Capitolo 330

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Dopo tre giorni dal parto, come aveva previsto il suo ginecologo, Giada fece ritorno a casa insieme a Pietro e accompagnata da Piero. 

Da quando era nato Pietro, Michele aveva concesso ai ragazzi una settimana di riposo per permettere al neo papà di aiutare Giada e i piccoli.

Piero si dedicò totalmente al piccolo e alla compagna, mentre Mariagrazia e la tata si occupavano degli altri tre figli.

L'indomani Giada si sarebbe dovuta recare in ospedale per togliere i punti di sutura.

Piero quella sera era particolarmente agitato e non faceva alcuno sforzo per nasconderlo.

-'mi dici cosa ti prende?'- domandò Giada sbadigliando mentre osservava Piero riporre il piccolo Pietro nella culletta dopo la sua consueta poppata.

-'domani togli i punti'- ricordò il narese come se Giada avesse dimenticato quell'importante appuntamento

-'lo so Piè'- rispose distratta

-'e dopo domani devo tornare a lavoro'- continuò sbuffando

-'so pure questo'- aggiunse Giada accarezzandogli un braccio

-'e sai pure che non mi va di lasciarti sola, Già?'-domandò sarcastico -' Hai ancora difficoltà a camminare dritta e a sollevare il piccolo e poi ci sono i tre bambini che chiedono attenzione e io voglio aiutarti.'- vomitò d'un fiato il narese voltandosi verso la donna che sorrise intenerita dinnanzi a quel broncio messo su dal tenore

-'ci sono Mariagrazia e Rosaria e salgono i tuoi domani. E poi tornerai ogni sera a casa'- lo rincuorò Giada avvicinandosi ancora di più al corpo caldo del tenore. -'Piè ti voglio'- confessò stuzzicando con il naso la base del collo e inebriandosi del buon odore che Piero emanava dopo la doccia.

-'minchià Già pure io ma ho paura di farti male'- rispose il tenore con voce roca -aspettiamo a domani'- propose mentre si allontanava da quella sensuale tortura 

-'e se invece ci concedessimo solo degli assaggi di quello che sarà domani?'- rilanciò la donna allungando la mano verso l'intimità già leggermente eccitata del tenore.

La camera da letto si riempì di gemiti sommessi di Piero che in pochissimi minuti raggiunse l'apice del piacere sporcando slip e pantalone del pigiama.

-'Cumminavu un casinu'- notò Piero dopo alcuni minuti di silenzio utili a ristabilire un tono normale di voce 

-'vatti a pulire , sporcaccione' -lo canzonò Giada sghignazzando.

Piero ritornò in camera dopo alcuni minuti , pulito e sistemato. Sdraiato a letto si avvicinò in silenzio a Giada che lo osservava ancora con sguardo malizioso-

-'ora tocca a te amore mio ma dimmi se ti faccio male' - 

-'non sei obbligato Piè'- rispose la donna anche se si, desiderava ardentemente quel tocco esperto e delicato del suo uomo.

Non fu difficile per Piero intuire i veri desideri della donna e si impegnò nell'amare Giada che ansimando intanto che lui le accarezzava i seni abbondanti a causa dell'allattamento

-'ti voglio pure io, ho solo paura di farti male'- ribadì baciando un seno -'sa di buono il tuo latte, ora capisco perchè Pietro non si staccherebbe mai da te'- disse il tenore continuando a baciare e vezzeggiare il seno della donna gustando le goccioline che da esso uscivano.

-'Piero amami'- supplicò lei allargando le gambe come chiaro invito ad avvicinarsi alla fonte primaria di piacere.

Senza spostare il viso dai seni di Giada , Piero fece scorrere delicatamente la mano verso l'intimità della compagna.

-'è già bagnata'- notò sorridendo parlando con le labbra ancora attaccate al seno

Giada si ritrovò ad annuire soltanto, era troppo presa dal piacere che le stava procurando Piero per poter rispondere verbalmente.

La donna si ritrovò a torturare il labbro inferiore pur di non urlare quando raggiunse il pieno godimento.

Piero la osservava estasiata, gasandosi sempre di più. Anche procurare piacere alla sua donna senza trarne alcun beneficio fisico era un'esperienza unica, meravigliosa. 

Gli occhi le divenivano lucidi, le gote arrossate, il labbro gonfio dalla tortura di essere trattenuto tra i denti, il respiro affannato, il corpo scosso da tremori di piacere, i seni inturgiditi che si abbassavano e si rialzavano seguendo il ritmo sconnesso delle ondate di caldo che le invadevano il basso ventre.

Era uno spettacolo incantevole quella donna e il modo in cui godeva. Se poi pensava che era l'unico ad avere il potere di mettere in atto quella trasformazione, il cuore di Piero si riempiva di orgoglio puro.

Seduto sul letto,con le gambe incrociate, Piero osservò Giada riprendersi dal coito

-'ti amo'- confessò guardandola negli occhi senza mai staccare quel contatto.

Una risata cristallina e spontanea fu l'unica risposta di Giada e quella bastò a Piero. Era lui l'artefice di quella risata e sempre lui ne era l'unico destinatario. SI, quella risata era tutto ciò che Piero desiderava in quel momento.

-'ora a dormire nicuzza mia'-incentivò Piero stendendosi finalmente accanto alla donna che gli si accoccolò stretta stretta al suo petto.

Il giorno dopo, in ospedale , Giada si liberò dei punti di sutura ricevendo le solite raccomandazioni.  Tornati a casa si coccolarono i bimbi tutti insieme.

Era l'ultimo giorno che Piero trascorreva da papà full time e voleva goderselo senza preoccuparsi di nulla e di nessuno se non dei suoi quattro figli e di Giada.

-'dobbiamo organizzare il matrimonio'- esordì di punto in bianco mentre Giada allattava Pietro

La donna gli rivolse un sorriso tenerissimo

-'sarà qualcosa di semplice'- chiarì con dolcezza 

-'sarà tutto ciò che tu vuoi'- ribadì Piero gongolandosi nel pensare di nuovo a lu ie Giada, marito e moglie.

Nel tardo pomeriggio, Piero organizzò l'arrivo dei genitori. Arrivo previsto il giorno dopo, infatti i nonni paterni decisero di salire a Bologna, così da stare accanto a Giada quando Piero avrebbe ripreso a lavorare e non lasciare Giada da sola.

Scusate l'assenza di ieri.

Grazie di tutto.

Un abbraccio.

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora