Capitolo 307

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''allora come sta Gaetà??'' - domandò diretta la donna senza manco salutarlo per sapere se nel frattempo qualcosa si fosse smosso.

Gaetano le raccontò della gravidanza, della minaccia d'aborto, del riposo assoluto che avrebbe dovuto osservare.

-'a nica ha bisogno di aiuto, Gaetà'- convenne Eleonora -'potremmo farla scendere a Naro quando Piero non ci sarà così lei riposa e tiene n'aiuto coi picciriddi' - organizzò la suocera con fare autoritario che tanto ricordava il figlio

-'Leonò caimmati'- la richiamò il marito con il tipico accento siculo abbozzando un sorriso -'vediamo prima Piero quando parte per Bologna e poi vediamo la soluzione migliore senza creare troppi scombini ne per lei ne per i picciriddi che hanno la scuola '- fece notare frenando l'ansia della moglie che dopo un profondo e rumoroso sospiro si sfogò con il marito

-'Pieruzzo ha voluto così tanto stu picciriddu che farò di tutto per non far interrompere sta gravidanza'-

Gaetano annuì e poi salutò la moglie per poter andare a salutare Giada.

In stanza trovò Piero che coccolava Giada lasciandole tenere carezze sulla testa intanto che le ripeteva come una nenia che non l'avrebbe lasciata da sola, che avrebbero vissuto tutto insieme.

L'uomo si intenerì a quella scena e decise di uscire da quella stanza per lasciare loro la privacy di cui necessitavano.

Giada tornò a casa il giorno dopo. I figli stavano a scuola, quindi filò dritta a letto dove venne accudita dalla suocera e dalle cognate.

Piero intanto, dopo averla riportata a casa, uscì di nuovo per comprare tutte le medicine che le aveva prescritto il ginecologo.

Eleonora, approfittò dell'assenza del figlio e della lontananza del marito per parlare con Giada.

-'nicuzza bedda come stai??'- domandò la donna entrando in punta di piedi.

-'un pò frastornata '-ammise Giada sbuffando

-'Già senti, volevo parlarti di due cose. Ci sto pensando da ieri e io ti sento come figghia mia e so che mi capirai'- vomitò sgrammaticata Eleonora

Giada sorrise , Eleonora non era mai stata così impacciata. Le fece segno di accomodarsi sul letto accanto a lei.

-'io lo so che sta criatura ti spaventa ma ora c'è e dobbiamo ringraziare tua mamma che come un angelo ha vegliato su di voi nonostante la febbre e lo spavento di ieri. Tu stai serena e prega tanto che Dio ti dà la forza di portare avanti sta gravidanza con la stessa forza e la stessa gioia delle altre. E poi, io ho pensato che se vuoi, quando Pieruzzo non ci sarà, puoi venirtene a Naro. Lì hai casa e hai tante braccia in più che ti aiutano coi picciriddi. Tutto piccina mia per farti stare serena e a riposo'- spiegò con solerzia la donna

Dinnanzi a quelle parole Giada sorrise con tenerezza, vi lesse tutto l'amore materno che Eleonora aveva per Piero e di conseguenza per lei.

-'Grazie Eleonora, mamma è contenta di saperti al mio fianco'.- disse Giada sorridendo ma senza dare alcun seguito alle parole della suocera.

Giada sapeva che Piero sarebbe stato a casa per fino a gennaio di sicuro, in questi mesi avrebbero pensato a come fare quando lui sarebbe dovuto andare poi a Bologna.

-'Già un'altra cosa'- riprese la donna -'sei ancora in una fase delicata della gravidanza,io ti consiglierei di non dirlo ancora a nessuno. Fai passare questo mese e poi lo dici.'

Giada annuì a questo consiglio materno intenzionata a seguirlo.

Quando tornarono Gioia e Gaetano da scuola, si recarono di corsa dalla mamma per chiederle come stava ; ancora ricordavano l'ultima volta che l'avevano vista piangere tra le braccia del papà.

Giada li rasserenò senza annunciare questa ulteriore gravidanza.

Nello stesso pomeriggio i Barone lasciarono Napoli per far ritorno chi a Milano, chi a Bologna, chi a Naro.

Per tutto il mese di dicembre Piero fu compagno e marito attento e premuroso, non mancava mai di una coccola , mai di un sorriso, mai di un aiuto. Che si trattasse di Giada o di uno dei suoi tre figli, Piero era sempre presente. Ed era felice. Fare il papà a tempo pieno era quello che aveva sempre desiderato, occuparsi di Giada era ciò che più lo rendeva felice sopratutto ora che Giada stava custodendo la preziosa vita di suo figlio. Un figlio tanto voluto da lui, un figlio giunto per caso, un figlio che aveva lottato per continuare a crescere nel ventre di Giada, un figlio che rappresentava una nuova rinascita come papà, come marito, come uomo.

Piero assunse una donna che potesse occuparsi della casa ogni mattina liberando Giada da quell'incombenza mentre lui,la mattina si occupava di Celeste e il pomeriggio di tutti e tre i figli .

Giada, dal canto suo, in quel mese di riposo assoluto trascorso a letto potè bearsi della presenza di Piero.

Per potersi esercitare con la voce senza mai lasciare Giada da sola, Piero aveva comprato una pratica , flessibile e avvolgibile tastiera. Ogni mattina, munito di questa stramba ma utile tastiera, si sedeva sul letto accanto alla sua donna e si dedicava ai suoi esercizi per la voce alternandoli a canzoni che a Giada tanto piacevano e che la distraevano facendola sorridere.

Il pomeriggio, sistemava nella camera da letto due piccoli banchetti dove i figli potessero studiare, colorare e giocare senza privare Giada della loro presenza e un comodo e pratico tappeto dove Celeste potesse giocare serenamente.

Discorso simile fu fatto per il pranzo e la cena, gli stessi banchetti usati per i compiti venivano apparecchiati da una diligente e scrupolosa Gioia aiutata da una piccola Celeste intanto che Piero e Gaetano si dedicavano alla cucina.

Ogni volta Giada si riempiva gli occhi di Celeste che sgambettando portava in camera i bicchieri raffiguranti i personaggi della Disney che usavano i piccoli, oppure i bavaglini che usavano per pulirsi o ancora le posate di plastica coordinate con i bicchieri. Si riempiva gli occhi di Gioia che sistemava con cura certosina tutto sui banchetti. SI riempiva gli occhi di Gaetano che scorrazzava tra la cucina e la camera da letto per chiedere alla mamma quando dovesse cuocere ancora la pasta o quanto sale andava messo per condire l'insalata. Si riempiva gli occhi di Piero che spingeva il carrellino con sopra le pietanze da mangiare.

Quel mese Piero imparò a cucinare, a caricare la lavastoviglie, a programmare la lavatrice.

La vita della famiglia Barone ruotò , durante quelle settimane di riposo assoluto imposto a Giada, tutta attorno a lei spostando il centro nevralgico delle loro azioni nella camera dove era costretta a letto.

Più volte Gioia e Tano avevano chiesto perchè la loro mamma non si alzasse dal letto e ogni volta Piero metteva a tacere la loro curiosità dicendo che Giada era molto stanca e necessitava di riposo e di tante coccole.

Ad adeguarsi in quel mese fu anche l'intimità tra i due. Piero e Giada si erano concessi all'amore carnale durante ogni gravidanza della donna ma stavolta Piero aveva paura di commettere qualche movimento irruente che potesse far male al bambino, quindi si impose quel periodo di castità. Almeno fino a quando non sarebbe terminato quel periodo di particolare precauzione, poi magari poteva ritornar ad amare Giada anche nel fisico.

Tante coccole per voi con questo doppio aggiornamento 😘


2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora