei, passò il suo sguardo da Brenda a Dylan "ho bisogno di parlare con te" poi si affrettò nel guardare Brenda e dirle che aveva bisogno che rimanesse anche lei.
"So che siete andati da Andrea oggi"
Nessuno dei due rispose ma fecero cenni di assenso  perché attendevano cosa altro volesse dire Kelly.
Kelly prese una pausa che sembrò durarle una vita.
"Andrea è venuta da me per spiegarmi la vostra situazione".
"Cosa?" Dylan si era alterato ma Brenda lo fermò con un gesto della mano per permettere a Kelly di proseguire, perché non era quello l'obiettivo della visita di Kelly. E Brenda lo sentiva.
"Falla finire" gli disse.
"Andrea è venuta a chiedermi se fossi certa che tu fossi il padre di Sammy"
Dylan non si mosse e neanche Brenda, l'aria era sospesa e tagliata da una sensazione di perdita e di confusione.
"Io non sono sicura che tu sia il padre di Sammy" tagliò corto Kelly. E non c'era nessun altro modo per dirlo. Lo disse e basta.
Dylan era in stato di shock.
"Cosa vuol dire che non sei sicura?"
"Circa una settimana prima che tornassimo insieme, prima di fare il test di gravidanza, io ..." Kelly tentennava, si guardava intorno "sono stata con un'altra persona".
"Ho fatto un breve viaggio e sono stata con un'altra persona" precisò, "quando sono tornata tu sei venuto a chiedermi scusa, ci siamo messi insieme, e quando ho scoperto di essere incinta ho dato per certo che fosse tuo, gli anni sono passati..."
Brenda guardava ammutolita e passava gli occhi da suo marito a Kelly aspettando che succedesse qualcosa ma non successe niente, Dylan si sedette sulla sedia vicino alla moto con la testa fra le mani.
Kelly era in lacrime e  a Brenda, per qualche strana ragione che potremmo definire solidarietà femminile, venne da metterle un braccio intorno alla spalla.
"Kelly l'altro possibile padre sapeva che eri incinta?"chiese Brenda.
"No, non gliel'ho mai detto. Non lo ha mai saputo. Pensavo fosse di Dylan. Ero in un periodo molto confuso e tu lo sai Dylan..tu lo sai. Eri con me".
Dylan le piantò gli occhi addosso "dovevi dirmelo."
"Mi avresti lasciata"
"Non mi pare che non ci siamo lasciati lo stesso ma con l'aggravante che sei disonesta".
"Dylan è sufficiente" lo interruppe Brenda.
"Non ero  sicura Dylan, e mi dispiace, ma i primi tempi noi eravamo felici, stavamo bene e non ho avuto il coraggio di dirti questa cosa. Temevo di rimanere sola".
"E che mi dici di quell'altro campione? O almeno sai chi è?" Dylan era furioso.
"Dylan, ho detto basta" lo fulminò Brenda cercando di proteggere Kelly.
"La cosa giusta.. ah fantastico.. certo. Sammy ha sette anni compiuti quasi otto, per anni Kelly mi ha fatto sentire in colpa, mi ha fatto amare questo bambino e fatto credere che io fossi il padre. E tu mi dici che sta cercando di fare la cosa giusta".
"Potrebbe anche essere tuo Dylan a questo non hai pensato?" Brenda non poteva credere alle sue stesse parole.
Dylan si rivolse solo a Kelly.
"Voglio sapere chi è"
Kelly afferrò il braccio di Brenda per trovare un appiglio. Era strano come proprio in quel momento fosse lei il suo unico punto di riferimento.
Dylan si fece più insistente e si avvicinò ripetendo la domanda.
"Kelly, chi è.."
Kelly non rispondeva. Guardava in basso. Si sentiva in trappola.
" C H I  E' KELLY"
"È Brandon" disse di un fiato lei alzando la testa.
Brenda si portò le mani alla bocca togliendole dalla presa di Kelly che si sentì precipitare.
"Non hai detto a mio fratello che il bambino poteva essere suo?"
A Kelly non reggevano le gambe. Le scelte fatte anni fa, stavano risalendo dal terreno.
"E Brandon sa questa storia?"
Kelly fece cenno di si con la testa "gliel'ho detto questa sera"
In quel momento, tutto quello che Brenda riusciva a vedere mentre guardava Kelly era la ragazzina indecisa e fragile di anni e anni prima, che cercava disperatamente l'amore ovunque lo vedesse o credeva di vederlo, che staccava dalle ossa della comprensione  la pelle per nutrirsi. Che la felicità quando l'aveva a portata di mano la spaventava.
Avrebbe potuto continuare a stare in silenzio, nessuno avrebbe messo in dubbio niente, eppure quel cassetto aperto da Andrea l'aveva decisa a prendere una decisione contraria a quella presa anni e anni prima anche se sapeva che le sarebbe costata cara.
Sotto gli occhi di Dylan, Brenda si accostò a lei e lasciò che nascondesse il suo volto sulle sue spalle e potesse piangere, o non dire niente.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora