Capitolo 243

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Si stacca appoggiando un mano sul mio petto e tenendo l'altra dietro al mio collo. Continuo a fissarla,abbastanza irrigidito.

B: lui ti ha parlato?

Emma muove la testa su e giù e una scarica di rabbia mi percorre il corpo.

B: se ti ha detto qualcosa di male giuro che...

Emma, per calmarmi,mi mette le mani sul viso per far sì che la guardi negli occhi.

E: no!

Mi prende le mani facendomi sedere sul letto.

E: quando sono uscita dallo studio ero confusa e ho iniziato a guardare la foto che ho di mio padre sul cellulare,così senza volere gli sono finita addosso.

La ascolto, ma dentro di me ho solo rabbia e fastidio,perchè ciò vuol dire che si trova qui: lui è a Roma.

E: subito ci siamo entrambi scusati, ma poi...

La interrompo d'istinto appena mi dice quelle piccole parole.

B: poi cosa?

E: calmati...mi ha solo chiesto se ci eravamo già visti.

B: tu gli hai detto di no vero?

E: è la verità! Ho visto le foto a casa tua,ma era molto più giovane e sul momento non ci ho pensato. Allora ha detto che mi aveva riconosciuta e mi ha detto che era tuo padre.

Abbasso la testa,mentre con la mano stringo forte le lenzuola.

E: io però ho detto che si sbagliava!

B: cosa?

E: quando mi ha detto chi era. Scusami ma mi sono un po' spaventata!

Le accarezzo il viso,prendendole la mano e baciandole il dorso.

B: sei stata fantastica!

E: beh poi hai insistito ancora ma....

B: insistito?

E: stavo per andare, ma mi ha preso il polso dicendo che mi aveva vista in puntata e non si poteva di certo dimenticare...

B: no Emma io ora ho bisogno d'aria credimi! - mi alzo di nuovo perchè sono davvero troppo nervoso,ma cerco di mantenere la calma - Sentiamo e perchè non poteva dimenticarsi?

E: ma dai Simo - si avvicina a me sorridendo - ci riconoscono tutti per strada!

Penso voglia abbracciarmi,ma mantengo il punto.

B: perché? Cosa ti ha detto?

E: ma non è importante!

B: lo è per me! - mi indico con la mano decisamente molto alterato - Già sto sorvolando sul fatto che ti ha toccato per di più prendendoti per il polso come il maleducato che è, sapere cosa ti ha detto è il minimo,non credi?

E: che una come me non si può non ricordare!

B: oh mio Dio!

Mi metto le mani nei capelli e inizio a dare di matto,imprecando contro di lui,per poi sfogarmi anche su Emma.

B: scusa ma non potevi dirmelo subito?

E: avevo paura ti arrabbiassi...

B: arrabbiarmi? - la fisso mentre lei mi guarda senza dire nulla - No Emma credimi non sono arrabbiato:come dite in inglese voi...ah! Mad!

Improvvisamente vedo Lauren irrompere nella stanza.

L: ragazzi si sentono le urla da giù,ma che succede?

Mi fissa e notandomi molto arrabbiato,si volta verso Emma chiedendo di nuovo cosa stia succedendo,ma lei non risponde. Esco sbattendo la porta e vado in camera mia. Do uno sguardo all'orologio mentre mi butto sul letto. Sono solo le dieci. Inizio a guardare il soffitto sentendo addosso quella rabbia che non provavo da tempo,o almeno dall'ultima volta che ci avevo avuto a che fare. Che cazzo ci fa a Roma penso,non si era degnato nemmeno di una telefonata dopo l'incidente. Stringo nei miei pugni le lenzuola,quasi arrivando a strapparle tanto sono fuori di me. Non riesco a stare fermo,così me ne esco sulla veranda della nostra camera sperando che un po' di aria possa aiutarmi. Non so quanto avrei dato per essere stato là con Emma: l'avrei portata via subito non permettendogli nemmeno di sfiorarla o meglio non lo avrebbe mai incontrato. E probabilmente gli avrei anche tirato un pugno,se avesse osato dire quella frase davanti a me. Per uno come lui Emma poteva solo essere quello: la ragazza che suo figlio si porta a letto. Do un calcio alla ringhiera del balcone,appoggiandomi con i gomiti e mettendomi la testa tra le mani. Emma non deve esistere per mio padre,come me d'altronde. Lui non deve far parte della nostra vita. Rimango in veranda bruciando tutto il pacchetto di sigarette rimasto,fumandone una dietro l'altra. Dopo un po' sento delle voci.

Ei: Bro che fai?

Non rispondo ignorandoli completamente,spegnendo l'ultimo mozzicone.

I: ohi?

B: è anche camera mia no? - mi volto urlandogli contro - Posso fare quel cazzo che mi pare!

I: calmati però!

Ei: hai litigato con Emma?

B: no - gli faccio una smorfia assolutamente non ironica - Sherlock Holmes ritenta sarai più fortunato!

I: dicci che hai allora...- si volta verso Einar - dovremmo anche dormire noi tra le altre cose!

B: beh allora dormi! - esco dalla veranda andando verso l'uscita - Non vi disturbo oltre!

Esco con i loro sguardi fissi su di me e me ne vado sul tetto sperando di non essere disturbato di nuovo. Mi appoggio al muretto e me ne sto lì per più di un'ora a guardare Roma,immaginandomi il momento in cui si sono incontrati. Mi ripeto le esatte parole con cui Emma mi ha detto di avergli risposto. Mi rincuora solo il fatto che la mia ragazza sia estremamente intelligente e non gli abbia detto che era lei,anche se ovviamente lui non ci avrà creduto:certo che era lei. Qui sopra perdo la cognizione del tempo,infatti quasi la metà delle luci della città si sono ormai spente. Improvvisamente sento due mani calde spuntarmi da sotto le braccia e cingermi il torace. Non dico nulla,mi godo solo il suo caldo abbraccio.

E: scusa. 

B: non è colpa tua amore!

E: avrei dovuto dirtelo prima,ma sapevo che ti saresti arrabbiato!

B: sì ma ho sbagliato ad arrabbiarmi con te:tu non c'entri niente! - la vedo venirmi di lato senza mai mollare la presa su di me,scivolando sotto il mio braccio - Come mi hai trovato?

E: Einar e Irama sono venuti da me e Lauren,dicendo che eri fuori di testa. Lauren è con loro - si mette di fronte a me mettendosi tra le mie braccia - sapevo saresti venuto qui!

Noto che ha gli occhi bagnati e le guance ancora umide,così gliele asciugo un po'.

B: sono stato io?

Biondo ed Emma - Ricordati di... 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora