Capitolo 202

916 50 56
                                    

Piero stava in salotto ripensando a Giada, alla sua chiamata con Maurizio, al tono dolce usato con lui, al suo rossore sulle gote,all'abbraccio scambiato con Maurizio a Naro mesi prima e inevitabilmente al bacio che ne seguì.

Queste immagini si susseguivano come un vortice dentro la sua mente facendogli accelerare i battiti, aumentare la sudorazione, mancare il respiro.

Accecato di invidia mista a rabbia, si alzò di scatto dal divano e si recò come una furia nella camera da letto. Doveva parlare con Giada, doveva riprendere il discorso interrotto dalla caduta di Celeste, doveva conquistarla, doveva dare un'altra opportunità a quel fuoco che aveva dentro che chiedeva di Giada e che dava senso alla sua vita.

Lì trovò l'ex moglie con indosso solo lo shorts del pigiama e si bloccò a quella visione.

-'ma cosa diavolo fai qui?'- lo aggredì Giada -'esci immediatamente -' gli disse infervorata mentre con le mani tentava di coprire i seni avvolti in un reggiseno di pizzo nero.

In quel momento, l'invidia di Piero nei confronti di Maurizio aumentò a dismisura. Non voleva più fare a meno di quella donna. Era stata sua moglie, era la mamma dei suoi figli, doveva essere di nuovo la sua donna.

Con passo certo e sguardo malizioso, entrò in camera chiudendo la porta alle sue spalle

-'io da qui non esco'- le disse con voce ferma e leggermente roca.

Era da mesi che desiderava quel corpo, era da mesi che non godeva ed ora, dinnanzi a quella visione,la sua intimità si risvegliò come un orso dal letargo.

Giada indietreggiò nel vedere Piero avvicinarsi a lei. Sembrava ubriaco, era fuori di se.

-'basta giocare Giada, è tempo di rimettere i pezzi al posto giusto'-disse senza perdere mai il contatto visivo con lei che nell'indietreggiare non si rese conto di avere il letto dietro e vi cadde sopra con un tonfo sordo.

Piero sorrise maliziosamente nel vedere l'ex moglie sdraiata a letto seminuda. Gli si avvicinò fino a sdraiarcisi sopra poggiando il suo peso sui gomiti per non pesarle addosso.

-'Piero smettila'- lo richiamò Giada pur di mettere fine a quella situazione imbarazzante

-'ancora devo iniziare amore mio'-

-'io non sono..'- provò a dire Giada prima di essere zittita da un dito di Piero che si appoggiò sulle labbra

-'tu sei il mio amore, lo sei sempre stata e sempre lo sarai'- la corresse il tenore mentre con il dito segnava i contorni delle labbra di Giada -'ho sbagliato a lasciarti e solo ora mi sono reso conto del gravissimo errore commesso'- disse Piero fissandola negli occhi come a sottolineare quanto stava dicendo -' inutile mentire, siamo fatti per stare insieme io e te. Io l'ho capito solo ora ma non è tardi per rimediare, Giadina'- continuò imperterrito il tenore mentre con il dito segnava il contorno del viso di una inerme Giada -'tutto di te mi è mancato. Dai tuoi baci sensuali ai tuoi occhi luminosi,dalle tue carezze languide ai tuoi abbracci da nana, dalle coccole tenere alle sveltine che mi riservavi'-

-'lo hai capito troppo tardi'- disse Giada con voce malferma, scossa da quelle parole, da quella voce roca, da quelle carezze così tanto familiari.

-'non mentire nica'- la richiamò Piero concedendole un sorriso sghembo -'il tuo corpo dice il contrario'- fece notare sottolineando i fremiti che stavano percorrendo il corpo della donna, il respiro affannato, il cuore accelerato -'tutto di te mi vuole ancora'- affermò con sicurezza il tenore allontanandosi dal viso della donna per lasciare umidi baci lungo l'addome fino ad arrivare alla sua intimità alla quale concessa una veloce e superficiale carezza che fece chiudere gli occhi di Giada lasciandosi andare ad un gemito strozzato.

Un gemito che però non sfuggì al tenore che se la rise felice dell'effetto che ancora aveva sull'ex moglie. Poteva anche stare con Maurizio ma lui conosceva fin troppo bene quel corpo e sapeva perfettamente come farlo godere, nonostante il tempo trascorso.

-'sento da qui il tuo inconfondibile odore'- disse Piero mentre con il naso stuzzicava l'intimità di Giada coperta ancora dalla leggera stoffa del pigiama.

-'conosci bene il mio corpo ma non ti appartiene più'- affermò la donna tentando di chiudere le gambe ma Piero non glielo permise.

Con entrambe le mani forzò leggermente le gambe di Giada per stuzzicarla ancora, con l'intenzione di farla cedere.

Non aveva fatto i conti con la volontà di quella donna.

-'il corpo appartiene a chi sa farlo godere, quindi sono il vincitore assoluto '- disse con sicurezza Piero continuando a baciarle il monte di Venere

-'potrai avere il mio corpo ma non fai più parte del mio cuore'- rispose Giada mentre tentava con tutta se stessa di resistere a quelle carezze che in altri tempi l'avevano portata diritto in paradiso; mentre tentava con tutta se stessa di apparire fredda e distaccata mentre un calore familiare e mai dimenticato le invadeva ogni cellula del corpo per poi concentrarsi nel suo basso ventre che fremeva a quelle carezze, che desiderava approfondirle.

Piero stava per risponderle quando udirono Celeste lamentarsi.

Con una certa agilità , fu lo stesso tenore a scostarsi a malincuore da quella donna che stava per fare sua e andare dalla figlia tentando di dare un freno alla sua intimità ormai eccitata.

RImasta sola, Giada restò lunghi attimi ferma a riprendersi da quel momento. Quante volte avrebbe desiderato quelle attenzioni da parte di Piero mentre lui le concedeva ad un'altra donna, quanto avrebbe desiderato lasciarsi andare e fare finalmente l'amore dopo mesi di astinenza e farlo con Piero , con l'unico uomo che sapeva dove e come toccarla. Ma stavolta era diverso, c'era Maurizio. Si stava legando a quell'uomo, alle sue attenzioni, alla serenità che le donava ed era sua indole rispettarlo. Prima di Maurizio avrebbe senz'altro ceduto alla sensualità di Piero ma ora era diverso. Il cuore stava tentando di rimpiazzare il tenore e ben presto anche il corpo sarebbe stato chiamato a compiere lo stesso passo.

Intanto Piero si recò dalla figlia per prenderla in braccio.

-'piccina mia che c'è'?- chiese il papà sorridendole tastandole la testolina pensando che fosse risalita la temperatura.

La bimba si sbracciò non poco prima di acquietarsi tra le braccia del papà che se la portò sul divano dove vennero raggiunti da Giada.

-'dalla a me, me ne occupo io'- richiamò l'attenzione la donna sorprendendo Piero

-'posso farlo io ' - rispose il tenore cullando la bimba che intanto si stava agitando di nuovo avendo visto la mamma

Giada sembrò non ascoltarlo, gli si avvicinò e prese con se la bimba lasciando un sorriso ebete sul viso di Piero che si beò di quella scena così bella, così perfetta.

Giunte in camera, Giada sistemò la piccola sul lettone. DOpo pochi minuti arrivò Piero.

-'che vuoi?'- chiese fredda Giada per poi rivolgere il suo sguardo di nuovo alla figlia che giocherellava con i suoi piedini

-'dormire con voi'- rispose stralunato il narese

Per lui era scontato riappropriarsi di quel posto nel lettone dopo quello che stava accadendo con Giada. Ma la donna non era della stessa opinione.

-'tu dormi sul divano e se ti permetti di nuovo di riavvicinarti a me , te ne vai in albergo a dormire'- lo freddò senza neppure rivolgergli lo sguardo

-'ma prima noi stavamo...'- tentò di spiegare Piero

-'niente Noi.Tu prima stavi tentando di portarmi a letto. Tu Piero , solo tu.'- lo interruppe stizzita Giada bloccando il tenore e ogni suo desiderio di riavere quella donna e quel posto che gli spettava.

Sconfitto, se ne tornò in salotto dove trascorse una notte agitata.

Convivenza tosta quella tra Giada e Piero. Piero ci prova spudoratamente e Giada cerca di resistere. 

Riuscirà il tenore nel suo intento? O sarà Giada ad allontanarlo definitivamente?

Grazie per la meravigliosa accoglienza di questo secondo libro. 

Un abbraccio

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora