Brandon si era fermato per aiutare Kelly a sistemare il giardino. Aveva sollevato Sammy per portarlo a letto e appena tornato in soggiorno aveva guardato lei. Forse più del dovuto. La osservava come la guardava quando vivevano insieme, né disegnava i margini come quando lei era diventata un fantasma delle sue giornate. L'andava a cercare, qualche volta, con la mente perché in qualche modo aveva bisogno della sua presenza. Una specie di meccanica divina che lo riportava a lei. Ogni volta che lasciava un letto di qualcuna o finiva una storia. Ogni volta che si sorprendeva a toccarsi l'orecchio mentre era troppo concentrato. Una specie di rapimento mistico e sensuale che lo imprigionava a lei.
Milioni di volte aveva pensato di cambiare l'oggetto dei suoi desideri. Che non si sarebbe dovuto accontentare e con quel pensiero è andato avanti.
È sopravvissuto.
Ma guardale lì le gioie quotidiane. Una donna. Una casa. L'odore pulito di qualcosa che forse non è mai andato davvero perduto.
"Che c'è?" gli chiese lei sorprendendolo a guardarla.
"Niente, guardarti mi piace. Mi è sempre piaciuto."
"Sul serio?"
"Sul serio"
Kel non gli chiese perché, non ne aveva bisogno.
"Sempre un passo indietro, vero Bran?"
Lui intuì.
"Ho fatto come un eremita che rinuncia a sè, ma stasera, ti guardo e penso ad una scusa per poterti parlare. Per poter restare. Per essere migliore."
Kel era di spalle. Chiuse la lavastoviglie. Tre mesi, anche meno adesso. Sarebbe andato via. Se lo ripeteva ogni volta che lo vedeva.
"In te vedo le mie radici, ciò che sono, da cui vengo" disse lui ormai dietro di lei "e io vorrei tanto liberarmi da questa ossessione, essere al di sopra del Bene e del male, ma la verità è che io ho bisogno della tua presenza".
"Tre mesi, anche meno" disse impercettibilmente lei quando sentì le sue mani sui fianchi. Quel pensiero durò un soffio, lui la voltò. Occhi azzurro mare contro occhi blu cielo.
Ne nacque qualcosa di potente, che era stato chiuso da un tempo troppo lungo. Che era stato tagliato via come se non fosse niente, ma sepolto sotto la cenere quel "loro due" aveva continuato a battere. Le loro bocche si aprirono e si cercarono, senza un filo conduttore...Brandon la sollevó appoggiandola sul piano cucina e infiló i suoi fianchi tra le cosce di lei. Si riconobbero l'odore, di sicuro. Di certo. Qualcosa che potevano palpare ad occhi chiusi.
Lui la toccò ovunque a lungo, e sentì lo sguardo di lei mentre gli dava il piacere con le mani. Era immutato ma diverso, più lui la penetrava più lei confondeva i volti di lui ragazzo e lui uomo.
"Non ti fermare" gli disse "non dire niente"
Allargò di più le cosce perché lui potesse entrare meglio, perché quell'uno si formasse sopra il bene ed il male dell'ipocrisia, della dimenticanza, del non detto.
Brandon passava la sua lingua sulla pelle e sulle sue ferite e le guarì una ad una.
Si incontrarono nello stesso posto in cui si erano lasciati. Dove si erano amati e non lo avevano capito perché troppo giovani, ma ora era bello rivedersi, come due bestie caute, nell'aria del mattino. Durò le ore che li separavano dall' alba. Sostavano, parlavano, facevano l'amore. Non riuscivano a dormire, perché dormire avrebbe portato alla fine di ogni cosa.
Mentre era tra le sue braccia, Kelly pensó che in quel momento non c'era dolore. Per la prima volta quel dolore che si portava dietro non c'era. Era svanito. Miracolosamente svanito.
Brandon, mentre si muoveva dentro di lei, pensó che per tutta la vita sarebbe tornato a cercarla. In ogni donna, ogni luogo, ogni paio di occhi. Sarebbe sempre tornato da lei.
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Oltre la fine. Beverly Hills 90210
FanfictionFanfiction su una delle serie più amate degli anni 90 BeverlyHills90210. Una finestra su cosa è successo dopo la fine della famosa serie tenendo in considerazione le dichiarazioni degli scrittori, attori, e le interviste rilasciate. È una fanfiction...