Capitolo 345

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Dopo il viaggio di nozze la vita del tenore riprese l'amata quotidianità con moglie e figli. 

Durante i firmacopie, Piero tornava a casa ogni sera per raccontare della sua giornata, per consegnare ai bimbi i regali che riceveva dalle fan ma sopratutto per sentire i racconti delle giornate dei figli riempendosi di quella normalità che tanto lo rendeva felice. 

Come un sistema rodato e quindi perfettamente funzionante, dopo aver pubblicizzato il cd nei cinque continenti, partì il tour. Anche le date e i luoghi del tour ormai erano collaudate: Stati Uniti, America Latina, Europa e infine in Italia. Quattro mesi ''no stop'' per i tre colleghi che continuavano a riempire i teatri, a incassare sold out ovunque andassero, a ricevere premi, riconoscimenti, standing ovation. 

La parte più difficile di quel tour fu indubbiamente salutare la famiglia, per Piero sopratutto salutare Gioia e Giada. La prima si lasciò andare ad un pianto irrefrenabile al quale ne la mamma ne il papà riuscirono a porre fine. Ci pensò il nonno materno portandola con se pur di distrarla. Per quanto riguarda Giada, fu un saluto maledettamente nostalgico.

-'passeranno amore mio, come sono sempre passati. Ti prometto che non passerà giorno senza sentirci e vederci tramite Skype. Francesco mi ha promesso di scendere nei week end liberi, lo stesso Mariagrazia. Il mese prossimo scende pure Rosaria per aiutarti coni picciriddi. Non sei sola nica.'- la rasserenò Piero abbracciandola mentre Gaetano, salito a Napoli per partire con il figlio, si occupava dei tre nipotini nel salotto

-'sarò sola perchè tu non ci sarai'- gli fece notare Giada con il broncio.

-'vorrei portarvi con me ma ne abbiamo parlato e non è il caso'- ricordò il tenore

Giada annuì per poi staccarsi da quell'abbraccio e puntare i suoi occhioni in quelli di Piero.

-'non mi dimenticare Piè'- si raccomandò scossa dalle lacrime

Piero rimase visibilmente ferito da quella frase. Erano passati quasi due anni dal loro ritrovarsi, Piero aveva ribaltato anche il lavoro pur di starle accanto e lei nutriva ancora dei dubbi?

Preferì mettere da parte la delusione e l'amarezza e rassicurare sua moglie.

-'il mio cuore, la mia mente e il mio corpo ti appartengono'- 

E con questa raccomandazione Piero partì per gli States lasciando a Napoli un pezzo importante del suo cuore. 

Dei quattro mesi ne erano passati due, Piero si trascinava da un concerto all'altro, da un Paese all'altro avendo un unico pensiero: chiamare Giada per sentire lei e i figli . Nonostante tutto sul palco si presentava sempre affettuoso e professionalmente impeccabile.

Mentre Piero girava il mondo, Giada viveva in funzione delle esigenze dei figli.

Per quanto l'aiuto di Rosaria risultasse indispensabile, lei restava la mamma dei piccoli quindi il loro punto di riferimento in ogni piccola cosa. 

In quelle ultime settimane un piccolo cambiamento aveva turbato l'andamento scolastico di Gioia: la sua maestra di italiano, alla quale lei era legatissima, era entrata in maternità e al posto suo era arrivato un maestro giovane e preparato con il quale Gioia però non riusciva a legare mostrandosi insofferente nel comportamento e pigra nello studio tanto che il maestro fu costretto a convocare Giada per poterne parlare.

La mattina dell'incontro , Giada si presentò a scuola con anticipo. Aveva evitato, fino a quel momento,  di dire  a Piero dei problemi di Gioia per non farlo preoccupare. 

Il portiere della scuola le fu indicata la sala docente dove stava il maestro ad attenderla.

Dopo le prime presentazioni, il maestro spiegò il comportamento di Gioia confondendo Giada che non riconosceva la sua bambina in quelle parole.

-'io non so cosa dirle, Gioia non è così'- si sentì di dire Giada punta nel vivo

-'lo so signora, ne ho parlato con le altre maestre e pure loro mi han detto così ma intanto il problema c'è e se persiste sono costretto a rimandare Gioia perchè non avrà le basi per passare in terza'-

Quelle parole, dette con quella freddezza impressionarono troppo Giada.

-'mia figlia non può e non deve perdere l'anno'- ripetè con sguardo perso pensando alle ricadute di questa decisione sulla piccina che aveva già sofferto troppo per l'età che aveva.

Uno sguardo che intenerì il maestro.

-'vi ho chiamata per cercare insieme una soluzione'- le disse appoggiando la mano sul braccio di Giada come segno di vicinanza e di umanità.

Un tocco dal quale la donna si scostò. Ringraziò il maestro e se ne tornò a casa con uno spesso velo di malinconia sul cuore.

La sera decise di parlarne con Piero. Non amava tenere segreti e poi era un peso troppo grande da portare da sola.

''mia figlia sta bene''- rispose alterato il tenore quando Giada spiegò dell'incontro con il maestro '' non perderà l'anno. La manderò in una scuola privata visto che in quella dove sta sono tutti incompetenti''- sbottò furioso Piero con un leggero affanno

''la soluzione non è mandarla in un'altra scuola. Cerchiamo di capire il perchè e di aiutarla. I problemi vanno affrontati e non aggirati''- rispose con più risolutezza la donna cercando in se una forza che non sapeva di avere.

Dall'altro parte Piero respirava ancora affannato incapace di metabolizzare quanto ascoltato.

''Amore mio mi hai sentito?''- domandò Giada attirando l'attenzione del marito

''riparla con il maestro e fai ogni cosa Già per aiutare la mia Gioiuzza''- disse Piero senza curarsi della domanda della moglie.

Poche altre parole, tutte rivolte agli altri figli, e i due innamorati staccarono.

Il giorno dopo Giada tornò a scuola per riparlare con il maestro mostrandosi predisposta a qualsiasi cosa pur di aiutare Gioia.

Il maestro chiese se Gioia avesse subito qualche trauma da piccola che avesse potuto lasciare delle falle.  Combattuta se e cosa raccontare di Gioia, Giada decise per una sintetica e superficiale verità.

-'io e mio marito abbiamo avuto un anno di difficoltà totalmente rientrato ma Gioia ha vissuto in pieno questa crisi cogliendone tutte le sfaccettature'

-'anche le altre maestre mi hanno detto che la piccola era molto attenta e molto più matura delle bimbe della sua età'- disse confermando le parole di Giada che si limitò ad annuire 

-'come vuole agire maestro per aiutarla?'- chiese lei concretizzando quel loro incontro.

-'diamoci qualche settimana di tempo, lei la segua di più a casa e io le presterò più attenzioni in classe. Intanto le dò il mio numero e le prego di darmi il suo così da tenerci aggiornati sull'evoluzione della piccola'-

Con questa promessa sia Giada che il maestro tornarono alle loro faccende.

Cosa succede a Gioia?

Grazie a tutti.

Un abbraccio



2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora