Così che doveva andare

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Mi guarda senza capire, cerca di leggermi negli occhi ma il problema é che non so nemmeno io cosa mi stia passando per la testa.
Cerca di avvicinarsi a me ma mi allontano di nuovo.
"Senti davvero io... mi dispiace, non doveva succedere, mi sono messo a parlare con lei solo per dirle di lasciarti in pace e poi..."
"Mario non mi interessa, non voglio i dettagli"
"Perdonami..."
"Ok, ti ho detto, ok..."
"Non è ok questo"
"Per me si"
"Ti prego..."
"Mario ok, ti capisco, eravamo lontani, me lo hai chiesto tremila volte di venire, è anche colpa mia..."
"No... non voglio assolutamente che tu pensi ciò"
"È la verità..."
"No.. senti perché non prendiamo celeste e usciamo un po' io e te?"
"Non mi va... davvero scusa"
Annuisce.
"Ok... come sta?"
"È nel passeggino... sta bene"
"Dove sei stata oggi?"
"Solite visite di routine" mento.
"Non me ne avevi parlato..."
"Niente di che" mento.
L'idea di avergli voluto fare una sorpresa sembra così assurda ora, forse lo avrei beccato con lei.
Prende Celeste in braccio e la guarda innamorato.
"Ciao bimba ma sei cresciuta" le dice mentre lei spalanca i suoi occhioni e lo fissa.
"Quanto mi sono mancate queste manine" sorride baciandogli le ditine quando lei allunga un braccio verso il suo viso.
Mi guarda e sorride.
"Secondo te la mamma mi perdonerà mai? Glielo dici tu che la amo tanto?" Si rivolge a lei parlando di me.
"Non fa niente" gli accarezzo un braccio.
Passo tutto il pomeriggio a fingere di essere indaffarata e quando a cena devo per forza parlare con lui gli chiedo del tour per evitare silenzi imbarazzanti e lui come suo solito incomincia a parlare senza fermarsi.
Mi viene da sorridere perché in un altro momento avrei ceduto al suo fascino.
Rimaniamo sul divano e lui cerca di parlare ma io taglio corto dicendo che sono stanca.
Faccio addormentare Celeste e vado a letto, lasciandolo in salotto.
Quando viene anche lui e mi abbraccia e mi riempie di coccole come se nulla fosse.
L'idea che ieri tra le sue braccia al posto mio ci sia stata lei, che le stesse labbra che adesso baciano la mia pelle ieri baciavano lei, mi fa rabbrividire.
Cerco di resistere ma appena mi rendo conto che si è addormentato mi libero delicatamente dal suo abbraccio e sgattaiolo fuori dal letto.
Mi metto a vedere un film in salotto e non dormo tutta la notte.
Mi addormento all'alba e quando mi sveglio Mario è a fare colazione.
"Ehi tutto bene?" Mi chiede vedendomi.
Annuisco.
"Non mi sentivo bene, forse mi è rimasto qualcosa sullo stomaco"
"Potevi svegliarmi"
Faccio spallucce.
"Sicura di stare bene? Se vuoi oggi non riparto"
"No, non fa niente, stai tranquillo"
"E tra di noi?"
"Facciamo come se non fosse successo niente"
"Sicura?"
"Si..."
Si prepara per ripartire e quando esce di casa dopo avermi posato un bacio che ho accettato forzando un sorriso, poggio la schiena alla porta e lentamente piangendo scivolo fino a rannicchiarmi per terra.
Rimango lì finché il pianto di Celeste non mi riporta alla realtà.
Mi asciugo le lacrime e mi ricordo che ora non ci sono più solo io, che devo andare avanti per lei.
La prendo in braccio e la faccio calmare.
"Piccola non permettere mai che qualcuno ti faccia soffrire così" le dico come se potesse capirmi.
Ho bisogno di non pensare.
Chiamo Nicolò.
Solo con lui riesco a dimenticare momentaneamente Mario e timidamente gli chiedo di venire da me.
Accetta subito e dopo una mezz'oretta è a casa.
È passato tanto dall'ultima volta che l'ho fatto con Mario ed era tutto così diverso, ci penso mentre fumo con Nicolò affianco che fissa il soffitto senza dirmi nulla.
Continuiamo a fumare e a scopare per tutto il giorno, inizio ad riabituarmi a lui, ai suoi modi, a dimenticare Mario e ad autoconvincermi che mi vada bene anche così, che non ho bisogno di lui.
Come tutte le sere mi videochiama e io mi sposto in sala mentre Nico è sotto la doccia.
"Tutto bene?" Mi chiede vedendomi un po' con la testa tra le nuvole.
Annuisco guardandolo con l'aria persa.
"Celeste?"
"È di là"
"Piccola potrai mai perdonarmi?" Mi chiede quasi con la voce spezzata.
Non ho nemmeno il tempo di rispondergli che dietro di me compare Nicolò.
Con l'asciugamano ai fianchi e il corpo tatuato ancora bagnato.
"E io che pensavo di starmi immaginando tutto" dice prima di chiudere la chiamata.
Mi accorgo solo ora che Nicolò ha messo una foto in cui inquadrava la sua mano sul mio culo.
Non provo nemmeno a richiamare Mario. Non provo nemmeno a spiegargli.
Forse è meglio così, forse è così che doveva andare.

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