Piero barcollò visibilmente davanti a quello sfogo inaspettato, che lui riteneva altamente ingiusto. Si ritrovò ad annaspare, gesticolando a vuoto, aprendo e chiudendo la bocca svariate volte in attesa di metabolizzare quelle parole che esprimevano chiaramente il pensiero di Giada, in attesa di trovare le parole giuste da dire per controbattere a quelle accuse.
Come poteva Giada definirlo un bambino e rinfacciargli tutte le sue mancanze? Da quelle involontarie dovute al lavoro a quelle per le quali aveva già chiesto scusa come l'abbandono dopo la nascita di Celeste?
Intanto Giada aveva l'affanno per aver dato sfogo ai suoi pensieri in maniera irruenta e agitata.
-'Voglio solo poterti amare attraverso un altro frutto del nostro amore, voglio poterti rivedere in lui, riempirmi il cuore di un altro figlio mio e tuo che segni la nostra rinascita come famiglia'- si sentì in dovere di spiegare Piero con voce alterata e sguardo trasfigurato dalla rabbia derivante dalle parole di Giada , guardandola come se fosse pazza.
-'ancora che insisti?'- chiese ironica lei -'non si fanno figli per capricci, non si fanno figli come inizio di chissà cosa. Ama me, ama Gioia, Gaetano e Celeste.Impegnati a ricostruire ciò che tu hai distrutto con impegno, dedizione, costanza e pazienza e no con una notte di sesso. Da questo dobbiamo rinascere. Bisogna diventare ancora e di nuovo una famiglia'- rispose stizzita Giada con voce rotta dai singhiozzi.
SI sentiva incompresa, disagiata, delusa.
Non riusciva a capire come poteva Piero fare quell'assurda richiesta in un momento in cui non erano neppure marito e moglie, non riusciva a capire come poteva Piero fare quell'assurda richiesto dopo un abbandono, un divorzio, dopo bugie e incomprensioni.
-'sei una stupida '- l'apostrofò il tenore rivestendosi e scuotendo il capo come per liberarsi da chissà quale pensiero fastidioso -'poteva essere il passo decisivo per riavvicinarci ma sei troppo egoista per capirlo. Dici di avermi perdonato ma continui a rinfacciarmi gli errori commessi. Dici di voler stare insieme ma ti rifiuti di avere con me un altro figlio come simbolo eterno del nostro amore'-
Giada , sempre più basita lo ascoltava immobile, incapace di muoversi. Si sentiva una spettatrice di un film talmente assurdo da sembrarle irreale.
Piero, rivestitosi del pigiama si sdraiò dal suo lato del letto senza più voler parlare con Giada. Lei, dal canto suo, si rinchiuse in bagno per concedersi una doccia.
Sperava di ritornare in camera e trovare Piero in piedi, sorridente, pronto a coccolarla fino a quando non si sarebbero addormentati abbracciati. Sotto il getto di acqua tiepida, le gocce di acqua si confusero con le lacrime. Amava Piero e si stava impegnando a fidarsi di nuovo di lui per ricostruire quella famiglia che tanto amava, di cui era orgogliosa e che tanto aveva desiderato.
Nel mentre della doccia, si accasciò a terra lasciandosi andare ad una serie di infiniti e ingestibili singhiozzi tentando di sfogare tutto ciò che portava dentro, tentando di dare una spiegazione a questo atteggiamento di Piero evitando di bollarlo come egoista o immaturo.
Dopo una doccia che per Giada era stata infinita, tornò in silenzio in camera da letto. Lì Piero era sdraiato di lato, dandole le spalle. Chiaro simbolo di chiusura.
Con un'infinita tristezza, Giada si recò nella cameretta dei figli per controllare che non fossero stati destati dalle urla sue e del tenore. Accertatasi del loro sonno sereno nonostante la tempesta in atto tra i genitori, tornò da Piero e ,in un'aria pesante di silenzio accusatorio, si coricò sulla sua parte del letto.
Anche se quella sera a Taormina si sfioravano i 35°, Giada si sentiva infreddolita senza il calore del corpo di Piero; si sentiva indifesa senza le braccia muscolose del tenore a stringerla a se; si sentiva fuori posto quando l'unico luogo nel quale voleva stare era tra le braccia di colui che per lei rappresentava l'unico grande amore della sua vita.
Senza rendersene conto, gli occhi di Giada ricominciarono a piangere e il corpo venne scosso da flebili singhiozzi che non passarono inosservati da Piero che proprio non riusciva a lasciarsi andare al sonno nonostante la stanchezza di quella giornata.
Ripensava all'amore fatto con Giada, alla loro passionale complicità, al loro completarsi senza sminuirsi. Ripensava a quel senso di pienezza che provava solo ed unicamente quando possedeva Giada, come se quello fosse il suo posto nel mondo. Ripensava al suo desiderio di allargare la famiglia come segno tangibile di un amore, quello per Giada, che non sarebbe mai finito. Ripensava alla risposta di Giada senza capirne il perchè, quel figlio poteva essere un dono meraviglioso per lei che era nata per essere mamma, per lui che avrebbe potuto amare quella creatura e gli altri che già aveva di un amore incommensurabile. Ripensava a quel senso di vuoto che ora provava nel non poterla abbracciare stringendola forte a se.
Avrebbe voluto voltarsi verso di lei e mettere fine a quel pianto sommesso che tanto gli lacerava l'anima, avrebbe voluta stringerla a se provando a spiegarle ancora una volta e con parole diverse perchè per lui era così importante avere un altro figlio da lei, avrebbe voluto amarla rotolandosi tra le lenzuola per fare pace nel più bel modo possibile.
Avrebbe voluto ... ma neppure un muscolo del suo corpo si mosse verso Giada.
Fu una notte lunga durante la quale nessuno dei due chiuse occhio se non alle prime luci dell'alba.
Quando una Gioia ancora assonnata si svegliò recandosi sul lettone di mamma e papà, vi trovò solo Piero accucciato nel suo lato del letto.
-'papi, dov'è mamma?'- domandò la piccina salendo sul lettone e tirando il papà per un braccio
Sconclusionato, Piero aprì gli occhi e , battendo più volte le palpebre, tentò di mettere a fuoco l'immagine della figlia.
-'non so Giò'- rispose Piero con voce roca dal sonno -'forse in bagno'-
La bimba, ancora scomposta dai postumi del sonno, si recò in bagno dove non trovò la mamma
-'papi no c'è'- comunicò con visino imbronciato.
Il tenore, tentò di darsi una scrollata alzandosi dal letto e, recuperando gli occhiali, si avvicinò alla porta-finestra che dava sul terrazzino pensando che Giada si fosse rintanata in terrazzo per riflettere ancora sulla loro discussione.
Mentre vi si avvicinava, un foglietto posto sul comodino catturò la sua attenzione.
Era la grafia di Giada.
Cosa vi sarà scritto sul foglietto?
Dove sarà andata Giada?
Grazie, semplicemente.
Un abbraccio
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2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)
Romance-'il corpo appartiene a chi sa farlo godere, quindi sono il vincitore assoluto '- disse con sicurezza Piero continuando a baciarle il monte di Venere .... Giada ammutolì dinnanzi a quelle parole veritiere. -'tu allora non essere ge...