Capitolo 94. Fuoco mediterraneo

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L'uscita dall'aeroporto fu un pugno in pieno viso. Un vento di Scirocco soffiava da alcune ore su Palermo ed accoglieva Brandon e Kelly senza troppe cerimonie. Il cielo era coperto, le nuvole dal calore aranciato denunciavano la sabbia che quello stesso vento aveva trasportato dal profondo sud. Da oltre il mare. Da posti lontanissimi e affascinanti.
Uno scenario Sahariano che riportò Kelly a vaghi ricordi di venti di oriente, che influenzavano persone e personaggi. Che mi rendevano folli. Sentì la vibrazione della storia, la fatica dei millenni che avevano forgiato quelle terre, la meraviglia dei profumi. Era molto di più di quanto credesse. Chissà cosa stava facendo in quel preciso momento il piccolo Sammy.
"Kelly, andiamo?", Brandon aveva caricato i loro bagagli su un taxi ed attendeva che la ragazza lo raggiungesse abbandonando i pensieri in cui si era assorta.
"Palazzo Sitano per favore", il tassista si mosse e Brandon prese dalla borsa la guida che da settimane spulciava per tracciare il loro itinerario in Sicilia. Kelly non aveva mai pensato di potere visitare un'isola che non conosceva affatto; a mala pena ne aveva sentito parlare per fatti non proprio "turistici". Cose lontane. Antiche.
"Vedrai Kelly, la Sicilia ti piacerà."
"Mi hai detto di non esserci mai stato" lo interrogò Kelly diffidente.
"In realtà la redazione mi chiese, qualche anno fa, di visitare Palermo durante le commemorazioni di un giudice ucciso" Brandon fece una pausa, altre realtà che poco c'entravano in quel momento ma che appartenevano a quelle terre "ma ho visto brevemente Palermo, sono arrivato la mattina e ripartito in prima serata, non ho visto nulla. Ma ho respirato un'atmosfera vibrante che mi ha affascinato ed incuriosito. Questa è una terra di fuoco e di grano, di arance, di storia,  Kel. Qualcosa che non hai mai visto e che nessun altro ti mostrerà. Volevo saperne di più. Ma il lavoro ed impegni vari non mi hanno mai permesso di tornare; poi, con il ritorno negli States, non ci ho più pensato. Sino a qualche settimana fa", Brandon sorrideva ed alternava uno sguardo a Kel ed uno alla guida. Kelly lo osservava e sbirciava dal finestrino. Il mare costeggiava l'autostrada, stormi di gabbiani volteggiavano sopra una piccola isola che quasi toccava la terra ferma. Ogni colore le pareva più intenso. Le sembrava tutto meraviglioso e per un attimo aveva dimenticato suo figlio dall'altro lato del mondo ed aveva attenzioni solo per il suo Walsh.
Cominciò a piovere "Sicilia terra del sole, non è vero?" disse Brandon all'autista, in un italiano un po' arrugginito ma estremamente sexy alle orecchie di Kelly.
"Adoro quando parli italiano" gli sussurrò ad un orecchio.
"Ah bene, lo farò più spesso allora" rise malizioso Brandon.
"Sporcherà le macchine, camurria; ma vedrà che domani tornerà il sole; mentre il caldo rimarrà ancora mesi" rispose l'altro. E così fu. L'indomani, la coppia in pantaloncini e panama in testa, usci dall'hotel che si affacciava sul Corso Vittorio Emanuele, la via principale del capoluogo siciliano. Il cielo era limpido, il sole a quell'ora si mostrava ancora clemente ed i ragazzi decisero di percorrere il corso per visitare le bellezze che celava. Videro i quattro canti di Città, la Cattedrale arabo-normanna, il Palazzo Reale e la sua Cappella Palatina. Ad ogni monumento Brandon apriva la guida ed leggeva per  la sua Kelly, che lo ascoltava estasiata. Si sentiva felice come non le accadeva da tempo. E forse per l'emozione, forse per i profumi, forse per l'aspetto invitante di certe leccornie, mai viste in vita sua, le si era aperta una fame atavica che a Palermo poteva trovare ampio sfogo. Dai fritti al cibo di strada, ai dolci, la passeggiata si era trasformata in un tour gastronomico "Brandon, ce ne andremo via con diversi chili sul fardello."
"Che ci importa siamo felici" le disse lui.
"Sei tu la mia felicità" rispose lei, schioccando un bacio sulle sue labbra. Noleggiarono una carrozza e si spinsero sino a Monreale, dove c'era un'altra cattedrale arabo-Normanna, con una magnifica effige del Cristo Pantocratore, che li accolse in tutto il suo splendore.
"Vedi amore, si tratta di opere architettoniche costruite nell'anno mille dai normanni, francesi che avevano sconfitto i dominatori precedenti, di origine saracena, ma in maniera molto intelligente piuttosto che cacciarli, li integrarono nella propria comunità valorizzandone le competenze e le abilità. Perché i compromessi sono sempre preferibili agli scontri", Kelly lesse un riferimento alla diatriba con sua sorella, ma era così serena che non volle cogliere né distrarsi e continuò ad ascoltarlo "L'architettura si chiama arabo-normanna e coinvolge Palermo, Monreale e Cefalù; domani ti ci porto."
"Non vedo l'ora" si strinse a lui, spostò la guida che li separava e lo baciò nella piazzetta dinnanzi la cattedrale. La sera avevano in programma una cena a lume la candela; ma forse per la stanchezza, forse per il troppo cibo che avevano mangiato durante l'intera giornata, crollarono sul letto prima che arrivasse il crepuscolo.
L'indomani proseguirono la loro vacanza alla volta di Cefalù, che distava solo 1 ora di treno. Kelly non era in ansia per Sammy. Quella vacanza la stava veramente rilassando. Brandon lo aveva percepito chiaramente e si compiaceva per quell'idea che li aveva portati in un posto tanto diverso da quelli in cui erano cresciuti. La Sicilia li stava conquistando: ogni strada trasudava una storia che gli Usa non avevano, le bellezze naturali erano mozzafiato, la gente molto cordiale ed accogliente ed il cibo era una tentazione permanente ed irresistibile. Cefalù non tradì le aspettative di Walsh; un piccolo gioiello incastonato all'ombra di una montagna che custodiva, alla base, un'altra Cattedrale Arabo-Normanna; anche questa con un Cristo Pantocratore quasi identico a quelli scovati nel palazzo reale di Palermo e nella cattedrale di Monreale.
"È il fil rouge che unisce i capolavori ubicati in zone diverse, che popoli vissuti mille anni fa hanno voluto marcare". Kelly era sempre più affascinata dalla cultura che Brandon sciorinava. D'altronde , la passione per quel viaggio, lo studio del percorso, la cura nei dettagli era qualcosa confezionato per lei e per superare il dozzinale turismo economico delle grandi mete. Nessun altro al mondo poteva mai portarla in Sicilia ed era di questo che loro avevano bisogno.
Il terzo giorno fu dedicato a Segesta ed Erice.
"Oggi facciamo un viaggio nel tempo, indietro ed avanti nella storia dell'uomo siculo.
"E dove mi porti, mia bellissima guida?"
"Partiamo dalla Grecia", Kelly si scostò e lo guardò con sospetto "come dalla Grecia?", Brandon sorrise "Abbi fede".
Con una macchina a noleggio raggiunsero il tempio di Segesta, un'architettura di origine greca lasciata intatta dal tempo.
"Veramente stupendo" disse Kelly mentre addentava dei dolcetti alle mandorle che aveva comprato il giorno prima dalle suore del convento di Santa Caterina, a poche centinaia di metri dall'hotel.
"Parli del Tempio o dei dolcetti?"
"Tutti e due" bofonchiò Kel con la bocca piena mio Dio" disse guardando il tempio senza fiato. Si sedettero proprio lì. Nella valle, in mezzo agli ulivi. Solo loro due al mondo.
"Guarda che la prossima tappa è la patria dei dolcetti di mandorla."
"Tu mi vuoi grassa e brutta – lo guardò storto la ragazza – andiamo"; entrambi risero.
Kelly salì quei gradini "mio Dio" disse.
La valle era un tripudio di mandorlo e profumi di ulivo. Vite.
Si sedettero insieme. Lì dove c'erano una volta i greci, e poi gli antichi romani, poi i normanni, poi gli arabi. E dove battevano i venti.
Solo loro due.
"Dottoressa Taylor ho una domanda per lei."
"Mi dica dottor Walsh."
"La felicità occasionale può diventare felicità permanente?"
"Si" sorrise lei "può. L'amore può guarire tutto."
Si strinsero l'uno all'altra. Salvezze.
Arrivarono ad Erice all'ora di pranzo e sul corso principale assaggiarono il cous cous di pesce, un piatto di chiara matrice araba.
"Le contaminazioni non finiscono mai" disse Brandon mentre irrorava il piatto con il brodo di pesce "che terra stupenda" replicò Kelly, che era veramente ammaliata dai colori, dai profumi, da tutto quello di cui i sensi si stavano riempendo. Le viuzze lastricate di sassi del borgo medievale non colpirono i ragazzi come le bellezze che avevano visto sino a quel momento. Per carità, tutto molto suggestivo. Ma eguagliare la meraviglia di un intatto tempio greco non è cosa semplice. Tornarono in albergo e Kelly chiamò Sammy; gli raccontò quello che stava facendo, volle sapere se tutto procedeva per il meglio; fu rassicurata in tal senso anche da Dylan; ed andò a farsi una doccia. La serata non li colse stanchi come il giorno precedente, nonostante l'escursione. Andarono nel vicino quartiere della Vucciria e cenarono a base di street food. Assaggiarono di tutto, avvolti dal fumo che dalle griglie a cielo aperto riempiva gli spazi ed impregnava i vestiti, sino a toccare l'anima. Erano felici e se lo dissero più volte senza remore.
Il quarto giorno fu diviso equamente tra la Valle dei Templi di Agrigento, tra le rovine dell'antica Grecia (ancora una volta) e la visita alla città di Sciacca, con i suoi coralli, le sue ceramiche ed il suo mare color cobalto, che riempì gli occhi ed il cuore della coppia. Avevano lasciato la città di Palermo per non farvi ritorno; la sera dormirono a Menfi, un paesino sulla strada verso Castelvetrano, spinto verso il trapanese. L'indomani si spostarono a San Vito Lo Capo, una delle più belle spiagge della Sicilia, per trascorrere un paio di giorni di relax al mare. Non prima però di avere visitato Mazara del Vallo, testimonianza contemporanea d'integrazione tra i siciliani ed i magrebini, con tanto di Kasbah con il classico dedalo di stradine, e la più grande flotta peschereccia del Mediterraneo.
A San Vito il tempo trascorso tra bagni, tintarelle e incursioni nei numerosi ristoranti del posto, notti trascorse svegli per prendersi in modo forte, per avere, per cedere un pezzo di se stesso all'altro.

Dopo quei giorni così pieni si ritrovarono   all'aeroporto, destinazione Roma Fiumicino, e poi verso casa
"Grazie Bran, per questa meravigliosa vacanza, non credo di essere mai stata più felice nella mia vita. »

"Grazie per aver reso la Sicilia più bella con la tua presenza."

"Ruffiano – la donna sorrise, aggrappandosi a lui"
"è la verità... Ti amo Kel."

"Anche io ti amo Brandon."

Avrebbero voluto che quel tempo si fermasse. Che non andasse oltre. Che rimanesse incastrato nel tempo. Scattarono  l'ultima fotografia all'interno del rosso infuocato di un tramonto italiano. Kel con il suo abito bianco chiaro e Brandon con un sorriso meraviglioso e una camicia di lino. Erano felici senza saperlo veramente. Dall'oblò dell'aereo i ragazzi salutarono per l'ultima volta quello che è stato ribattezzato il loro posto nel mondo, promettendo di tornare, prima o poi.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora