Nat era euforico. Da qualche tempo ormai, senza un apparente motivo, il Peach Pit era tornato il locale trendy di dieci anni prima. Erano appena le quattro del pomeriggio ed il telefono continuava a squillare, ma la risposta, da quel momento in poi, sarebbe stata la medesima e perentoria.
"No, mi dispiace siamo sold out per questa sera".
Le prenotazioni fioccavano ed erano giorni che era impossibile trovare un posto a cena nel locale di Busicchio senza essersi premurati di riservarne uno prima di giungere al ristorante. Aveva pensato di fare ristampare i cavalieri che dichiaravano il tavolo "reserved" e che lui ammirava soddisfatto. Soprattutto quello sul tavolo accanto al juke box, che recitava "Walsh 8+1" e che annunciava che quella sera avrebbe avuto gli ospiti più graditi, gli amici di un ventennio. Sembravano spariti dalla sua vita e dalla sua "cucina"; ed invece avevano ricominciato ad affollare il locale da qualche settimana e proprio quella sera avrebbero cenato tutti insieme, come non accadeva da anni. I ragazzi arrivarono alla spicciolata. Il primo fu Brandon, che in compagnia di Kelly varcò la porta alle 19 in punto, attaccato al cellulare, che discuteva sull'opportunità di pubblicare o temporeggiare un certo articolo.
"È così da mezz'ora, sto per mollarlo ed andare da Jackie, almeno mi godo mio figlio" disse sorridendo Kelly, prima di abbracciare Nat.
"Come stai?"
"Mai stato meglio, benvenuti, quello è il vostro tavolo" .
"Si, Barret devo salutarti o rischio il linciaggio, ora sono in minoranza".
Brandon riagganciò e strinse la mano dell'amico, prima di accomodarsi con Kel sul divanetto. Aveva un'aria leggermente nervosa, la ragazza pensò fosse per quella telefonata appena conclusa, ed a richiesta Walsh aveva confermato si trattasse di lavoro, ma niente d'importante. Subito dopo fecero il loro ingresso Steve e Valerie.
"Oooooh l'agente immobiliare e la sua bella cliente, vieni Sanders".
"Ancora con questa storia?" rispose l'amico, con un sorriso leggermente infastidito. Kel non aveva capito e Bran gli sussurrò ad un orecchio "dopo te lo racconto".
"Come stai Kelly?" domandò Valerie.
"Stavo meglio prima" rispose prontamente l'interlocutrice.
"Non cambiamo mai eh?" Le chiese Val.
"Quando le cose funzionano perché cambiare" rispose lei. Si sorrisero, quasi divertite.
"Immagino, ok, Steve siedi accanto Brandon, io ti seguo" ed aggiunse a bassa voce "Così sto lontana da quell'arpia" Kelly per fortuna non sentì. Fu la volta della famiglia Silver; Ethan dormiva beato, il pediatra aveva spiegato a Donna che è abbastanza normale che nei primi mesi di crescita il bambino cambiasse le sue abitudini ed i cicli sonno-veglia, allungando ora l'uno ora l'altra. Aggiunse di non illudersi, questa fase poteva durare anche qualche giorno o qualche settimana, nessuno aveva una ricetta precisa. Fatto era che Donna finalmente dormiva più a lungo, era più riposata e quindi rilassata, e David aveva ritrovato sua moglie. Aveva deciso di seppellire la liason con Valerie, aveva cancellato l'ultimo sms ricevuto senza neanche leggerlo ed era tornato premuroso e sereno. Si accomodarono di fronte a Steve e Val, lasciando il passeggino con Ethan a fianco del tavolo. Quindi fu la volta di Dylan e Brenda: McKay era appagato dalla giornata trascorsa con il figlio, sembrava avere ritrovato una serenità interiore che Kel conosceva bene. E sapeva che aveva una durata assai limitata, prima di essere riagganciato dai suoi demoni. Ma quella sera lei non voleva pensarci; lui non voleva pensarci; Brenda gli stava vicino tenendolo per mano. Brandon non vedeva sua sorella così felice da secoli. La felicità infondo non era quello? I legami in un luogo chiamato casa. Non erano più stati insieme da anni, da quando i pezzi si erano sparsi, lentamente. E ora se ne stava seduto. In mezzo a loro. Che aveva visto crescere, che lo avevano visto crescere.
Eccola là, la felicità. Strinse la mano a Kel senza guardarla, non ce ne era bisogno. E poi sorrise.
"Ragazzacci, cosa vi porto?" Nat irruppe sulla scena.
"Nat fai tu – prese la parola Steve – prepara una raffica di hamburger, patatine, acqua, coca, birra, non badare a spese....stasera paga Walsh!"
"Hai sempre un cuore immenso Sanders. Cos'è, il tuo progetto editoriale dalla navigazione on line è passato già al naufragio?"
"Si, prendimi pure in giro, tra qualche anno mi implorerai di scrivere per la mia creatura...ed io, con molta generosità, ti permetterò di fare il correttore di bozze".
"Certo, sogna Steve, i sogni sono gratuiti".
"Una volta i tuoi sogni avevano la terza, coppa C – intervenne Dylan – sei cresciuto, piccolo Sanders".
"Vi siete coalizzati contro di me, vedo...la vostra è solo invidia"; l'atmosfera era molto rilassata, battute, pacche, occhiate d'intesa si sprecavano. Valerie mostrò a Donna il suo ultimo acquisto Prada e la ragazza pensò che da quando era diventata mamma aveva trascurato il suo guardaroba, per la prima volta in vita sua.
"Essere una madre è l'esperienza più bella del mondo – le disse Kel – ma non bisogna mai dimenticare che siamo innanzitutto donne e non dobbiamo mortificare la nostra indole...l'utilizzo smodato della carta di credito!" e scoppiarono tutte a ridere.
Nel frattempo arrivò il primo giro di hamburger e patatine, oltre alle bibite. Tutti bevvero birra e acqua, tranne Dylan e Donna che ripiegarono sulla coca cola, il primo per il passato, la seconda per il presente.
Certo avrebbero potuto scegliere un locale più elegante, un cibo più raffinato. Ma non avrebbero mai scelto posto diverso da quello. Era come se le loro anime fossero rimaste lì e la loro presenza le stesse rimettendo insieme. Nel posto giusto. Nel momento giusto. Ethan si svegliò reclamando la pappa, Donna si coprì con un panno ampio e lo allattò nel locale.
"Oooh che meraviglia!" esclamarono all'unisono le ragazze, mentre i ragazzi, imbarazzati, guardavano ovunque tranne che nella direzione della mamma; tutti eccetto David, che guardava con tenerezza la moglie ed evitava, senza troppa fatica, lo sguardo di Valerie, che in verità quella sera era presa da Steve, sul quale teneva costantemente la mano sulla coscia e lo accarezzava senza malizia. Sanders ricevette un sms sul cellulare, lo inviava Janet.
"Lo guardo dopo, non voglio rovinarmi la serata" aveva pensato.
"Non hai limiti Dylan" Brenda riprese il ragazzo che era al terzo hamburger "Brenda, dopo Londra e l'Ecuador, è la prima volta che addento un hamburger degno di questo nome"
"Si, ma questo è il terzo e stai prendendo peso a vista d'occhio" gli disse Brandon.
"È l'età dello sviluppo" rispose McKay.
"Si, cos'altro devi sviluppare? La ricrescita del cuoio capelluto, stai acquisendo chili e perdendo la chioma" gli disse Steve, ed ancora tutti a ridere. Nat era felice di vedere i "suoi ragazzi" presenti e felici, almeno sereni, contenti di stare insieme. Il telefono di Kel cominciò a squillare "mamma". Era Jackie. Brandon si alzò per lasciar uscire Kel intenzionata ad allontanarsi per sentire meglio. La guardò per istinto di protezione. Kel si voltò improvvisamente gli sorrise prima del "pronto". Il telefono in mano, il viso perfetto. In una frazione di secondo il viso si fece di pietra, nero ossidiana. Gli occhi sbarrati. Persi.
"Kel" disse appena Brandon quel tanto da far zittire e girare tutti gli altri verso di lei.
Il telefono scivolò via dalle dita di Kelly e si frantumò a terra così come le si erano frantumate le ossa.
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Oltre la fine. Beverly Hills 90210
FanfictionFanfiction su una delle serie più amate degli anni 90 BeverlyHills90210. Una finestra su cosa è successo dopo la fine della famosa serie tenendo in considerazione le dichiarazioni degli scrittori, attori, e le interviste rilasciate. È una fanfiction...