La telefonata sul cellulare di Kelly arrivò dopo pochi minuti. Avevano lasciato Sammy in una stazione di servizio nei pressi di San Diego. Solo. Sano e salvo.
Scoppió in un pianto furibondo, tanto che la fece crollare a terra. Le gambe avevano ceduto alla tensione e sembravano rifiutarsi di sorreggerla. Brenda e Steve l'aiutarono a rialzarsi.
Era disfatta, spaventata. Fuori di sé per la paura e l'emozione.
Un'auto della polizia scortò la loro. Sammy stava bene, Sammy tornava a casa, Sammy sorrideva dalla video chiamata.
120 chilometri nei quali Kelly aveva potuto parlare con lui. Lo aveva visto. Lo aveva salutato. Aveva provato a trattenere le lacrime e l'attesa, per non agitarlo ma davvero era una crociata impossibile.
"Non ti preoccupare, ora mamma ti viene a prendere"; sorrideva Sammy non era preoccupato era lei che sentiva la lontananza del suo cuore battente. E si preoccupava. E Affannava.
"Mamma! I poliziotti mi hanno dato il cappello! Guarda".
"Sei bellissimo!"
Steve che guidava si rimproverava per non riuscire a trattenere il pianto, un omone grande e grosso come te Steve, e anche se non aveva capito bene dove fossero Brandon e Dylan, era certo che c'entrassero con questa storia. Gliene avrebbe dette quattro appena tornavano. Quattro e più.
Brenda teneva la mano di Kelly che lei stringeva. Non si sa per quanto tempo le due non si erano neanche sfiorate, guardate, parlate. Avevano perso il conto. Si chiesero se poi ne fosse valsa la pena. All'epoca pareva di sì. Invece ora, Brenda era persino dispiaciuta per tutto quel tempo perso. A rimuginare. A provare rancore. A cercare di superarlo. Il rancore ingrossa solo il buco nero dell'infelicità, non era servito a nulla se non a tenerle lontane.
L'abbraccio fra madre e figlio fu un tripudio di emozioni. Una festa cucita a mano.
L'avevano lasciato in una stazione di servizio e chiamato la polizia di San Diego dando istruzioni precise.
"Una donna è stata con me, tanto bella e tanto gentile mamma! Mi ha fatto dormire con lei perché io avevo paura".
Sammy poteva dare pochi altri dettagli. Non ricordava quasi niente della casa dove lo avevano tenuto. Aveva guardato i cartoni e non poteva uscire fuori a giocare. Non sentiva rumori strani anzi a volte erano immersi in un gran silenzio.
C'erano alberi fuori. Tanti. Più di quelli di casa. E aveva visto uno scoiattolo. La donna glielo aveva mostrato.
La telefonata veniva da una cabina pubblica sprovvista di telecamere. Fatta con una tessera che non aveva fatto altre chiamate. Nessuna impronta. Niente. Tuttavia Woods non pareva preoccupato.
"Credo, signora Taylor, che non appena il signor Walsh e il signor McKay rientreranno da dove sono, ci dovranno qualcosa in più di una spiegazione".
"Le ho già detto che non so dove sono. Io ero sedata. Il medico glielo ha confermato".
Woods sapeva che c'era qualcosa sotto. L'istinto ne annusava l'odore acre. Sapeva aspettare. Sapeva fare un passo indietro. Walsh e McKay erano segnalati per qualsiasi lista di imbarco.
"Torniamo a casa" disse Kelly al figlio.
In quel momento nelle mani di Perreira arrivò la foto di Kelly che abbracciava il figlio. La prova che ognuno aveva tenuto fede al contratto verbale. Al negoziato del marcio. Dylan guardò il posto cercando di capire dove fossero, come, con chi. Riconobbe Brenda e Steve.
Brandon non disse niente, si sentiva sollevato. Nella forma muta e serena della sera.
"Potete andare" disse Perreira.
Brandon e Dylan si alzarono e guadagnarono l'uscita sempre sotto l'occhio vigile dei ferri spianati contro di loro. Gli pareva di essere lì da un decennio.
"A mai più " gli gridò dietro Perreira "forse".
Questo lo vedremo, pensò Dylan.
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Oltre la fine. Beverly Hills 90210
FanfictionFanfiction su una delle serie più amate degli anni 90 BeverlyHills90210. Una finestra su cosa è successo dopo la fine della famosa serie tenendo in considerazione le dichiarazioni degli scrittori, attori, e le interviste rilasciate. È una fanfiction...