Capitolo 208

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Il tour europeo fu particolarmente sfiancante. Avevano concerti quasi tutti i giorni e quando non erano impegnati in concerti c'erano le interviste o gli shooting. Ciò nonostante Piero non mancava mai di chiamare a casa. Non aspettava più la chiamata della figlia, ora era lui a chiamarla, a chiedere di Gaetano e Celeste e a salutare ogni volta Giada che si limitava invece a freddi e sterili ''ciao''.

In una delle ultime chiamate, memore del malessere che l'aveva colpita quando lui era a Napoli, le chiese anche come stava.

''bene, grazie''- rispose sintetica la donna mentre sistemava Celeste dinnanzi al pc

''hai più avuto capogiri?''- domandò ancora più testardo il narese costringendo Giada a fermarsi per guardarlo, colpita dal suo interesse,dalla sua testardaggine.

''è il caldo e la stanchezza, lo sai che.'.'-stava spiegando Giada prima di venire interrotta da Piero 

''soffri di pressione bassa, lo so nicuzza mia''- concluse con tono intenerito imbarazzando Giada.

Quel tono, quella dolcezza, quel nomignolo. Era il Piero di cui si era innamorata anni fa, lo stesso che poi l'aveva lasciata.

Giada annuì semplicemente, confusa e imbarazzata, per poi allontanarsi da quel pc e lasciare i figli a parlare con il papà.

-'come va con  Giada?'- chiese Ignazio mentre aspettavano di essere truccati per un'intervista

-'non cede, resta distante ma io non mollo'- rispose intestardito il narese

-'hai mai pensato che lei forse ti abbia dimenticato?'- domandò sfacciato Gian -'se non ricordo male si frequenta con uno'

Piero assunse una tonalità di rosso che ricordava il tipico capote della corrida.

-'Giada non mi ha affatto dimenticato'- rispose convinto il narese -'è arrabbiata, è delusa, è testarda ma è ancora innamorata di me e seppur non me lo ha detto a parole me lo ha fatto intuire con piccoli gesti che altrimenti non avrebbe compiuto'- spiegò infervorato il tenore ricordando l'accortezza che Giada aveva nel preparargli i cibi ideali per le sue intolleranze, ricordando l'attenzione che Giada usava nel non disturbarlo quando lui si rinchiudeva nello studio per esercitare la voce, ricordando la tenerezza che Giada impiegava quando si rivolgeva a lui per parlargli dei figli. 

Non potevano essere gesti fatti tanto per, Piero vi leggeva amore, passione, devozione, voglia di ricominciare seppur con fatica.

-'calma Piè, non c'è bisogno di agitarsi'- intervenne Ignazio notando il respiro affannato dell'amico

-'non volevo ferirti'- provò a scusarsi l'abruzzese -'voglio solo che tu non soffra Piè'

-'io soffro standole lontana. Soffro nell'immaginarla tra le braccia di un altro uomo; impazzisco nel pensare che mani non mie accarezzano il suo corpo; ammattisco nel pensare che labbra non mie lambiscono il suo viso, il suo seno, la sua intimità; muoio nel  pensare Giada godere sotto un corpo diverso dal mio, mentre le sue labbra chiamano un nome non mio. Divento matto se penso che c'è un altro uomo che si riempie gli occhi dei suoi sorrisi, che la imbarazza con complimenti autentici, che stringe tra le braccia quella piccola nana dalla lingua biforcuta, che viene amato come solo lei sa amare'-

Ignazio e Gian si rivolsero uno sguardo di compassione nel vedere l'amico parlare di Giada in quel modo maledettamente innamorato mentre stringeva le mani in pugni stretti e irrigidiva la mascella.

Conoscevano Piero fin nell'intimo e sapevano la gelosia che in quel momento stava invadendo ogni cellula del tenore.

-'continua così, Baruneddu  e vedrai che la riconquisterai'- si ritrovò a dire Ignazio pur di allentare quella morsa che stringeva il cuore dell'amico 

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora