Capitolo 76. Promesse.

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Brandon era immerso nel lavoro. Aveva appena terminato una grossa riunione del personale per distribuire i nuovi incarichi. Appoggiato progetti. Cassato altri. Depennato altri ancora. Aveva una grossa libertà di gestione che poi veniva misurata dai suoi capi. Era un peso di responsabilità inimmaginabile. Se qualcosa falliva il fallimento era solo suo. Se qualcosa andava bene il merito era della squadra. E lui aveva una buona squadra. Con Jack Miller e Stephanie Bassett i suoi vice, avevano raggiunto un ottimo livello di intesa. Jack era un vecchio lupo della notizia. Portava una esperienza enorme e una capacità di gestione fuori dal comune. Stephanie aveva cominciato dal basso, dalle notizie locali dell'Arizona da cui proveniva. Una bella donna. Sempre elegante. Sempre un buon profumo. Gambe niente male. Aveva cercato di farsi strada a gomitate in un mondo che premiava solo maschi.  A Brandon ricordava un po' Susan. Solo più formosa. E come Susan, Brandon sapeva bene che non si sarebbe fermata davanti niente: avrebbe venduto anche sua madre per la carriera.  Ma come giudicarla, anche lui aveva rinunciato ad ogni cosa per la carriera.
Si era fatto portare il pranzo in ufficio e aveva chiesto di non essere disturbato. Sulla sua scrivania era ben visibile la foto con Kelly dell'estate passata in Minnesota. Subito dopo che si erano messi insieme: era una foto che a lui piaceva molto. Gli ricordava gli inizi. La magia delle cose. E l'aveva sempre portata con sè, in ogni suo viaggio, in ogni movimento. Gli ricordava soprattutto a cosa aveva rinunciato per essere ovunque fosse in quel momento. E da quegli anni ne erano successe di cose e ora che una nuova estate si affacciava nella sua vita avrebbe voluto farne qualcosa di indimenticabile. Lui voleva vivere con lei più di ogni altra cosa ma la sua paura si è era concretizzata in un nano secondo. Non appena accennava alla questione nella sua testa succedeva qualcosa e da  quando avevano litigato sull'aereo, non si erano sentiti.  Lui era tornato al suo lavoro, lei al suo. Aveva provato a chiamarla e a mandare qualche messaggio ma non gli aveva risposto. Era davvero ridicolo. E detestava anche quella mancanza che aveva di lei. Tre giorni senza parlarsi. Eppure se lo erano giurato la notte in cui lei era andata a prenderlo a Washington. Mentre erano nel suo vecchio appartamento. Nel suo letto. Tra le sue lenzuola. Mentre fuori la neve scendeva. Uno dentro  l'uno all'altra, stretti. Ci diremo sempre ogni cosa e non andremo mai a dormire senza aver chiarito. Abbiamo già perso troppo tempo.
E ora guarda.
Il suo telefono squillò e sperò davvero fosse lei. Prefisso internazionale. Londra.
"Ciao B"
"Ciao D"
"Che mi dici?"
"Sono al lavoro i giorni di ferie che ho preso me li fanno scontare tutti. Tu cioè voi?"
"Brenda e qui con me, metto il viva voce così possiamo parlare".
La voce di Brenda fece capolino da dietro.
"Ciao Bran"
"Hei" le disse lui.
"Come sta Kelly?"chiese Dylan.
"Bene, penso"
"Come penso?"
"Non abbiamo parlato molto negli ultimi giorni, abbiamo avuto una discussione in aereo."
Brenda e Dylan si guardarono con uno sguardo sfiduciato.
"Perché? A causa mia?"chiese Brenda.
"In parte e in parte no."
"Cioè?"
"La discussione è cominciata da quello e poi è sfociata in altro. C'era qualcosa che davvero l'aveva disturbata. Ma sinceramente ora non mi va di parlarne insomma comunque vado da lei appena stacco da lavoro. Non mi piace che non ci parliamo. Non mi piacciono le cose sospese."
"Wow, come siamo responsabili. Sai che siamo qui comunque" gli precisò Dylan "qualsiasi cosa".
"Si lo so.. Allora, avete chiamato solo per sapere come sto?"
"In parte e in parte no."
"Lo sapevo che c'era sotto qualcosa, forza dite."
"Abbiamo parlato con la Fox e non sappiamo se firmeremo con loro o meno tuttavia  ci servirebbe una documentazione preventiva."
"Tipo?"
"Siccome i personaggi sono effettivamente esistiti, e comunque tutta la storia è liberamente ispirata servirebbe una autorizzazione e una rinuncia alle pretese da parte dei protagonisti, cioè Brian sei tu. Ci firmi l'autorizzazione?"
"Nessun problema" rispose Brandon.
"Ti mandiamo una mail. Firmi. Scannerizzi e mandi indietro".
"Ok, perfetto. E gli altri?"
"Ora ci parleremo bene ma abbiamo accennato la cosa via mail a Steve, Andrea e David che hanno già dato il consenso. Donna non credo che faccia problemi, ci pensava David."
"Rimane solo Kelly" disse Brandon.
"Ecco il problema" precisò Dylan.
"Ragazzi dovreste parlarci, dovete risolvere la questione voi" rispose Brandon.
"Abbiamo provato" gli anticipò Dylan.
"Vi ha risposto?"
"Ha risposto solo a me. Con Brenda ha detto che non se la sentiva di parlare."
" e cosa ti ha detto?"
"Non mi ha fatto neanche parlare. Mi ha chiesto quando tornavo per Sammy. Voleva una data. Ha detto che non può stare ai miei comodi e neanche Sammy. Insomma.. lasciamo perdere."
"Ho capito."
"Brandon non ti chiediamo niente. Noi abbiamo pianificato di tornare a Los Angeles e parlare di persona con tutti, soprattutto Kelly, volevamo solo capire da te se ne sapevi qualcosa in più."
"No. Perché sono stato così idiota da lasciare  che passassero tre giorni barricato dentro il mio orgoglio. Comunque avevo intenzione di passare da lei più tardi. Per risolvere le cose fra di noi."
"Bran è davvero importante" gli disse Brenda.
"Immagino, ma prima devo risolvere le cose con lei che per me è importante."
"Si è giusto" disse Brenda.
Chiusero la telefonata. Brenda e Dylan si guardarono.
"Non so, è comunque una speranza" disse lui.
"Non mi piace coinvolgere mio fratello" rispose Brenda "speriamo che le cose non peggiorino a causa nostra."
"Mi vado a cambiare" disse Dylan "JT ci aspetta a cena".
Brenda lo guardò con uno sguardo malizioso.
"Cosa?"
"Niente, promettimi che non farai mai passare giorni senza parlarmi" gli disse toccandogli il petto sotto la maglietta.
"Promesso" disse lui.
"Ti aiuto a scegliere cosa mettere?" chiese Brenda.
"Aiutami a scegliere cosa togliere" gli rispose lui baciandola.

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora