Capitolo 101. Non ci faranno più del male.

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"Se vuoi puoi entrare" gli disse Andrea toccandolo su una spalla e svegliandolo dal coacervo di pensieri che non lo facevano respirare. Brandon alzò la testa e la seguì.
Brenda apparve dietro ad un vetro. Qualche filo attaccato ai macchinari.
"Respira da sola" sussurrò Andrea "è un ottimo segno".
"Ok" disse lui con un sorriso debolissimo.
"Puoi stare solo pochi minuti va bene?"
"Va bene" si toccarono a vicenda la mano che era un grazie silenzioso di cui non c'era neanche bisogno.
Brandon si avvicinò alla sorella inerme e le prese la mano.
"Hei" disse "Bren, ci hai fatto prendere un bello spavento" le accarezzò i capelli e osservò la sua pelle ancora di porcellana come da ragazzina " mamma e papà stanno arrivando, ho dovuto chiamarli" sospirò e si sedette lo sguardo era arrabbiato "se tu torni da noi Bren, ti prometto che non ci faranno più del male. Te lo prometto" la voce si era strozzata e non si sa se Brandon fosse disperato più per lui o per la sorella. Ma lo sentì come una liberazione.
Andrea si era riaffacciata  "Devi andare."
"Starai bene, io sono qua fuori, aspetto Jim e Cindy qui non mi muovo ok?"
Andrea aveva  un viso tristissimo. Il cuore spezzato per Brandon, per Brenda, per la scena di poco prima. Non provava nessuna compassione per Dylan e per Kelly. La storia si era ripetuta senza alcuna pietà. Non voleva prendere nessun fianco ma alla fine era evidente che lo aveva preso.
"Perché non vai a casa, ci sono io qui con lei."
"No" rispose Brandon "aspetto i miei. Sono in volo. Steve è andato a prenderli".
"Va bene" gli sorrise lei.
"Brandon, c'è una cosa che non ho detto e che dovrò dire a Brenda quando si sveglierà"
"Cosa?" chiese lui spaventato.
"Durante l'intervento abbiamo trovato una lacerazione ad una tuba. Abbiamo dovuto toglierla. E anche risistemare l'utero."
Lo sguardo di Brandon era perso.
"Sarà molto difficile che Brenda possa rimanere incinta o  portare a termine gravidanze, e quando glielo diremo, per lei sarà terribile".
Le mani di Brandon si erano gonfiate in pugni. Era disarmato.  Andrea gli porse una tazza di caffè.
"Brandon è un vero miracolo che sia viva. Dovete essere grati per questo" gli chiarì senza mezzi termini.
"Si questo lo capisco".
"Vuoi parlare un po' di quello che è successo?"
Brandon la guardò con la faccia  frantumata ed un cuore che non reggeva più.
"No" disse "che cosa altro c'è da aggiungere. Ho perso tutto. Ho perso tutto e per mano delle persone che amavo di più. E anche Brenda. Come..come si esce da una cosa del genere?"chiese lui "come si fa?"
"Non lo so" gli disse Andrea "davvero non lo so, ma io sono qui. E su questo non avere dubbi".
Brandon terminò il caffè e fissava Brenda da dietro al vetro.
"Non so proprio cosa fare."
"È umano Bran."
"Ero serio prima Andrea. Non vogliono che sappiano niente di noi. Non voglio vederli qui. Ne lui. Ne lei. Devi promettermi che non li farai entrare. Non hanno diritto a niente".
"Bran.."
"Promettilo."
Andrea guardò verso Brenda e poi gli disse "te lo prometto".
Quando arrivarono Jim e Cindy rimasero dignitosi nel dolore. Parlarono con il Dottor Ferguson e si affidarono ad Andrea. Seppero tutto. Seppero tutti i danni fisici che aveva avuto Brenda.
I danni morali invece li raccontò Brandon. Quell'incidente aveva avuto una causa. E la causa era sempre la stessa.
Cindy strinse la mano della figlia e le accarezzò i capelli. Voleva rimanere lei per la notte ma Brandon si offrì. Alla fine rimasero tutti e tre. Nel confine dell'oltre di un'anticamera in cui di fatto non potevano fare niente. Ma avevano bisogno di restare lì. Vicini.
Andrea si cambiò e li salutò con dolcezza.
"Sarò qui domani mattina alle sette, se c'è qualcosa mi chiameranno, ma i suoi parametri stanno lentamente migliorando, si sveglierà" il suo sguardo era comunque triste. Avrebbe voluto rimanere ma Hannah era sola in casa dal pomeriggio. Aveva fatto un paio di chiamate di rassicurazione e non poteva certo chiamare Kelly o Donna perché andassero a controllare.
Scese nei garage e si avvicinò alla sua auto. Il pensiero di Brandon, Cindy e Jim rimasti in attesa di qualcosa che sarebbe potuto arrivare dopo ore e ore le spezzò il cuore.
Sentì dei passi dietro ai suoi che affrettavano la frequenza.
"Andrea" Dylan era alle sue spalle.
"Oddio, mi è preso un colpo".
"Scusa" disse lui con la voce rotta. Era evidente che stava per piangere. Allargò le braccia e lo accolse con sé. In quel momento era solo un ragazzo.
Si sedettero in macchina.
"Non è successo niente Andrea" supplicò lui.
"Scusa Dylan non credo di voler parlare di questo."
"Come sta?"
"Non chiedermelo. Non posso dirtelo."
"Brandon te lo ha vietato?"
"Brandon è una persona rotta in questo momento. Ferita. Io credo che tu questo lo possa capire."
Dylan si appoggiò allo schienale.
"Dylan se ci fosse un pericolo imminente te lo direi. Si riprenderà magari piano. Ma si riprenderà."
"Voglio vederla."
"Non posso farlo."
"Ma certo, la lealtà a Brandon" si arrabbiò lui.
"Curioso che tu parli di lealtà. Vi  hanno trovato a letto insieme, non è quello che è successo?"
"Si ma.."
"È quello che è successo?"
"Si"
"Fine della storia" chiuse Andrea.
"No.. no" scosse la testa lui.
"Comunque anche volendo non posso farti entrare. Ci sono Jim e Cindy con lui. Sono tutti e tre davanti all'ingresso".
"Oh" fece lui.
Andrea lo osservò un pochino. Aveva i lineamenti sfatti di chi non possedeva speranza.
"Non ti sei neanche medicato questi tagli sul labbro".
"Non mi interessa."
"Kelly dove è?"
"Credo sia tornata a casa. C'è Sammy."
"Forse dovresti andare da tuo figlio anche tu".
"Andrea" sospirò lui.
"Qui non c'è niente per te."

Oltre la fine. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora