Capitolo 332

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Il giorno del compleanno di Piero arrivò velocemente. 

Durante i giorni che lo precedevano, Piero non tornò a casa per pranzo e la sera rincasava così stanco da dedicare le poche energie che aveva solo ai figli. 

Giada si sentì trascurata ma senza mai farglielo pesare. Aveva infatti parlato con Milena scoprendo che lei si ritrovava nella medesima situazione con Ignazio. Le registrazione stavano assorbendo tutte le loro energie. Per grazia divina, il compleanno del tenore cadeva la domenica, quindi non ebbe difficoltà a mettere in pratica le due sorprese organizzate per lui durante le lunghe giornate che lui trascorreva in sala registrazione.

Anche alla vigilia del compleanno Piero tornò a casa tardissimo ed esausto. Gioia se ne rese conto.

-'papi massaggino?'- domandò pur di attirare le attenzioni del papà che quasi crollava dal sonno seduto sul divano, dopo aver fatto la doccia e indossato il pigiama.

Piero non ebbe il tempo di rispondere che si ritrovò due manine a massaggiargli i cervicali.

Erano gesti scomposti, goffi e impacciati eppure ottennero il risultato voluto: Piero si rilassò così tanto che crollò sfinito addormentandosi sul divano con ancora gli occhiali addosso.

Con tenerezza Giada glieli tolse appoggiandoli sul tavolino del salotto mentre Gioia, in silenzio religioso,gli lasciò un bacio sulla guancia per poi ritirarsi nella sua cameretta e andare a dormire.

Giada  ne approfittò per sistemare le ultime cose nella borsa da viaggio e nasconderla dietro al salotto, per poi svegliare Piero e farlo andare in camera da letto intanto che lui mugugnava qualcosa.

La mattina seguente, Piero dormiva ancora mentre i figli erano già tutti svegli. Giada li fece salire tutti sul lettone, compreso Pietro sotto la cura devota di Gioia , e insieme, sconnessi e stonati , intonarono la canzone 'Tanti auguri'.

Piero aprì gli occhi frastornato, dovette sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco l'immagine dei figli intanto che Giada filmava la scena emozionandosi come poche volte le era capitato.

-'vi amo pulcini miei'- confessò Piero commosso prendendo tra le braccia il piccolo Pietro e metterlo così a sicuro dall'irrequietezza del fratello e delle sorelle.

-'papi aguri'- urlarono Gioia e Tano mentre Celeste si concedeva degli strani versi battendo le paffutelle mani.

Piero emozionato e ancora frastornato, si concesse minuti preziosi nell'osservare e vezzeggiare ognuno dei suoi figli, iniziando proprio da Pietro: lo aveva desiderato ancor prima che arrivasse, lo aveva amato nel momento in cui aveva saputo della sua esistenza. Con un bacio suggellò i suoi meravigliosi ricordi per poi sistemarlo nella culletta posta accanto al letto e dedicarsi poi a Celeste.

Anch'ella tanto desiderata ma mai goduta in pieno a causa della sua infatuazione per Cristina. A lei erano legati i rimpianti per non essere stato sempre presente nel suo primo anno di vita. Anche in quel caso un bacio dolce ma allo stesso tempo amaro pose fine ai suoi pensieri passando così al primo maschietto di casa.

Gaetano era stato l'inaspettato che gli aveva permesso di non perdere Giada dopo il primo tradimento ai suoi danni. Era stato l'artefice indiretto del perdono di Giada. A lui doveva , da un certo punto di vista, quella meravigliosa famiglia perchè Piero ne era convinto: se Giada gli aveva concesso un'altra opportunità dopo il Messico era per quella vita che cresceva in lei.

-'Campione batti il cinque'- chiese Piero orgoglioso

Gaetano, come sempre gasato ogni qualvolta che il papà lo chiamava in quel modo, fece quanto gli era stato chiesto prima di lasciare spazio poi alla piccola grande donna che era Gioia.

-'Papi aguri'- ridisse la piccolina lanciandosi tra le sue braccia.

Piero si beò di quel contatto. Pur non essendo sua figlia biologica la sentiva più sua degli altri tre. Irrazionale, illogico ma reale. Era la prova vivente che a volte non basta un legame di sangue per amare una persona più della propria vita. Era l'amore filiale per eccellenza: affettuosa, autoritaria, bisognosa di protezione. Era la miniatura di Giada. 

Già, Giada. Stretta a se Gioia per alcuni minuti, decise poi di liberarla da quella morsa paterna per dedicarsi all'artefice di tutto questo: Giada. Stava alzandosi dal letto guardandola negli occhi quando bussarono la porta.

Avrebbe voluto lanciarsi anche lei tra quelle braccia e godersi quei minuti preziosi sentendosi protetta e amata ma dovette mettere da parte la sua volontà per andare ad aprire alla porta. 

A Piero non sfuggì quell'aria picciosa che aveva assunto Giada nel non poter fargli gli auguri  e sorrise.

-'dopo sarò tutto tuo'- le disse mentre lei usciva dalla camera per andare alla porta.

Ad avere avuto quel perfetto tempismo erano stati i suoceri, pronti a trascorrere una giornata con i nipotini e la tata.

-'Giaduzza bedda e dov'è Piero?'- domandò la mamma guardando verso il corridoio mentre salutava la donna in maniera distratta, desiderosa di abbracciare il figlio.

-'in camera'- rispose sorridendo mentre si dedicava a Gaetano.

-'qua sto'- rispose il festeggiato arrivando in salotto ancora in pigiama ma con la faccia sveglia.

I genitori , a turno, lasciarono i loro auguri al tenore coccolandolo per bene, sopratutto Eleonora.

-'quindi voi quando ve ne andate?'- chiese Gaetano mentre il viso di Giada sbiancò d'un colpo

-'dove dobbiamo andare?'-chiese stralunato il tenore guardando la sua donna

-'in realtà non gli ho dato ancora gli auguri, quindi neppure il regalo'- spiegò Giada vedendo i volti confusi dei presenti

-'sempre tu sei, Tanu'- lo rimproverò Eleonora mortificando il marito ancora di più

-'che ne sapevo io'- tentò di giustificarsi

A quel punto Piero prese in mano la situazione.

-'scusateci'- disse mentre tirava Giada per un braccio fino ad arrivare in camera da letto.

Chiusa la porta , fece appoggiare la schiena di Giada alla porta.

-'voglio i tuoi auguri'- disse Piero alternando il suo sguardo tra gli occhi lucidi di Giada e le sue labbra rosee prima di avventarcisi su.

-'buon compleanno amore mio'- disse a tratti Giada tra un bacetto a stampo e un morsettino al labbro inferiore prima di ricevere un vero bacio durante il quale le mani di Piero presero vita propria arrivando sul sedere della donna.

-'non ora Piè, fermati'- impose la donna - 'ti devo dare il mio regalo'- disse Giada tentando di liberarsi dalla morsa di Piero

-'voglio te, Già. Sei tu il mio regalo. Voglio scartare te'-ripetè come una nenia il tenore intanto che una sua mano si intrufolava nel pantalone della donna.

-'Piè se mi ascolti avrai di meglio'- ribadì con più convinzione staccandosi definitivamente da Piero, dai suoi baci, dalle sue carezze.

Impaziente il festeggiato mentre sempre più misteriosa è la sorpresa di Giada.

Quanto era tenero il risveglio di Piero?

Grazie.

Un abbraccio.

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora