Capitolo 61. La lunga strada verso casa.

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Londra.
Brenda era pronta per i casting che sarebbero cominciati con l'anno nuovo.  Un paio di settimane e si sarebbe ritrovata a valutare aspiranti attori emozionati.
Intanto aveva sparso sul tavolo una serie di progetti di scenografia.
Le chiamate di Dylan si erano fatte più rare. Erano quasi al limite dell'interruzione. Come previsto. Come prevedibile.  La guerra che non aveva voluto combattere aveva un vincitore. Il più giusto.
Era difficile stare lontani, ma ognuno aveva la sua vita e rimanere ancorati a quello che non poteva essere rendeva tutto ancora più doloroso.
Invece sentiva Isabel al telefono. Era rimasta molto legata a loro. A Xavier. A Juan. I ragazzi stavano bene. La banda di Perreira era stata definitivamente smantellata, al posto suo si era impiantato un altro delinquente della zona. Un tale Rodriguez, che per ora li lasciava in pace. Si promisero di vedersi presto, avrebbe voluto avere tutti per la prima del suo spettacolo. Invitarli. Vederli ben vestiti ed emozionati. Ospiti d'onore della sua vita.
JT tirava la sua sigaretta a vapore in cucina mentre spadellava. Aveva gusto per la fotografia e smontava e rimontava a piacimento  le idee di Brenda .
"Mi dici il senso di fumare vapore?" gli chiese lei.
"Mi tranquillizza, è un vizio, una cosa che  non voglio abbandonare" rise JT.
"Tipo Dylan per me" rise per la sua stessa ironia.
"Ha chiamato?"
"Si, ciao, come stai" mimò Brenda, "non lo so" disse appoggiando i bozzetti al tavolo, "speravo che le cose fossero diverse, aveva detto...insomma" Brenda sorrise amaramente "non posso fare niente. Deve scegliere da solo, e poi c'è suo figlio, e troppe cose in mezzo".
JT le sorrise di rimando.
"Certo, perché provare meglio massacrarsi l'anima a migliaia di chilometri di distanza" sussurrò JT.
"Ti ho sentito" gli disse Brenda.
JT le sorrise e buttò incurante degli asparagi in padella "Come sta tuo fratello?".
"Ah bello mio, ora proprio non hai speranze. Ha lasciato Washington e il Chronical"
"Sul serio?"
"Si. L'hanno chiamato alla CBS".
JT fischió in segno di approvazione, "accidenti".
"Già" rise Brenda, " ufficio di Los Angeles. Responsabile costa ovest. Dopo  quel reportage sulla corruzione al comune di Los Angeles...insomma il suo nome ha cominciato a girare, però sai cosa mi è piaciuto di più?"
"Cosa?"
"Mio fratello ha lasciato il Chronical prima, in genere è sempre così guardingo, sicuro, armato, invece Kel si è presentata da lui, si sono messi in macchina e sono tornati al Chronical lui ha detto me ne vado."
"Forte.."
"Non ci si credeva. Ai miei è venuto un colpo pensavano fosse impazzito. Poi ha chiamato me e mi ha detto: torno a Los Angeles. E io, a fare  cosa? Provo ad essere felice, mi ha risposto. Ci crederesti mai?".
"E lo è?"
"Si" rispose lei sorridendo dolcemente "lo è. Quando hai coraggio lo sei sempre. Sta bene. Sta nella vita da cui ha avuto il coraggio di tornare".
"E tu?"
Brenda rise, guardò l'orologio e mise i bozzetti dentro la cartellina.
"È tardi" disse sviando la risposta" ho appuntamento con Reynolds".
"E non mangi? Per chi sto cucinando per la gloria?"
"Lo scalderò quando torno".
"Grazie tante" disse JT ironico.
"Ti voglio bene" gridò Brenda, chiudendosi la porta alle spalle. Prese la metropolitana e arrivò nella zona del teatro vecchio. L'ufficio di Reynolds era in una bella palazzina vittoriana. Salì al terzo piano. La segretaria la fece aspettare un po'.
"Prego Miss Walsh" le disse la donna sotto un paio di occhiali da vista.
Brenda strinse la sua cartellina e sperò che a Raynolds la sua nuova rassegna andasse bene. Quando entrò, Raynolds la accolse con un sorriso e Dylan era li seduto sulla poltrona importante.
"Signorina Walsh, venga si accomodi".
Brenda non riusciva a staccare gli occhi da Dylan  e un sorriso si aprì la strada.
"Le presento il signor Mckay" Brenda allungò la mano e gliela strinse mentre lui le fece l'occhiolino.
"È molto interessato al suo progetto".
"Ah davvero?" chiese Brenda "la rigrazio signor Mckay"
"È un bel progetto, signorina Walsh, giusto?"
"Giusto" sorrise lei "Walsh. Brenda Walsh".
Continuarono così per tutto il tempo davanti a Reynolds.   Dylan la guardava mentre lei spiegava la scenografia, le correzioni, la scelta della fotografia, e le sorrideva, nessuno le sorrideva come le sorrideva lui.
Il suo spettacolo prendeva forma. Il suo giorno spettacolare anche. Aveva un calendario.  Una realizzazione. Un progetto.
Uscirono in ordine sparso.
Brenda lo aspettò all'angolo. La pioggerellina di Londra accolse entrambi.
"Sei stato tu. Sei tu che hai dato a Reynolds l'impulso di realizzare questa commedia?"
"È un ottimo progetto, signorina Walsh" gli rispose Dylan "sono qui per restare."
"Non dirlo se non è così"
"Sono qui per restare" ripetè lui "sono finiti i miei giorni terribili Bren o forse no, ma è successa una cosa che non avevo previsto. Mi sono innamorato di te".
Una vecchia frase che aveva fatto un giro immenso per tornare davanti a lei. Una lunga strada verso casa.
"Non ti prometto che sarà facile ma Brenda, non lo è mai, ma non voglio passare la mia vita a chiedermi come sarebbe stato. Non ci voglio stare lontano da te. Troveremo soluzioni. Le troveremo insieme. Se vuoi".
Brenda gli sorrise. I cerchi si chiudevano. Si agganciavano. Si saldavano e brillavano. Una preghiera. Una scommessa.
Si presero per mano. Brenda non aveva alcuna intenzione di chiedergli altro. Non ne aveva bisogno. Camminarono sotto la pioggia. Insieme.
"Andiamo in Ecuador prima che comincino i casting?"
Lei sorrise. Fece cenno di sì con la testa. Sì a tutto. Sì a lui.
"E poi?".
"E poi torniamo qui, a casa".

Fine.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora