Capitolo 353

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Quella sera fu solo la prima delle successive uscite di Gioia. Almeno un paio di volte al mese Gioia chiedeva di uscire la sera con le amiche di classe, uscita sempre accordata dai genitori e sempre accompagnata dal pedinamento degli stessi. 

Un sabato Giada  era stata costretta a stare a casa perchè aveva Pietro con la febbre, senza perdersi d'animo Piero scese con Tano e con Celeste pur di non lasciare Gioia senza sorveglianza.

Piero stava, seppur con difficoltà, adattandosi ai cambiamenti della piccola Gioia che , giorno dopo giorno , si sta va trasformando in una vera e propria signorina.

Quel pomeriggio Giada era andata con il papà a fare delle commissioni e aveva deciso di portare con se Tano  e Pietro . Piero stava esercitando la sua voce mentre Gioia stava studiando per una verifica di algebra , o almeno così credeva Piero fino a quando non sentì la figlia urlare dal bagno.

Con il cuore in gola, il narese raggiunse il bagno trattenendo il fiato dallo spavento intanto che Celeste gli sgambettava dietro richiamata anche lei dalle urla della sorella.

Spaventato, il tenore si affacciò dalla porta del bagno. Lì Gioia era in piedi, con lo slip abbassato e con qualcosa in mano che il tenore non riusciva a capire.

-'Gioia cos'hai? Non stai bene?'- chiese impanicato il tenore.

-'mi sono fatta male pà, esce del sangue'- rispose la piccola singhiozzando mentre mostrava al papà il pezzo di carta igienica ormai rossastro.

Il volto di Piero passò dallo spavento all'imbarazzo in meno di due secondi intuendo perfettamente cosa stava accadendo alla figlia.

-'tua mamma non c'è mai quando c'è bisogno di lei'- fu la prima frase che Piero riuscì a dire mentre osservava la figlia tirare su con il naso.

Fu Celeste a destare il padre e la figlia da quel momento di spavento per lei e di imbarazzo per lui.

-'papi cos'ha Gioia?'- domandò Celeste, spinta dall'innocenza dei suoi otto anni.

-'Celeste puoi prendere il cellulare di papà'- le ordinò con dolcezza il papà mentre si avvicinava a Gioia.

La piccola come un fulmine corse a recuperarlo.

-'Gioia non è nulla di grave, ora viene la mamma e ti spiega tutto'- la rasserenò lui accarezzandole il viso con una mano intanto che con l'altra dirigeva verso il water  la mano di Gioia con la quale reggeva il pezzo di carta sporco.

La ragazza annuì seguendo le istruzioni del papà e ritrovandosi, pochi minuti dopo, sdraiata sul divano, abbracciata al papà , in attesa della mamma.

Mentre Piero la stringeva forte a se , inviò un sms alla moglie.

''Gioia è signorina ed io non sono pronto a vederla crescere così velocemente''

Giada impiegò qualche minuto per capire quelle parole e preferì chiamarlo.

''Giada torna presto''- rispose Piero senza neppure salutarla

''Ora come sta?'' - domandò la mamma apprensiva

''sul divano, tra le mie braccia''- disse telegrafico il tenore con un tono funereo.

''Piè non è morto nessuno, metti via questa tristezza'' - fece notare la donna lasciandosi andare ad una risata cristallina.

Piero non la pensava così e preferì lasciar cadere il discorso. La invitò a tornare presto a casa, la salutò e staccò.

Dopo meno di mezz'ora Giada tornò a casa e mentre Pietro e Gaetano andarono a giocare insieme a Celeste con le costruzioni, Giada si avvicinò sul divano dov'erano seduti il marito e la primogenita.

-'mami mi sono fatta male ma non so come'- esordì Gioia mettendo su un tenerissimo broncio.

Giada sorrise e lasciò una tenera carezza sul viso della figlia.

Con semplici e chiare parole , Giada spiegò a Gioia il cambiamento che il suo corpo stava vivendo evitando i dettagli; per buona pace mentale di Piero che, seduto accanto alla figlia, si torturava le mani come chiaro  segno di disagio.

Quel giorno Gioia andò a letto con qualche decimo di febbre.E mentre il papà si premurava di portarle una camomilla calda che potesse lenire i primi dolori mestruali; Giada mise a letto gli altri tre.

Quando Piero entrò in camera, Giada era già sdraiata sul letto.

-'cos'è quel faccino preoccupato?'- domandò la moglie confusa

-'io non sono pronto. Gioia sta diventando una donna ed io non sono pronto. Per me è ancora la picciridda che mi chiama ''papà Pieo'', che mi chiede ''quanno tonni'', che si lancia tra le mie braccia per una massiccia dose di coccole.' - sfogò abbassando il capo

Giada si intenerì a quella visione e a quelle parole. Allargò le braccia come chiaro segno di accoglienza. Piero si lasciò coccolare dalla moglie.

-'è un passaggio naturale nella vita di ogni donna'- spiegando con dolcezza -'e capisco la tua difficoltà ad accettare la cosa ma lei resta comunque la nostra piccolina. Lo resterà sempre Piè pure quando sarà moglie e madre'-

-'eh no Già eh!' - la interruppe il tenore -'Gioia ha ancora 12 anni che è sta storia della mamma e della moglie'- rispose stizzito allontanandosi dalle braccia della moglie che invece se la rise di gusto. 

-'era un modo di dire'- provò a spiegare lei con gli occhi lucidi dalle lacrime

-'e non lo dire. Non lo voglio sapere'- sbuffò lui rilanciandosi tra le braccia della donna che lo accolse sorridendo preferendo così di lasciar cadere il discorso e di distrarre Piero a modo suo.

Dalle carezze tenere e rassicuranti, Giada passò a carezze lente e sensuali accompagnate da maliziosi bacini al lobo dell'orecchio destro del tenore.

-'mi stai distraendo dal mio dolore da papà'- disse Piero con voce roca

-'ti sto solo ricordando che oltre ad essere un papà sei anche un marito e che hai una moglie da amare'- specificò Giada mentre le mani scendevano sull'intimità già irrigidita del marito.

Piero si beò di quelle carezze per alcuni minuti prima di staccarsi da quelle mani e  spingere leggermente Giada per le spalle fino a farla sdraiare.mentre le mani salivano sotto la maglia della donna arrivando ai seni, la bocca di Piero si appoggiò sull'intimità di Giada lasciandole maliziosi baci.

Dopo averla vezzeggiata, Piero spogliò Giada riservandole altre coccole. Quando la ritenne pronta, liberò la sua intimità  e , munito di protezione, la indirizzò verso quella della moglie.

Si amarono in silenzio, mettendo a tacere i loro gemiti e spezzando i loro sospiri.

La mattina seguente si ritrovarono stretti in un groviglio di braccia e di gambe, coperti unicamente dal lenzuolo quando vennero svegliati dal trillo del cellulare di Piero.

Chi starà chiamando Piero ?

Grazie a tutti, prometto di rispondere stasera ai vostri meravigliosi commenti .

Un abbraccio 


2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora