Capitolo 256

996 50 55
                                    

All'arrivo dei bambini in albergo, Piero e Giada erano vestiti e profumati.

Piero accolse con amore i figli che gli riservarono un saluto da eroe tra baci, abbracci, racconti e parole sconnesse.

Decisero di restare tranquilli in albergo quel giorno, l'entrata era bloccata dalle decine di fan giunte per strappare anche solo una foto ai cantanti, se Giada non era pronta a mostrarsi in pubblico con Piero, lui non era pronto a staccarsi dalla sua donna.

Durante la cena consumata nel ristorante dell'albergo non smetteva mai di abbracciarla, di lasciarle teneri baci sulla guancia, di accarezzarle la schiena, di rivolgerle sguardi totalmente innamorati.

-'la consumi così'- lo canzonò Ignazio che intanto giocava con Gioia che di staccarsi da lui proprio non ne voleva sapere.

-'voglio recuperare ogni attimo'- rispose Piero senza staccare gli occhi da Giada che invece dava del gelato a Celeste.

-'è meraviglioso vedervi insieme'- notò Milena facendo arrossire Giada.

Ignazio e Piero, insieme a Gaetano portando con sei il nipotino, decisero di prendere un digestivo nel bar dell'albergo insieme a Gianluca, al padre di Gianluca e a Michele. 

Giada decise di tornare in camera per sistemare le bambine per la notte.  Milena e Virginia invece decisero di intrattenersi nel salottino della  hall scambiandosi idee ed opinioni su argomenti più o meno futili.

-'Io proporrei un brindisi a Piero e Giada'-  invitò il rosetano felice di questa riappacificazione

Tutti alzarono il loro bicchiere di digestivo prima di berlo a sorsi

-'Piè mi raccomando stavolta'- richiamò Michele -'discrezione e testa sulle spalle'- si raccomandò il manager 

-'l'ho promesso a me stesso, a lei e sopratutto ai miei figli. Mai più minchiate che possano distruggere la mia famiglia'- rassicurò Piero mentre osservava il figlio giocare con una macchinina -'è stato un anno da dimenticare, ho toccato il fondo, stavo annegando nella disperazione. Per quanto ami il mio lavoro, non aveva più alcun senso vivere senza la mia Giada. L'ho capito tardi ma non dimenticherò mai quanto ho vissuto e ricordarlo mi servirà a non sbagliare più'

Gian, da sempre il più sensibile dei tre, lasciò il suo bicchiere sul bancone e si gettò tra le braccia dell'amico commosso.

-'sei tornato Piè. Ora sei il Piero che conosciamo e che vogliamo bene'

Piero, emozionato, strinse l'amico in un abbraccio fraterno annuendo a quelle parole. Si, era tornato il Piero che era prima di Cristina, quello innamorato della sua donna , quello felice dei suoi figli, quello al quale gli brillavano gli occhi quando pensava e parlava della sua famiglia, quello maturo, responsabile eppure scanzonato all'occasione.

Ignazio si lasciò travolgere da quell'onda di positività che si respirava tra di loro. Alzò il suo bicchiere e , quasi come se fosse ubriaco, annunciò con voce solenne

-'e per festeggiare stasera voglio dare un Boschetto alla mia Milena'- e dopo aver bevuto l'ultimo sorso del suo digestivo, posò il bicchiere sul balcone e si strinse nell'abbraccio con Piero e Gian sovrastando entrambi i colleghi vista la sua imponente stazza.

Per Michele, che aveva visto Piero fuori carreggiata e che aveva vissuto la tensione tra i tre con l'arrivo di Cristina nella sua vita ,fu balsamo per il cuore vedere quell'abbraccio fraterno, quell'amicizia rinvigorita, quella sintonia ritrovata.

Il tempo di congedarsi, ed ognuno si recò nella sua stanza.

In ascensore fu Gaetano a prendere parola.

-'se tu e Giada avete bisogno di tempo e spazio per voi, fammelo sapere. I picciriddi stanno cu mia'- 

Piero sorrise leggero e felice.

-'Non mi stanco mai di farla mia ma credo che per oggi basti così, domani ho il concerto quindi non se ne parla affatto e domani sera, credo che  potremmo concederci quando i bimbi si addormenteranno'- organizzò sapientino il narese lasciandosi andare ad una risata gutturale

-'sono contento di vederti così...'- indugiò gesticolando cecando parole adatte che proprio non gli veniva -'così come non so neppure spiegarti'- concluse arrendendosi

-'felice?'- suggerì il figlio 

-'non sei semplicemente felice. Sei raggiante, sei completo, sei sereno. Sei un misto di emozioni che non ti so spiegare e ti auguro di esserlo sempre figghiu miu'

Piero non seppe rispondere, decise di abbracciare il papà in un goffo abbraccio vista la presenza del figlioletto tra le braccia del papà.

-'io non sono stato un bravo papà per i miei figli fino ad ora'- confessò il tenore staccandosi da quella morsa -'e Gioia ne è la conferma ma spero di diventare come te, pà o almeno di essere in gamba la metà di come sei tu con noi tre'- 

Gaetano, che non si aspettava quella confessione da parte del figlio, si lasciò sfuggire alcune lacrime di commozione che notò il nipotino

-'nonno pecchè pacci?'- domandò mentre con le manine paffutelle le asciugava 

-'perchè voglio bene a te e a papà tuo'- spiegò l'uomo

-'e acche a Cioa e a Cette?'-

-'certo piccolè, pure a Gioia e a Celeste'- confermò Gaetano annuendo

-'e a mami veo?'- aggiunse con fare solenne guardandolo fisso negli occhi

-'a tua madre la adoro'- si lasciò sfuggire 

Piero annuì riempendosi il cuore di orgoglio.

Sapeva perfettamente quanto i genitori amassero la donna che lui aveva scelto come moglie, come mamma dei suoi figli, come sua compagna di vita. Tutti sapevano la venerazione che Giada aveva per Piero che si traduceva in fedeltà, comprensione, passione, riservatezza; tutti avevano visto Piero crescere accanto a Giada diventando l'uomo che era nonostante gli errori commessi; tutti compresero quanto era forte il legame che li legava , un legame che Giada aveva saputo intessere con il tenore fin dall'inizio e che aveva permesso loro di crescere, perdonarsi, comprendersi, accogliersi, semplicemente amarsi.

-'quella donna è la tua fortuna, Pierì'- confermò Gaetano prima che con un click l'ascensore avvisasse del suo arrivo al piano.

Piero prese tra le braccia il figlio permettendo al papà di ritirarsi in camera sua e riposare.

Entrato in camera, trovò Giada sul lettone con le due figlie che giocavano.

-'di dormire non se ne parla eh?'- domandò il tenore sorridendo intanto che poggiava anche il maschietto sul letto

-'appettavamo te e Tano per la favola'- rispose vispa Gioia

-'il tempo di sistemare Tano e vi leggo la favola'- decise il tenore chiudendosi in bagno per lavare e impigiamare il figlio.

Quando uscirono entrambi dal bagno, trovò le due bimbe già nella loro camera: Gioia nel lettino e Celeste nella culla da campeggio sistemata apposta per lei.

Il tempo di coricare Gaetano nel suo lettino e sistemare la barriera al suo letto, Piero si sedette sul letto di Gioia e raccontò una favola totalmente inventata ma con un  lieto finale.

Si torna alla normalità.

Grazie :)

Un abbraccio

2.Sono qui, vivimi - (sequel di E sei Splendida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora