162. Washington.

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Brandon e Kelly atterrarono a Washington DC nel primo pomeriggio. Grace era amorevolmente addormentata tra le braccia del padre mentre Sammy si trascinava dietro scontento per quei giorni di vacanza lontano da Blanca.
"Samuel. Sono solo tre giorni. Puoi farcela. Sei preoccupante." L'ultima frase non fu sentita dal bambino che volle ignorare la madre e dare la mano al padre che era diventata per lui una figura più rassicurante.
"Washington" disse Brandon allegro.
"Ti manca eh?" Chiese Kelly con aria interlocutoria.
"No" scosse la testa B "direi di no. Ho fatto quello che dovevo qui ma è una città che mi ha sempre portato fortuna. Con te, con il lavoro."
Lei gli sorrise.
"Non dovrebbe esserci qualcuno che ci viene a prendere?" Chiese lui constatando l'assenza di cartelli a loro nome.
"Ho preferito di no" disse Kelly evasiva " tu conosci la città e non volevo obblighi."
"Si ma così le valigie le devo portare tutte io" brontolò Brandon.
Presero il taxi e Brandon cercò di indicare più cose possibili a Sammy che lo seguiva interessato.
Si fermarono davanti all'Hilton.
"Alloggiamo qui?" Chiese Brandon stupito.
"Vecchi ricordi eh?" Sorrise Kelly " neanche io ci potevo credere quando ho letto il nome dell'albergo sulla prenotazione"
"Perché?" Chiese Samuel.
"Perché è qui che io e tuo padre ci siamo messi insieme la prima volta" gli rispose Kelly pagando il tassista.
"Io le storie romantiche non le voglio sentire" rispose Sammy tappandosi le orecchie.
Kelly rise.
Al nono piano li aspettava una suite con due camere che dominava Washington.
"Caspita ti tratta bene questa università."
"Vantaggi .." rispose blandamente Kelly.
"Allora" battè le mani Kelly "vogliamo uscire e andare a vedere un po' di cose? Vostro padre ha vissuto qui per tanti anni" spiegò Kelly a Samuel e Grace "per cui ci aiuterà a scoprire la capitale.
Brandon sorrise guardando Washington e ascoltando le parole di Kelly.
Certo che gli mancava quella città. Aveva ricordi nitidi del suo arrivo lì. Solo. I primi giorni senza Kelly, una vita davanti. Il lavoro al giornale. Voler tornare a L.A. Non farlo. Altre donne, altre finestre, altri letti. Uno sfacelo dentro.
Poi guardò i suoi figli.
Era andata bene così.
"Si andiamo papà" disse Sammy senza preavviso e dandogli la mano.
"Papà" ripetè Grace con la bocca sdentata.
Kelly e Brandon si guardarono. Quella era la prima volta che Sammy lo chiamava papà.
Kelly strinse la mano di Brandon. E non si dissero niente, Brandon non ne aveva la forza.
"Andiamo?" Gli disse fissandolo.

"Mi piacerebbe venire con voi" disse Blanca a Brenda e Dylan, vedere com si fa un film della tv.
"Bhe non è proprio un film, è a episodi" le spiegò Brenda "ma penso proprio che ti piacerà."
"Ora però " interruppe Dylan " è ora di dormire"
"Mi accompagni tu?" Chiese Blanca a lui "mi piace quando interpreti le favole."
"Interpreti le favole?" Chiese Brenda  a Dylan.
"Sono cose nostre" le rispose Dylan con la faccia ironicamente scocciata.
Brenda sistemò la cucina e sentì la porta di Blanca chiudersi.
"Si è addormentata?"
"Si si" rispose Dylan cingendole le braccia intorno la vita "e ho pensato che ora potremmo andare a letto anche noi."
La baciò lungamente sul collo e poi fece sprofondare il suo viso nei capelli di lei.
"Sono felice" le disse "per la prima volta in vita mia non ho voglia di andare in nessun posto che non sia questo. Dove sei tu. Dove c'è Blanca."
Brenda lo accarezzò con la entrambe le mani. Poi lo baciò profondamente lasciando che lui la sedesse sull'isola della cucina.
"Mi manca farlo ovunque per casa" le disse mentre passava la bocca sulle sue spalle scoperte.
"Si anche a me"
"Potremmo mandare Blanca da tuo fratello qualche volta.. anzi meglio c'è nonno Jim che non vede l'ora di tenerli tutti".
Brenda rise "comunque non credo che Blanca si sveglierà nelle prossime ore."
"'Mmmhhh bene"  godette lui.
"Ti amo Brenda" le disse mentre affondava la sua bocca nel seno di lei.
"Ti amo" respirò Brenda prima di spegnere tutti gli interruttori del pensiero perché Dylan entrasse e facesse di lei ciò che voleva.

I Walsh scesero a fare colazione la mattina presto.
"Allora a che ora è la conferenza?"
Kelly rispose sorseggiando il caffè " alle 15. Quindi abbiamo tutta la mattina."
"Però è strano che nessuno si faccia vivo."
"Mi hanno contattato però eri sotto la doccia. Sono io che declino sempre le loro offerte di venirci a prendere, ho te. E non voglio vincoli."
"Allora che volete fare questa mattina? Andiamo al congresso? Penso di avere ancora qualche contatto per visitare lo studio ovale" rivelò Brandon.
"Mi piacerebbe! E posso sedermi sulla  poltrona del presidente?" Chiese Sammy.
Brandon rise arruffando i capelli "questo lo dobbiamo chiedere" disse strizzando l'occhiolino a Kelly.
"Mi piacerebbe visitare il giardino botanico. Fare una passeggiata li."
"Mamma i fiori sono noiosi" protestò Sammy.
"Però è lì che io e tuo padre abbiamo passato i primi momenti insieme. Seduti su una di quelle panchine. Vorrei solo rivedere quel posto e portarci i nostri figli" rispose Kelly guardando Brandon.
Brandon sorrise "io vivevo qui  e non ci sono mai andato" spiegò Brandon.
"Perché?" chiese Kelly.
Brandon scrollò le spalle "perché non c'eri tu" rispose semplicemente "era un posto doloroso per me."
Kelly gli accarezzò il viso ruvido con la barba non fatta. Si accostó all'orecchio di lui "sei sexy con questa barba"
Lui le rispose accostandosi all'orecchio di lei "penso che la vedrai spesso allora."
Un'ora dopo Brandon e Kelly erano seduti sulla stessa panchina di allora ma con i loro figli. Il roseto alle loro spalle era ancora rosso e fiorente.
"Non è cambiato niente" disse lei.
"È cambiato molto" le sorrise lui.
"Davvero non sei mai venuto qui mentre vivevi a Washington?"
"Mai" le confermò Brandon "sembro tutto di un pezzo ma certe cose feriscono. Fanno male. Tu eri dall'altra parte del paese, non aveva senso tornare qui."
"E invece guardaci ora" disse lei. Kelly aveva la stessa pettinatura di anni prima.
"Già" disse lui, distraendosi con Grace che cercava le sue attenzioni.
"Non è stato facile, ce lo siamo detti tante volte, ma possiamo affrontare ogni cosa insieme, ed è per questo che ti ho portato qui, non c'è nessuna conferenza, ci siamo solo noi e i nostri figli."
Brandon alzò lo sguardo.
"Brandon Jameson Walsh, vuoi sposarmi?" gli chiese improvvisamente lei sotto gli occhi dei bambini.
Brandon si voltò verso Kelly, Sammy ridacchiò felicemente imbarazzato e fece sorridere anche la sorella e gli occhi di Kelly erano gli stessi di quelli della ragazza di anni prima.
Washington portava fortuna.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora