Da perfetta donnina, Gioia si fece vestire e pettinare senza mai lagnarsi. Lo stesso non si poteva dire di Gaetano e di Celeste, sempre più irrequieti nonostante più volte la nonna e le zie li avessero richiamati.
I bambini erano pronti e stavano aspettando solo che la loro mamma uscisse dalla camera da letto , dove si era rinchiusa per vestirsi.
Piero intanto era arrivato al Maschio Angioino con una mezz'ora di anticipo accompagnato dal fratello, dai cognati e dal papà. Lì venne poi raggiunto dai cugini e dagli zii, oltre che dai nonni.
-'temi che non si presenti?'- domandò scherzoso Gerardo nel vedere il futuro cognato agitato
-'Giada verrà'- rispose convinto sbuffando -'è che non ne posso più, voglio vederla.'-
-'innamurato è il Baruneddu'- lo prese in giro Ignazio che intanto continuava a vezzeggiare il figlioletto , sotto lo sguardo innamorato di Milena.
Gian, da sempre di poche parole ma molto fisico, si limitò ad alcune pacche sulla spalla.
Piero stava pensando a cosa rispondere quando il fratello si congedò da tutti chiedendo scusa ai presenti e mandando in panico il futuro sposo.
-'pà ch'è successo?'- chiese spaventato Piero
Gaetano sorrise dinnanzi al terrore dipinto sul volto del figlio
-'Gaetano oggi è irrequieto, Ilaria ha chiesto a Francesco di andarlo a prendere. Aspetterà con te l'arrivo della mamma.'-
Piero si lasciò andare ad un profondo sospiro rendendosi conto che non era successo nulla di grave e sorrise nell'immaginare l'irrequietezza di Tano contrapposto alla precisione criminale di Gioia.
Dopo una ventina di minuti, Francesco varcò la porta della Loggia dove si sarebbe svolto il rito civile mano nella mano con il figlioccio e con accanto Ilaria che spingeva il passeggino con dentro il piccolo Pietro.
Appena Gaetano vide il papà, lasciò la mano dello zio e gli corse incontro per poterlo abbracciare.
Coccole e vezzeggiamenti anche per Pietro, vigile nel passeggino.
-'Tanu e mamma?'- chiese impaziente e curioso il tenore.
-'tava co nonna Lele a vettissi ma io mi tono cocciato'- spiegò sgrammaticato provocando una bellissima risata tra i presenti.
Dopo poco più di venti minuti, in perfetto orario, nella sala risuonò la marcia nuziale come segno che la sposa era arrivata.
Una Giada emozionata varcò la soglia della Loggia accompagnata da Salvatore che, commosso, stringeva la mano della sua amata figlia.
Mentre gli occhi degli invitati erano tutti per la sposa, che si presentava con un tallieur avorio composto da un tubino e da un bolero, i suoi si incatenarono a quelli di Piero, impeccabile nel suo smoking con papillon.
Giunta dinnanzi al tavolo, Salvatore lasciò la mano di Giada consegnandola ad un Piero ormai in lacrime.
-'sei bellissima'- le sussurrò prima di stamparle un dolcissimo bacio in fronte
La funzione civile iniziò con la lettura degli articoli del Codice Civile, lettura alla quale nessuno dei due sposi prestò particolare attenzione.
Piero era troppo concentrato ad ammirare la sua Giada, meravigliosa nella sua semplicità mentre Giada si perse a contemplare la profondità dello sguardo di Piero.
Entrambi furono richiamati dal celebrante quando pose loro la fatidica domanda alla quale entrambi risposero con un sonoro ''si, lo voglio''
Poche altre formule e Giada e Piero vennero dichiarati di nuovo marito e moglie. L'applauso dei presenti e il bacio tra i due suggellarono la fine del rito civile.
Prima di lasciare la Loggia, Gian e Ignazio vollero regalare agli sposi una dedica alquanto speciale. Sapevano infatti che la sposa amava un brano del loro ultimo cd ''Ave Maria, Mater Misericordae'' e decisero di dedicarla a lei e al suo sposo.
Gli sposi riconobbero la canzone già dalle prime note ma mentre Giada se la godeva emozionata, abbracciata al suo uomo, Piero decise di cantare le sue parti emozionando tutti i presenti, senza mai lasciare la presa sulla sua donna.
I minuti successivi furono impiegati dagli invitati per congratularsi con gli sposi prima di spostarsi nella Cappella Palatina del Maschio Angioino dove si sarebbe tenuta la Santa Messa con la benedizione degli anelli e lo scambio degli stessi.
Da divorziati infatti non avevano potuto risposarsi in chiesa ma ciò nonostante Piero, dopo un colloquio privato con Sua Santità durante il quale gli avevano consegnato la registrazione dell'Ave Maria scritta apposta per loro, il tenore aveva spiegato ogni cosa del suo rapporto con Giada al Papa ottenendo così una sua dispensa che gli permettesse almeno lo scambio delle fedi dopo averle benedette durante la Santa Messa.
Il tutto per la gioia immensa di Giada che aveva ereditato dalla mamma una fede fervente e dello stesso Piero , da sempre molto credente.
Fu in Cappella che Gioia potè mostrarsi in tutta la sua bellezza e serietà mentre, con passo deciso e cadenza fiera, percorreva la navata della Cappella per portare le fedi ai genitori, orgogliosi di lei e della donnina che era diventata.
Lo scambio delle fedi fu il momento più emozionante di entrambi i riti.Per l'occasione decisero di pronunciare una promessa scritta di loro pugno.
Fu Piero ad iniziare.
-'Io Piero accolgo te , Giada come unica donna che il mio cuore sia mai stato capace di amare. Accolgo il tuo broncio mattutino che si trasforma in un bellissimo sorriso solo dopo un mio bacio, i tuoi piedi freddi che nel lettone cercano i miei per riscaldarsi , le tue lacrime di gioia quando ti perdi ad osservare con fierezza i nostri figli, la tua cocciuta testardaggine quando sai di aver ragione,la tua profonda insofferenza verso il mio mondo dal quale proteggi la nostra storia e i nostri figli donandomi una privacy che ho anelato per tanti anni, la tua romantica gelosia che mi fa sentire sfacciatamente fortunato. Accolgo te, amore mio perchè solo con te la mia vita si trasforma in una meravigliosa melodia'
Al termine di quella promessa, il tenore baciò la fede di Giada guardandola negli occhi, come a sottolineare l'importanza di quel gesto e gliela infilò all'anulare sinistro rilasciando sulla mano della donna un altro bacio.
-'io Giada accolgo te, Piero con la promessa di amare la vera essenza del tuo essere: quella gelosa, quella intollerante, quella autoritaria, quella passionale. Sei stato, sei e sarai l'amato del mio cuore, da sempre e per sempre. A te devo la mia rinascita, hai saputo raccogliere i pezzi del mio cuore ricomponendolo, donandogli un nuovo battito. Ed ora ti appartiene. Batte solo con te, batte solo per te. Abbine cura.'-
A seguire anche Giada baciò l'anello per poi donarlo a Piero e , senza neppure aspettare il consenso del celebrante, Piero attirò a se Giada stringendola in una morsa stretta sussurrandole un dolcissimo ''ti amo''.
Ecco la prima parte del matrimonio tanto atteso.
Grazie di tutto.
Un abbraccio
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2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)
Storie d'amore-'il corpo appartiene a chi sa farlo godere, quindi sono il vincitore assoluto '- disse con sicurezza Piero continuando a baciarle il monte di Venere .... Giada ammutolì dinnanzi a quelle parole veritiere. -'tu allora non essere ge...