116. In fondo.

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La sala convegni del Palace era piena di gente. Luminari che avevano ricevuto in anticipo la copia del libro ed erano pronti a interrogare l'autrice sulla qualità del suo lavoro. C'era pubblico tecnico. Steve aveva provveduto a farne una pubblicità favolosa.
Kelly era emozionata. Indossava un abito color indaco pastello, scarpe più accese. Era meravigliosa.
Appena la vide accompagnata da Dylan, Steve fu lieto che Brandon non fosse presente. Non sarebbe venuto. Lo sapeva.
Steve fece molta più attenzione al corpo di Kelly. E per la prima volta si accorse che aveva una pancia che stava crescendo. Come aveva fatto ad essere così stupido da non accorgersene.  Era evidente. Andrea aveva sempre ragione.
Si salutarono. Steve strinse la mano a Dylan.
Quel senso di ingiustizia nei confronti di Brandon era sempre presente ma non aveva altra scelta.
Dylan del resto aveva preso a lui  Valerie e senza guardarlo in faccia. Ingoiò il rospo per amore di Kelly.
Lei era raggiante, dopo mesi di silenzio e di disperazione aveva una gioia nel cuore. Si vedeva che era emozionata.
Probabilmente il ritorno di Dylan l'aveva aiutata. E per questo non poteva che esserne grato anche lui.
Gli ospiti si accomodarono nella sala. Steve fece una breve presentazione e lasciò bene presto la parola a Kelly. Ci furono parecchie domande alle quali Kelly rispondeva in modo preciso e competente.
Lei spostava lo sguardo su ogni soggetto seduto in sala, per tastare l'attenzione, vederne le espressioni.
Improvvisamente il suo dialogo ebbe un inceppamento mentre guardava in fondo alla sala. Un lievissimo stop che non sfuggì a Dylan, il quale si giro verso la stessa direzione.
Mentre Kelly cercava di riprendere il filo del discorso gli occhi di Dylan incrociarono quelli azzurri di Brandon.
Un blu scuro. Meno luminoso. Più cattivo. Lo guardò per un attimo. Aveva un abito scuro, la cravatta. Ad un passo dalla porta.
Dylan avrebbe voluto alzarsi e andare da lui ma preferì rimanere seduto e rimandare a dopo. Non poteva prevedere cosa poteva succedere. E non voleva agitare Kelly. Non sai mai come possa reagire una persona.
Kelly aveva accusato il colpo, Brandon era riemerso da non si sa dove, e ora incedeva con meno decisione e con risposte meno precise.
Anche Steve si accorse della presenza di Brandon. Lì in fondo. In fondo alla sua vita. In fondo a tutto.
Strinse la mano a Kelly sotto il tavolo del congresso.
Non sapeva se lei ne fosse felice o spaventata. Sentì la stretta di lei. Steve era un sostegno.
Kelly sentiva l'urgenza di andare da lui. Di interrompere ogni cosa. Temeva che se ne sarebbe andato. Aveva paura di vederlo  uscire dalla porta e per sempre. Forse si era accorto della sua gravidanza. Di Dylan. Certo che se ne era accorto. Brandon la conosceva più di chiunque altro. Improvvisamente crollava di nuovo tutto.
"Ci sono altre domande?" Chiese Steve.
Brandon alzò la mano e Kelly e Steve lo guardarono esitanti. Dylan si girò a guardarlo di nuovo. Strinse i pugni. Avrebbe voluto trattenerlo a sè, dirgli di lasciarla stare. Di non trascinarla di nuovo nel baratro.
"Sì, prego" Steve gli diede la parola.
"Signora Taylor" si schiarì la voce Brandon " il dolore  occasionale  può  diventare un dolore cronico di cui non ci si libera più?"
Kelly aveva una leggera iper ventilazione. Le pareva che il cuore le stesse uscendo dal petto.
Si avvicinò al microfono.
Schiuse le labbra.
"Si" rispose "è esattamente così. Può succedere."
Brandon aveva ottenuto la sua risposta, si discostò dal muro a cui si era appoggiato e fece due passi per andarsene.
"Tuttavia" continuò Kelly "l'amore può guarire il dolore. Qualsiasi tipo di amore."
Brandon si fermò un secondo. Poi uscì e Kelly chiuse gli occhi pressoché contemporaneamente.
Alla fine della conferenza di presentazione furono strette di mano e complimenti per Kelly.
Lei si sforzava di sorridere sostenuta da Dylan e Steve ma Kelly non poteva fare a meno di pensare ai lunghi pomeriggi passati con Brandon a sistemare il suo lavoro. Lui l'aveva salvata. Di nuovo. E non gli aveva neanche detto grazie.
Non poteva. Non avrebbe ascoltato. Si toccò il grembo. Sospirò profondamente e attese la fine di quella giornata.

Appartamento di Steve .
"Brandon è venuto oggi" disse Steve ad Andrea non appena le ebbe aperto la porta "e questa è l'unica buona notizia del fatto che sia venuto" concluse.
"Oh" rispose Andrea sorpresa "ha visto Kelly?"
"Si" sospirò Steve "credo proprio di si e ha visto anche Dylan."
"Povero Brandon."
"Già."
"Scusa non te l'ho chiesto" scosse la testa Andrea "come è andata la presentazione?"
"Bene" Steve era entusiasta "solo oggi 275 ordini."
"Wow. Kelly sarà felice" Andrea si accorse subito che forse il concetto di felicità di Kelly era ormai definitivamente cambiato.
Ci fu un momento di strano silenzio.
"Forse dovremmo andare da Brandon" disse Steve.
"E come non sappiamo dove è."
"Io lo so" rispose Steve.
"Lo sai?"
"Lo so"
"E da quanto tempo?"
"Da sempre."
"E perché non me lo hai detto?"
"Lui non voleva."
"Certo, capisco" disse Andrea evidentemente infastidita dal fatto che Steve sapesse di Brandon una cosa che lei non sapeva.
Andrea riprese la borsa.
"Andiamo allora."

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora