Capitolo 285

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Dopo i consueti saluti con i nonni e con la zia, che si apprestava a trasferirsi a Milano, Giada e Piero tornarono a Napoli.

Per cena Giada decise di ordinare la pizza, per la felicità dei bambini.

Gioia a tavola non fece altro che parlare a macchinetta istruendo il fratello sul primo giorno di asilo. Quando finalmente tutti e tre i bimbi crollarono esausti, Piero e Giada si ritrovarono in camera da letto  a coccolarsi.

Giada stava leggendo un libro ad alta voce così da coinvolgere anche Piero nella lettura, con la schiena appoggiata al torace del tenore che a sua volta ascoltava la voce di Giada rilasciandole teneri grattini sulle braccia.

-'mi spieghi , per cortesia e senza prendermi in giro o nascondermi la verità, chi minchia è sto  Antonio??'- chiese Piero con una voce fintamente calma di punto in bianco.

Giada, che non si aspettava quella domanda, chiuse il libro appoggiandolo sul letto, si staccò dall'addome del tenore per potersi girare e guardarlo negli occhi. Tutto in un religioso silenzio, quasi irreale,con una serietà imponente e con una lentezza snervante.

Ma quando si ritrovò difronte lo sguardo corrucciato del narese che mordicchiava il labbro inferiore preda della curiosità, Giada non riuscì più a trattenersi e gli rise in faccia in una maniera a dir poco vergognosa.

-'ma che minchia mi ridi?'- la aggredì Piero sentendosi preso in giro -'tua figlia ha già gli amichetti speciali e tu ridi' - farneticava il tenore che proprio non riusciva a capacitarsi di quell'amicizia maschile della quale si vantava la figlia amata.

-'è un  bimbo della sua età conosciuto all'asilo e con il quale va molto d'accordo'- spiegò Giada tentando di placare le risate ma con scarsi risultati.

-'e perchè io non ne sapevo l'esistenza??'- continuò a chiedere il tenore sempre più nervoso

In quel momento Giada tornò seria tutta d'un tratto.

-'Gioia lo ha conosciuto quando tu non chiamavi a casa, quando stavi con Cristina'-

Piero si sentì morire, ricordare quel periodo infausto gli faceva sempre perdere svariati battiti.

Abbassò il capo senza più controbattere. Era normale non sapere di quell'Antonio visto che in quel periodo Piero aveva quasi dimenticato di avere dei figli. 

-'scusami'- fu tutto ciò che si sentì in dovere di dire

Giada vide in quella parola tutto il dolore e il dispiacere di Piero.

-'ormai è passato. Ora stiamo di nuovo insieme, siamo di nuovo una famiglia.'- lo rincuorò ottenendo in cambio un debole sorriso da parte di Piero chiamato ad accogliere tra le braccia la sua Giada e insieme dormire con il cuore che batteva all'unisono.

La mattina seguente fu Piero il primo ad alzarsi e recarsi in cucina a preparare la colazione, dopo poco venne raggiunto da una Gioia particolarmente elettrizzata.

-'papi e mami dov'è??'- domandò la piccolina

-'dorme ancora , tu però vieni qua principessa di papà che devo dirti una cosa'- 

Gioia amava quando il papà la chiamava in quel modo; con un bellissimo sorriso stampato in viso, Gioia si sedette sulle gambe di Piero concentrata ad ascoltare ciò che il papà le doveva dire.

-'sai che ti amo più della mia vita , vero?'- domandò confondendo la bimba

-'no ho capito papi'- confessò rossa in viso la bambina 

-'significa che per te farei di tutto'-

-'acche compare il connetto a ciollata se mami dice no??'-chiese la bimba per tastare il ''tutto'' al quale faceva riferimento il papà

Piero annuì ridendo per l'esempio buffo tirato fuori dalla figlia

-'tutto Gioia mia, tutto papà è disposto a fare per te però tu mi devi fare una promessa'-

La bimba puntò i suoi occhioni nocciola in quelli altrettanto nocciola di Piero

-'promettimi che mai nessun maschietto di porterà lontana da me'

Gioia per tutta risposta gli saltò al collo abbracciandolo forte e baciandogli la guancia e mettendogli sottosopra gli occhiali.

-'mai papi, tu sei il pincipe mio.' - ripeteva la bimba godendosi le coccole del papà.

Tutta la scena fu vista da Giada che nascosta in corridoio piangeva lacrime silenziose per la tenerezza di quel momento.

Furono i lamenti di Celeste a destare tutti. Gioia si staccò da Piero mentre Giada andava a recuperare la bambina dalla culla e a svegliare Gaetano.

La colazione fu un continuo flusso di domande su quando sarebbero usciti di casa, quanto tempo ci voleva per arrivare a scuola, e così via.

Fu Piero ad accompagnare Gioia fino in classe, questa emozione Giada l'aveva già vissuta con l'asilo e decise di lasciare spazio ora al papà.

Quando Piero uscì in cortile, ad attenderlo c'erano Gaetano e Giada.

Il viso imbronciato del tenore non sfuggì ne al figlio ne alla sua donna.

-'papi piacci?'- chiese Gaetano indicando la faccia del padre

Piero si limitò a negare con il capo mentre salivano in auto per lasciare Gaetano all'asilo.

-'stavolta entri tu, io per oggi non reggo più distacchi e abbandoni'- impose Piero mentre parcheggiava l'auto.

-'e invece stavolta andiamo insieme. II mio piccino sta diventando un ometto e anche io non sono pronta a questo distacco'- spiegò Giada facendo labbruccio.

Mano nella mano accompagnarono il loro maschietto nella classe a lui assegnata. Lì venne accolto da una maestra giovane e carina alla quale il piccoletto subito andò incontro.

-'mio figlio è il mio degno erede'- ci scherzò su Piero notandolo

-'tuo figlio è marpione come te'- aggiunse Giada con sguardo serio tant'è che il narese se ne rese conto 

-'ma resti comunque tu la regina del suo cuore'- la rasserenò abbracciandola

Giada sorrise a quella frase veritiera e con Piero si incamminarono verso l'auto per sbrigare alcune faccende.

-'non devi aver paura, per  i nostri bambini sei il loro tutto'- esordì d'improvviso Giada spiazzando Piero -'ho visto tutto stamattina'- specificò per chiarire da dove fosse nata quella considerazione

-'io non ho paura per Tano e Celeste'- iniziò a spiegare il tenore -'la mia paura è per Gioia. Ho una paura fottuta di perderla. E' irrazionale e illogica lo so, ma è più forte di me. Nulla mi lega a lei, lei potrebbe benissimo allontanarsi da me ed io resto solo. Si ho Celeste e Gaetano ma Gioia è la più affettuosa, è stata la prima volta del mio senso paterno. E' stata come il mio primo concerto e quello non si scorda mai. E poi lei è la te in miniatura e per questo la amo ancora di più. Proprio perchè non è figlia a me io la sento più mia, mi capisci?'- domandò con fiato corto ma senza attendere alcuna risposta da Giada continuò -'no, tu non puoi capire, tu sei la mamma di tutti e tre e loro ti ameranno sempre e comunque. Per me è diverso, Gioia potrebbe andare via da me ed io ne morirei, lentamente e inesorabilmente.'

Tempo di saluti e confessioni.

Ha ragione Piero ad avere questa paura su Gioia?

Grazie a tutti.

Un abbraccio

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora