Capitolo 361

483 36 30
                                    

A quella domanda, fatta con quella tenerezza e rinchiusa in quell'abbraccio paterno che sapeva di amore e protezione, Gioia dette voce alla sua scoperta .

-'mamma ha avuto un figlio ma ora non so dov'è e poi c'era Luigi che stava con lei ma lei ci ha tenuto tutto nascosto' - sfogò annaspando in modo sconclusionato non tale da non permettere a Piero di capire.

In un attimo gli si gelò il sangue nelle vene sperando di aver capito male, allungò lo sguardo nel punto in cui era seduta Gioia e vide quella scatola, quelle foto, quei ricordi di cui Piero sapeva l'esistenza ma che non aveva mai visto, non aveva mai voluto vedere.

Era arrivato il momento di parlare con Gioia del suo papà biologico. Era arrivato il momento di raccontare a Gioia tutta la verità sulla sua nascita. Era arrivato il momento forse di dire addio per sempre alla sua principessa.

-'Gioia saliamo su e ne parliamo con calma'- provò a dire Piero con voce spezzata dalla paura.

-'nooo'- rispose la ragazza allontanandosi da quell'abbraccio -'non la voglio vedere a mamma. Da lei non mi aspettavo una cosa così grave'- vomitò con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Piero perse svariati battiti dinnanzi a quella frase. Gioia era arrabbiata con Giada ma non riusciva a capire perchè.

-'ti prego principessa mia, saliamo sopra e ti spieghiamo tutto'

Il viso di Gioia si trasformò da sofferente ad adirato.

-'tu sapevi tutto??'- domandò con voce isterica

Piero annuì abbassando lo sguardo

-'ma cosa avete fatto??'- chiese lei sempre più confusa.

-'Gioia ti prego calmati. Ora saliamo sopra , chiediamo a nonno di prendere con lui i piccoli e ti spieghiamo tutto. Ma tu devi stare calma'- organizzò Piero chinandosi per recuperare quelle foto, quella scatola

-'perchè la porti??'- domandò Gioia mentre si avviava ad uscire

-'da qui inizia tutto'- rispose semplicemente Piero.

In un silenzio ingombrante, padre e figlia tornarono su.

-'ma dov'eravate finiti??- domandò Giada sbuffando mentre era ancora immersa negli scatoloni dei giochi ma nel vedere il volto stravolto di Gioia si zittì.

Quando poi vide entrare Piero con occhi lucidi e notò cosa portava tra le mani capì tutto e si sentì mancare.

Piero fece in tempo ad appoggiare la scatola sul divano in maniera distratta per correrle incontro e prenderla tra le braccia prima che toccasse il suolo.

-'amore mio, ti prego. Riprenditi'- la richiamò con tono dolce mentre la faceva sedere sul divano -'chiama tuo padre per portare via i picciriddi. Dobbiamo parlare con Gioia'-

La donna annuì debolmente. Aveva immaginato mille volte di parlare di Gioia del suo vero papà ma mai aveva ipotizzato che lo scoprisse così, in quel modo.

Lentamente recueprò il cellulare dal tavolino del salotto e fece partire la chiamata.

''Giadù che c'è?''

''papà puoi venirti a prendere i piccoli?''- domandò senza fornire ulteriori spiegazioni

Spaventato dal tono della figlia, il nonno impiegò dieci minuti per recarsi da lei.

Dieci minuti di domande silenziose da parte di Gioia, dieci minuti di preghiere silenziose da parte di Piero, dieci minuti di spiegazioni silenziose da parte di Giada. Dieci minuti di silenzio da parte di tutti.

Quando Salvatore varcò la porta di casa e vide la scatola con il nome di Luigi a terra il divano capì tutto. Prima di recuperare i nipoti, si fermò in cucina dove stava Piero seduto, con la testa appoggiata tra le mani. Segno visibile del suo dolore.

-'La conosco , nulla cambia per mia nipote. Tu resti il suo eroe. Non avere paura'- confidò al tenore accarezzandogli una spalla

Piero si voltò con gli occhi lucidi di chi aveva pianto e di chi ancora aveva tante lacrime da versare. Si alzò dal tavolo con una lentezza snervante e si lasciò abbracciare da quell'uomo silenzioso, riservato, profondo.

Un abbraccio sciolto subito per poter permettere al nonno di recuperare i nipotini e lasciare la figlia e il genero ad affrontare quel momento così importante con Gioia.

Richiamati i nipoti, si avvicinò alla figlia che stava facendo indossare la giacca a Pietro.

-'aprile il cuore sul tuo amore per Luigi, sul tuo dolore, sulla tua rinascita con Piero e vedrai che lei capirà e ti amerà ancora di più'-

Giada lo fissò negli occhi, quelle erano le parole di cui aveva bisogno per decidere cosa dire a Gioia, per scegliere le parole adatte da dire a Gioia, semplicemente per trovare il giusto coraggio per affrontare quel confronto così importante, così delicato

Mentre usciva di casa trovò la nipote seduta sul divano a fissare quella scatola.

Conosceva bene quella bambina. Per lui tutti i nipoti erano importanti ma lei aveva qualcosa in più.

A lei doveva la rinascita della figlia, a lei doveva il sorriso sul volto della figlia dopo la morte di Luigi.

Quella bambina che aveva un destino triste già segnato ancor prima di venire al mondo, quella bambina chiamata a vivere, inizialmente, una vita senza una parte di lei importante:il papà.

Quella bambina così simile alla sua amata Giada chiamata ora ad affrontare un triste passaggio della sua infanzia; quella bambina che, di questo era sicuro, avrebbe amato ancor di più papà Piero quando avrebbe scoperto la verità.

-'piccirè nun chiagn'- le disse accarezzandole il viso liscio, in netto contrasto con le sue mani rugose.

Gioia gli rivolse uno sguardo implorante, di cosa non si capiva.

-'ricorda le parole del nonno :' sei la più fortunata dei quattro perchè hai ricevuto più amore di loro'-

Gioia si stranì a quelle parole aggiungendo più confusione a quella che già aveva eppure decise di non fare domande, le aveva riservate tutte alla mamma. Sforzò un sorriso che sembrava più una smorfia.

Il nonno sorrise e uscì di casa seguito da Tano, Celeste e Pietro.

Cosa le dirà Giada?

Grazie :)

Un abbraccio

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora