156. Eppure.

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Clare aprì gli occhi alle prime luci del mattino e, per la prima volta da qualche giorno, si sentì veramente a casa. Le braccia di Steve la cingevano mentre lui ancora dormiva. Non era successo niente, avevano trascorso tutta la notte così, abbracciati e vestiti. Erano tornati dall'After Dark piuttosto presto, si erano scambiati un bacio sulle labbra e niente di più, la ragazza si era sdraiata sul letto, lui al suo fianco, sussurrandole "buonanotte". Sembrava non dormisse da secoli, si liberò lentamente dalle braccia di Steve, facendo attenzione a non svegliarlo, ed andò in cucina.  Certo, la morte del padre era troppo recente ed il dolore non poteva sparire con una notte di coccole. Ma sicuramente, sapere di non dovere affrontare quel mostro da sola, le infondeva coraggio ed anche la pena sembrava un fardello meno pesante da sopportare. Preparò la colazione un ricco vassoio con pane appena tostato, un barattolo di Burro, un paio di confetture di frutta, biscotti assortiti ed una caraffa di succo d'ananas.
"Sveglia dormiglione, la colazione è pronta"
Steve aprì gli ed impiegò qualche secondo prima di realizzare dove e con chi fosse.
"Buongiorno Clare - si mise seduto sul letto – come hai dormito?"
"Non dormivo così bene da un po' – lo bacio sulle labbra – grazie"
Steve sorrise "E' stato un piacere"
"Ti ho preparato la colazione"
"Hai fatto bene, ho una fame..."
Clare prese la mano di Steve e la poggiò sulla propria coscia "Hai appetito?"
"Molto"
"Cosa preferisci per prima"
Steve era divertito "scegli tu"

Valerie si era alzata un po' più tardi. L'adrenalina dell'inaugurazione non le aveva fatto chiudere occhio, sino all'alba o giù di lì. Aveva deciso di saltare il jogging mattutino, non ne aveva il tempo. Doveva innanzitutto passare dalla banca per depositare l' incasso della sera prima, che aveva preferito non lasciare in cassaforte. I dipendenti erano nuovi, ancora non si fidava di molti di loro. Poi sarebbe doveva andare al locale e preparare i nuovi eventi. Non c'era un planning musicale preciso, David avrebbe fatto il dj set, come tappabuchi. Non avevano di fatto avuto il tempo di lavorare ad un vero cartellone, ma Silver non si era dato per vinto ed aveva deciso di prendere le redini della serata; Valerie si fidava. Si preparò e dalla macchina chiamò il socio.
"Buongiorno, ti ho svegliato?"
"Veramente stavo uscendo; Steve non è rientrato stanotte e Brandon è uscito molto presto. Quindi non ho dovuto fare le consuete code degli ultimi giorni, per bagno e colazione. Sono pronto"
"Dove stai andando?"
"Vado al locale per preparare alcune cose per la serata"
"Ah bene, passo dalla banca e ti raggiungo"
"Perfetto, a dopo"
David riattaccò, scese in macchina e chiamò Donna. Che non rispose. O era impegnata oppure stava facendo la sostenuta. Era ancora molto provata per la loro rottura, anche se Felice cercava di confortarla e dirle che lui non era l'uomo adatto a lei (del resto, non era un segreto che alla suocera non era mai stato molto simpatico); pensò di riprovare dopo. Arrivò al locale e cominciò a sistemare cavi ed attrezzature musicali. Valerie arrivò dopo un'ora circa
"Ti trovo sudato"
"Vorrei vedere te, con questo caldo, ad alzare pesi e strumenti vari"
"Si certo; se hai bisogno di me, sono nel mio ufficio. Forse ho un contatto per domani sera."
"Magnifico"
Valerie entrò nel proprio ufficio, David la seguì.
"Scusa Val, ma non sono io il direttore artistico? Non sono io a dovermi occupare di selezionare ed approvare i gruppi musicali?"
"Su questo non ci sono dubbi, ma siccome sei impegnato nella serata odierna, ho pensato di darti una mano e mettere un nome sul cartellone già stasera, cosi da portarci avanti con il lavoro; ma se vuoi pensarci tu, ti passo il contatto e ci lavori" gli porse un bigliettino. David lo lesse, era un duo rap emergente, originario di New York, ma presente in quel periodo a Los Angeles; pensò fosse una reminiscenza della vita nella grande Mela.
"No Val, scusami. Va bene così, anzi ti ringrazio. Li conosco, sono bravi, per me va bene. Ma occupatene tu, domani riprenderò il mio ruolo. Oggi mi accontento di fare l'artista" sorrise.
"Tutto bene, David? Mi sembri un po' stanco"
"Bèh, la serata è stata impegnativa, poi non ho dormito, poi...Donna, si, lo sai. Non è facile e c'è mio figlio di mezzo"
"Immagino, posso aiutarti in qualche modo?"
"Lo stai già facendo; torno a lavorare"
"D'accordo, a dopo" Valerie lo guardò uscire. Voleva bene a David e la faceva soffrire vederlo così provato.
"David"
"Si?"
"Ordino qualcosa per il pranzo, giapponese; vuoi qualcosa? Faccio io?"
"Si, grazie Val" sorrise ancora David.
Trascorsero il pranzo ascoltando Bob Marley e mangiando giapponese.
"Reggae e giapponese, che combo!"
"Si – sorrise Valerie – ma a New York ho cominciato ad ascoltare musica molto varia. Buffalo Soldier è la mia preferita"
"Chissà come mai"
"Già, chissà"
Squilló il telefono del ragazzo, DONNA.
"Ciao"
"Ciao, scusa, ero al lavoro e non potevo rispondere. Volevi qualcosa?"
"Solo sapere come sta Ethan"
"Bene, la febbre gli è passata. David, ti arriverà una lettera del mio avvocato"
"Siamo a questo punto?"
"Non è una strada che ho scelto io"
"Si, immagino, salutami Felice" e riattaccò, posando le bacchette nella scodella
"Problemi?" chiese la ragazza
"Mia suocera sta entrando a gamba tesa nella mia separazione, ma me lo aspettavo. Spero solo che mio figlio non venga messo in mezzo più di quanto non sia già"
"Se ti serve qualsiasi cosa – Val si alzò e mise una mano sulla spalla di David – puoi contare su di me"
David la guardò dritto negli occhi "Grazie Valerie"
La ragazza distolse lo sguardo "Ora devo andare, scusami ma ho un appuntamento con il manager dei ragazzi"
David si ricompose "Certo, ci vediamo stasera?"
"Ok, ciao" ed uscì affrettando il passo e prendendo la borsa al volo. Si mise al volante dell'auto e si diresse a casa propria. Non aveva alcun appuntamento, ma si rese conto che i toni con David stavano virando pericolosamente. In altri tempi non avrebbe perso quell'occasione. Ma era appena uscita da una situazione molto equivoca con Steve e Clare, la sua nomea era già gravata dagli episodi che avevano caratterizzato la sua ultima visita a Los Angeles (per non parlare del ricordo che tutti avevano di lei per via del suo atteggiamento nella prima permanenza in California). Non aveva alcuna voglia di essere invischiata nella separazione della famiglia Silver. Soprattutto considerando che tale separazione era dovuta alla scelta di David di seguirla negli affari e la conseguente gelosia di Donna. Se ora il ragazzo si fosse buttato nel suo letto, avrebbe dato ragione alla ormai ex moglie, lei sarebbe passata per rubamariti (ancora una volta) e ci sarebbero state conseguenze economiche pure sul divorzio. Troppe grane, meglio farsi una doccia fredda e lasciare il rapporto con David sul piano professionale. Ne era sicura ed anche se Silver le piaceva maledettamente, anche se quello con lui era stato uno dei rapporti più importanti mai avuti, la tempistica era assolutamente errata. No no, meglio lasciare perdere. "Eppure". Una parola. Tenace. Testarda. Continuava a torturarla, durante tutto il tragitto verso il mare. Eppure...

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora