Al mio piccolo angelo,
fai del paradiso il tuo parco giochi affinchè possa sempre splendere il sorriso sul tuo dolcissimo viso.
La mattina seguente, Giada ritrovò Piero già sveglio e vestito di tutto punto.
-'ho fatto tardi, scusami'- disse con voce ancora roca dal sonno intanto che controllava Gioia
-'ha dormito serena'- la tranquillizzò Piero -'a differenza tua che ti sei agitata parecchio'-
Giada abbassò il capo senza rispondere e scese dal letto per concedersi una doccia.
In bagno venne raggiunta da Piero.
-'ti prego dimmi sempre cosa provi, cosa pensi. Solo così posso starti accanto, solo così possiamo aiutare nostra figlia e crescere con serenità gli altri due'- disse Piero a mò di supplica.
Aveva notato il disagio di Giada durante tutta la notte e saperla sofferente senza poterla aiutare lo faceva sentire inutile. Una sensazione che proprio non riusciva ad accettare, non quando si parlava della sua donna, della sua bambina, della sua famiglia.
Giada alzò gli occhi bagnati dall'acqua della doccia mista alle lacrime.
-'promettimi che Gioia starà bene?'- gli chiese palesando il motivo del suo dolore
-'te lo prometto nicuzza mia'- e con un tenerissimo sorriso venne suggellata quella promessa.
Intanto i bambini di svegliarono e Piero, tornato in camera, iniziò a vestirli con i vestiti sistemati da Giada il giorno prima.
Quando tutti furono pronti, si concessero il tempo della colazione e partirono alla volta di Bomarzo per visitare il Parco dei Mostri.
Durante quella visita spensierata Gioia non mostrò alcun tipo di turbamento godendosi le meraviglie che quel parco aveva da offrire.
Dalla Sfinge alla testa del Proteo passando per il Pegaso e la Tartaruga Gigante, i bambini furono immersi in un mondo antico dove la fantasia era una fedele compagna di viaggio.
Giunti a sera, crollarono esausti subito dopo la cena permettendo anche ai genitori di riposare.
-'oggi era serena'- notò Giada mentre, ad occhi chiusi, si beava delle carezze di Piero.
-'l'ho notato pure io, speriamo passi anche la notte così'-
-'tornati a casa pensi ci sia bisogno di chiamare il medico?'- domandò Giada con voce timorosa vagliando tutte le possibili soluzioni per aiutare Gioia
-'durano da tanto gli incubi di Gioia, durano ancora ora che siamo tornati insieme'- riflettè Piero senza dare una risposta chiara
-'e quindi?'- richiese Giada quasi scocciata
-'e quindi si, Giada. Chiediamo un consulto. Nostra figlia non è malata'- ci tenne a precisare Piero -'ma ha vissuto un momento difficile e probabilmente ha bisogno di aiuto per superare tutto'- spiegò con calma il tenore intanto che Giada si abbandonava a Morfeo con la speranza di far guarire Gioia definitivamente.
L'indomani si misero di nuovo in viaggio per giungere al paese di Collodi, da sempre la fiaba più amata da tutti e tre i piccoli.
Gli occhi dei bambini ma soprattutto di Gioia erano splendenti, sul loro viso c'era un meraviglioso sorriso che ripagò Giada e Piero di tutte le paure e le colpe che appesantivano il loro cuore.
Alla vista dell gigantesco Pinocchio , una ''o'' di stupore si dipinse sul viso dei bambini.
Celeste fu la più reattiva.
-'piocco piocco'- urlò battendo le mani e agitandosi nel passeggino.
Il suo entusiasmo travolse anche gli altri due che innalzarono all'unisono lo stesso coro ''Pinocchio, Pinocchio''
-'le tue scelte sono sempre quelle più azzeccate amore mio''- si complimentò Piero mentre lasciava un tenerissimo bacio a stampo sulle labbra di Giada.
Mentre visitavano il parco, Gioia ripeteva la fiaba che ormai conosceva a memoria. Ad ogni statua chiedeva una foto-ricordo da mostrare con orgoglio agli zii e ai nonni.
Instancabili i bambini, correvano da una parte all'altra dell'immenso verde che circondava il paese dedicato a Pinocchio.
Anche quella sera tornarono esausti in albergo e anche quella sera crollarono subito in un sonno ristoratore permettendo ai genitori di godere della vasca idromassaggio e di dedicarsi alle coccole.
-'amo stare con i nostri figli ma amo ancora di più poterti coccolare '- confessò il tenore mentre accarezzava il ventre di Giada che ad occhi chiusi si godeva quei massaggi appoggiando la testa sulla scapola del tenore e la schiena sul suo petto
Giada sorrise intanto che le mani del tenore presero vita propria pur di amare quella donna.
Il giorno dopo arrivarono all'ultima tappa del loro viaggio: il parco Pitagora.
Nessuna attrazione fu trascurata, ognuno dei tre bambini trovò quella giusta per lui: dal Brucomela alla Giostra per Celeste passando dal Covo dei Pirati e alla pista di Formula 1 con Gaetano fino ad arrivare al Tuboland e allo scivolo di Aladdin con Gioia.
Non mancarono le attività da fare insieme: i tappeti elastici, i gommoni acquatici, la piscina di palline.
In quei tre giorni il cuore e la mente dei genitori furono riempiti dai sorrisi e dalle risate dei piccoli, la loro gioia accompagnò quei giorni dedicati a loro.
Gioia quelle sere non ebbe incubi di alcun tipo, si godeva quel tempo giocando con il fratello e la sorella con la spensieratezza tipica della sua età dimenticando quanto aveva ascoltato, visto e capito in quell'ultimo triste anno.
Gaetano si coccolò per benino le due sorelline sotto lo sguardo fiero dei due genitori. Sempre più spesso si comportava da ometto inorgogliendo il tenore che rivedeva nel figlio l'amore fraterno che lui stesso provava per la sorella Mariagrazia.
Celeste ebbe modo di legarsi ancora di più a quel papà che aveva vissuto poco nei suoi venti mesi di vita innamorandosi del suo sorriso sghembo, dei suoi occhi color cioccolata, delle sue tenere attenzioni.
Piero recuperò abbondantemente il tempo perso lontano dai figli osservando ogni loro smorfietta, ascoltando ogni loro parolina, amando ogni loro capriccio.
Giada cicatrizzò definitivamente quelle ferite procurate da Piero e che ora andavano sparendo, finalmente. SI godeva il suo status di mamma ringraziando il Signore per averle donato tre doni preziosi e insostituibili ed impegnandosi con tutta se stessa per la guarigione di Gioia.
Risponderò a breve i vostri commenti.
Grazie, di tutto.
Un abbraccio
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2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)
Romance-'il corpo appartiene a chi sa farlo godere, quindi sono il vincitore assoluto '- disse con sicurezza Piero continuando a baciarle il monte di Venere .... Giada ammutolì dinnanzi a quelle parole veritiere. -'tu allora non essere ge...