Capitolo 289

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A sera inoltrata, Gioia stava mangiando un pò della pastina che un'infermiera le aveva portato mentre Piero cercava di convincere Giada a mangiare un trancio di pizza che lui stesso era andato a comprare.

-'Già devi mangiare, non voglio più ripetertelo. Abbiamo bisogno di te, in salute'- la richiamò di nuovo Piero con voce più dura

-'finisco di dar da mangiare a Gioia e poi ne mangio qualche morso'- promise la donna dinnanzi all'insistenza del narese.

A notte fonda, arrivarono a Napoli anche Eleonora e Gaetano: per occuparsi degli altri due nipotini, per dar coraggio ai genitori, per rendersi utili in qualche modo.

Piero e Giada erano stati tutta la notte accanto alla bambina , su quelle scomode sedie , senza chiudere gli occhi per un solo attimo.

Giada era uscita per recarsi in bagno lasciando da solo Piero in camera con Gioia.

A vederla pallida, piccola, sofferente in quel grande letto d'ospedale il cuore di Piero si fermò.

-'amore di papà quanto dolore stai sopportando'- disse con voce rotta da singhiozzi inginocchiandosi ai piedi del letto di Gioia -'così piccina e già così provata . Resisti principessa mia che tutto passerà. Te lo prometto. Potendo prenderei su di me tutto il male che ti sta portando via dalle braccia della tua mamma, nicuzza mia adorata. Quanto mi sento inutile in questo momento. La mia piccina sei tu.'-ripeteva mentre le accarezzava i morbidi capelli castani -' L'amore della mia vita sei e questo mai nessuno potrà portarcelo via. Neppure la malattia.'- sfogò Piero piangendo a dirotto senza alcun tipo di pudore.-'come farà papi senza i tuoi risvegli fati di abbracci e baci, senza il tuo broncio uguale a quello della mia Giada, senza il tuo ''papi, torna resto'' ?'. domandava a raffica il tenore sperando di ricevere una risposta 

Poteva aver vinto prestigiosi premi, calcato i palchi più prestigiosi, conosciuto le persone più influenti al mondo ma in quel momento era un uomo povero, solo, distrutto dl dolore.

Giada, che aveva osservato dalla porta tutta la scena , si sentì come stretta in una morsa dolorosa. 

Entrò in punta di piedi appoggiando le sue esili mani sulle spalle del tenore

-'non può finire così, Piero. Non deve finire così.'- richiamò la sua attenzione con voce flebile mentre guardava la figlia dormire.

-'Giada mi sento così impotente'

-'non devi Piè. Solo tu puoi salvarla e lo hai fatto già una volta.'

-'ma non è bastato'- ammise Piero sconfitto

-'Luigi proteggerà nostra figlia. farà di tutto per non portarcela via. Me lo deve. Non può lasciarmi senza la mia Gioia'- disse Giada ormai farneticando e scuotendo il capo

Piero si rese conto che Giada stava per crollare, si alzò dal pavimento e la ingabbiò in un abbraccio.

-'Giada resisti. Lo dobbiamo alla nostra principessa. Ti prego non molliamo. Luigi veglia come un angelo sulla nostra Gioia e non permetterà che venga portata via. Nessun padre può permettere uno scempio del genere. Luigi la protegge, ne sono sicuro amore mio. COntinuiamo a farci forza e a pregare. Gioia non è sola, noi lotteremo con lei e Luigi con noi'- affermò sicuro Piero.

Non aveva mai pensato a Luigi come papà di Gioia, temeva che Gioia si allontanasse da lui scoprendo di non essere sua figlia biologica ma  mai aveva nominato o soltanto pensato a Luigi. Eppure in quell'occasioni ci pensò, lo nominò, addirittura lo pregò affinchè vegliasse sulla figlia che ormai era diventata una parte fondamentale della sua vita.

Mentre abbracciava Giada si ritrovò a pensare a quell'uomo, alla fortuna che aveva avuto nello sposare Giada e nell'avere Gioia come figlia. 

Una fortuna che non era riuscito a godersi. Una fortuna che poi era arrivata a Piero. SI ritrovò a supplicarlo di salvare quella che il tenore riteneva loro figlia, di Luigi per sangue e di Piero per amore. Si ritrovò a pregarlo di salvare la bambina per amore di Giada, quella perdita l'avrebbe distrutta portandola sull'orlo della follia. Si ritrovò a promettere a Luigi di amare Giada e Gioia di un amore ineguagliabile, chiedendogli perdono per tutti gli errori da lui commessi e che aveva portato le loro donne  a soffrire.

Erano le prime luci dell'alba, quando i due genitori uscirono da quella camera per concedersi un caffè, approfittando del sonno di Gioia.

-'Giada perchè non torni a casa da Tano e Celeste?'- propose l'uomo pur di far respirare un pò di aria pulita a Giada e magari farla distrarre.

-'resto qua, è Gioia ad aver bisogno di me'- rispose intestardita la donna girando lo stecchetto nel suo caffè mentre corrucciava la fronte 

-'ecco cosa amo di me'- esordì di punto in bianco il tenore fissandola con sguardo innamorato  -'la tua meravigliosa testardaggine che associata al tuo sviluppatissimo senso materno ti rende la mamma migliore al mondo per i nostri figli e l'uomo più fortunato al mondo per me' - confessò il tenore che in un momento così drammatico si scoprì ancora più innamorato di quella donna.

Giada puntò i suoi occhioni in quelli di Piero e gli concesse un tenerissimo sorriso. Aveva sempre amato le dichiarazioni spontanee di Piero.

-'sono io ad essere fortunata ad avere te.'- gli rispose lasciandogli un bacio sulla guancia

-'farò di tutto per salvare nostra figlia, a costo della mia stessa vita. Te lo prometto amore mio.' - e abbracciò quella donna che gli aveva regalato tre bellissimi figli, un matrimonio straordinario, una vita di felicità.

Stavano ancora abbracciati quando arrivò un medico , accompagnato da due infermieri .


Piero si sofferma per la prima volta a riflettere sulla figura di Luigi. Addirittura a pregarlo. Luigi ascolterà le loro preghiere?

Cosa diranno i medici?

Grazie di tutto, dalle letture silenziose ai commenti (che a breve risponderò) passando per le stelline,ì.

Un abbraccio

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora